sabato 17 giugno 2023

Io non voto (i soliti... noti): Izzo sfida il Molise con un maiale nel simbolo

L'ultimo appuntamento con le elezioni regionali nel 2023 si celebrerà, come detto, il 25 e il 26 giugno in Molise. Se finora si è parlato di una lista che non parteciperà al voto (quella della Democrazia cristiana), prima della panoramica su tutte le formazioni che finiranno sulla scheda elettorale non è possibile non dedicare un po' di attenzione a una lista che ha destato non poca attenzione già prima di essere ufficialmente presentata e ammessa alla competizione. Ci si riferisce a Io non voto (i soliti... noti): una lista con titolo e sottotitolo, si potrebbe dire, che schiera come candidato presidente per la giunta regionale Emilio Izzo, classe 1954, a lungo impegnato con vari ruoli - e anche a livello sindacale - presso diversi istituti del Ministero dei beni e delle attività culturali (ora della cultura) in Molise. Sarà lui a sfidare i candidati del centrodestra (Francesco Roberti) e dello schieramento che unisce centrosinistra e M5S (Roberto Gravina).
Tra le ragioni per cui la lista - che si è autodenominata "Movimento politico di salvezza pubblica" (i media spesso hanno usato la dicitura "Comitato di salute pubblica") - ha fatto subito parlare di sé, oltre al nome scelto, c'è inevitabilmente il simbolo presentato e finito sulle schede. Su fondo rosso, infatti, oltre al nome - scritto in un inconfondibile carattere Bodoni Poster bianco - campeggia l'inconfondibile sagoma di un maiale: salvo errore, si tratta della prima volta che lo si trova in un contrassegno elettorale. Il motivo di questa scelta lo spiega direttamente Izzo, raggiunto da questo sito tra una tribuna televisiva e l'altra: "Il maiale, come molte persone sanno, mangia di tutto e ingrassa perché quello che gli si mette davanti mangia; non tutti sanno, però, che è in grado di mangiare anche carne umana. Da questo punto di vista, la similitudine con la classe politica, molisana e non, risulta abbastanza chiaro: negli ultimi 15 anni i politici hanno fatto diventare la regione l'ultima ruota del carro. Siamo la devastazione completa in tutti settori, a partire dalla sanità. I soliti noti di cui parliamo nel nome sono quelli che hanno fatto la devastazione e per questo li accostiamo al maiale, il maiale ha mangiato tutto il mangiabile, incluso l'uomo, perché abbiamo perso tutto. Ora, visto che del maiale non si butta nulla, noi ci candidiamo perché vogliamo mangiarlo noi prima che ci mangi lui".
L'idea di schierare un maiale come emblema elettorale è nata nelle ultime settimane, quando è maturato il progetto di partecipare a queste elezioni regionali, ma il concetto di fondo per Izzo è nato ben prima: "Io da una vita lotto per difendere gli ultimi, i poveri, l’ambiente. Ogni volta che andavo per le mie proteste insieme ad altre persone sotto i palazzi che contano, incluso quello della Regione, puntualmente chi stava dentro non usciva mai a parlare con noi: prendevano tanti soldi e se ne fregavano della povertà. L'idea che fosse il momento di smettere di votare per 'i soliti noti', dunque, sta da molto tempo nella mia testa, anche se poi attuarla non è una cosa semplice: senza dubbio non era facile schierarsi contro i blocchi di potere, quello del centrodestra che ha guidato la regione negli ultimi cinque anni e quello che unisce centrosinistra e MoVimento 5 Stelle". 
Tra le difficoltà superate in queste ultime settimane, Izzo mette anche la raccolta delle sottoscrizioni necessarie a partecipare: "Questi signori, nel 2017, hanno scritto una norma per cui i partiti che stanno in Parlamento, che sono rappresentati in consiglio regionale o che sono registrati a livello nazionale non devono nemmeno fare la fatica di raccogliere le firme, a differenza di chi è nuovo. Questo fa rabbia, ma noi ci siamo messi d'impegno e in pochi giorni ci siamo riusciti, andando ben oltre il minimo di 300 sottoscrittori: posso dire quindi che per noi la raccolta firme è stata un successo e la gente ci ha già voluto sostenere". 
Certo può sembrare curioso che oltre 300 persone abbiano firmato per una lista che mette in evidenza l'espressione "Io non voto". Un'espressione che tra l'altro non è nuova: chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica sa che dal 2006 al 2014 è stato depositato presso il Viminale il contrassegno della lista civica nazionale "Io non voto", progetto concepito da Carlo Gustavo Giuliana, palermitano trapiantato a Belluno, per anni impegnato a fotografare la protesta di chi non si reca alle urne con il proprio simbolo. Vero è che lo si è visto di rado sulle schede elettorali; forse anche per questo, Emilio Izzo non conosceva quel precedente uso del nome. "Mi faccia però precisare una cosa: io - chiarisce - non ho mai pensato di non votare o di assecondare la deriva dell'astensionismo. Il fatto è che in Italia non c’è una regola che stabilisce che se alle elezioni vota meno del 50% il risultato elettorale non è valido: in questo modo finisce che meno persone vanno a votare e più di fatto ai 'soliti noti' conviene, perché si votano da soli e con il sostegno dei pochi che stanno con loro. Ecco perché non mi limito a dire 'io non voto', restando sul terreno della protesta, ma preciso che 'io non voto i soliti... noti', formulando una proposta e dando un'alternativa concreta a chi condivide quest'idea. Di più, non faccio questo con un percorso simile a quello dei 5 Stelle, che all'inizio non erano conosciuti da nessuno: io lo faccio a quasi 70 anni, come punto di arrivo di un percorso che le persone conoscono e che è volto ad abbattere un sistema".
Per Izzo, tra l'altro, questa non è la prima esperienza elettorale: nel 1995 era stato eletto consigliere provinciale di Isernia, si è tra l'altro candidato due volte alle comunali di Isernia con la lista Isernia domani (2007 e 2016) e nel 2013 alle regionali era tra i candidati di Rivoluzione democratica (declinazione locale di Rivoluzione civile). "Ho scelto di riprovarci, lanciandomi in una avventura difficilissima e disperata, anche per lo sbarramento che taglia fuori dal consiglio le liste legate ai candidati alla presidenza che non hanno raggiunto l'8%, ennesimo segno di questa classe politica che non vuole innovarsi. Io in ogni caso concorro e do la possibilità alle elettrici e agli elettori di votare per persone diverse dai 'soliti noti'. Lo faccio con colori che mi piacciono molto: il nero simboleggia il buio e l'oscurità della notte da cui dobbiamo uscire; il rosso indica il risveglio, la passione e la lotta, non per forza di sinistra. Ho cercato di dare al simbolo un'immagine immediata ma non per questo sgradevole: se avessimo usato un'immagine verosimile di un maiale, per esempio, avremmo creato qualcosa di cattivo gusto e avremmo fatto prevalere la dimensione della rabbia su quella della proposta". Benché la legge richieda l'8%, quale risultato lascerebbe comunque soddisfatto Izzo? "Già raggiungere il 5% mi sembrerebbe significativo, ma ricevo segnali confortanti: in questi giorni mi hanno chiamato anche dall'Abruzzo, dalla Puglia, dal Lazio e dalla Campania, mostrando interesse per questo progetto e l'intenzione di esportarlo se l'esito fosse interessante". Toccherà aspettare qualche giorno per sapere se il maialino contro i "soliti noti" dovrà varcare i confini del Molise.

1 commento:

  1. il simbolo più bello.. gli dovrebbero dare il premio all'Oscar per simboli XD XD XD XD XD

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