Pochi giorni fa - esattamente tra sabato 25 e domenica 26 novembre, ha mosso i primi passi all'hotel Midas (noto soprattutto per la riunione del comitato centrale del Psi che il 16 luglio 1976 sostituì alla segreteria Francesco De Martino con Bettino Craxi) un nuovo soggetto politico, denominato Movimento Indipendenza. Nello statuto si legge che il soggetto politico nasce "per affermare l'indipendenza del Popolo Italiano e la Sovranità popolare e nazionale della Repubblica Italiana", avendo "come obiettivo la promozione dell'identità, delle tradizioni, della dignità spirituale, lo sviluppo economico e la giustizia sociale del Popolo Italiano".
La nascita di Indipendenza coincide con il ritorno sulla scena politica dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che in effetti non se n'era mai davvero allontanato del tutto, dopo il suo (nuovo) addio a Fratelli d'Italia e la scelta di sostenere Italexit alle elezioni politiche: a settembre del 2022 era diventato infatti portavoce del comitato Fermare la guerra (presieduto da Massimo Arlechino), volto a proporre per l'Italia un ruolo di "neutralità attiva" con riguardo al conflitto tra Russia e Ucraina e a rivedere profondamente il ruolo e la configurazione dell'Unione europea, la partecipazione alla Nato, l'approccio all'economia e al contrasto alla pandemia (che non avrebbe più dovuto essere "l'alibi per colpire le libertà dei cittadini").
Sempre Alemanno, a luglio di quest'anno, aveva guidato il Forum dell'indipendenza italiana a Orvieto - località storicamente legata ai convegni della destra sociale - cui hanno partecipato varie sigle (legate in buona parte al mondo della destra o alla cosiddetta "area del dissenso"): a più di un osservatore quell'evento - e l'elaborazione dei documenti che ne era seguita - era sembrato la prova generale della fondazione di un partito o, almeno, di qualcosa di simile.
Proprio quel Forum figura come organizzatore dell'evento del 25-26 novembre al Midas, dal quale è uscito eletto come segretario proprio Alemanno (avendo come vicesegretario vicario Marcello Taglialatela e come altri vicesegretari Simone Di Stefano, Felice Costini, Luigia Passaro e Nicola Colosimo), mentre come presidente è stato indicato Massimo Arlechino, che - al di là della sua esperienza come creativo - in ambito politico è noto soprattutto per avere realizzato nel 1993 il simbolo di Alleanza nazionale.
Pure in questo caso si deve ad Arlechino la concezione del fregio con cui il movimento Indipendenza vuole distinguersi da qui in avanti; lui stesso, però, all'inizio dell'incontro del Midas ha voluto accanto a sé Simone Di Stefano (entrato con il gruppo di Exit) spiegando che aveva concorso in modo determinante alla realizzazione della grafica che è stata svelata in quell'occasione. Nella cartellina distribuita a ogni persona presente era contenuta anche la descrizione/illustrazione del simbolo, che vale la pena riportare per intero.
La parola "Indipendenza" scritta in maiuscolo corsivo, scandita per sillabe, quasi gridata: IN-DI-PEN-DEN-ZA!, contenuta a fatica dal cerchio che la racchiude, rafforzata dal punto esclamativo ("Ammirativo", citando una splendida definizione dal sapore futurista). È la parola che meglio di altre sintetizza il nostro auspicio di vedere uscire l’Italia dalla condizione di sudditanza economica, finanziaria e politica che è alla radice di tutti i suoi problemi.
Il nastro tricolore per qualificare, ovviamente, come italiana l'Indipendenza, che con un movimento dinamico dal basso verso l'alto simula una freccia.
Il colore Blu nella tonalità che fu scelta nell'800, in piena rivoluzione industriale, per tingere il tessuto delle tute da lavoro. Un pigmento artificiale poco costoso che divenne presto il simbolo della classe operaia. Tale scelta, lungi dall'essere anacronistica, esprime l'attenzione e la preoccupazione del nostro Movimento per il lavoro e i diritti sociali degli italiani.
L'inclinazione delle lettere riprende quasi per intero quella delle lettere e della fascia tricolore contenuta nel logo elaborato per il Forum dell'indipendenza italiana (in cui però la parola "Forum" era decisamente più in evidenza rispetto al concetto al centro del nuovo simbolo). Nel suo intervento iniziale Arlechino ha ricordato il critico letterario e musicale Paolo Isotta (era sua l'espressione "punto ammirativo"), ha segnalato come la forma del nastro tricolore suggerisca "un lavoro che va verso il positivo e non verso il negativo"; ha rilevato che la tinta usata per il fondo" non è il colore nazionale, ma è un blu più intenso" e che il riferimento alle tute da lavoro non deve sorprendere ("Siamo tra i pochi rimasti a parlare di classe operaia"). Di Stefano ha invece sottolineato che, se il programma del movimento contiene in 46 pagine molte "soluzioni per salvare, per riconquistare la nostra nazione, [...] nel simbolo volevamo riassumere tutto in un'unica parola [...] perché questa è la parola che ci accompagnerà da qui ai prossimi anni [...] e diventerà la protagonista della politica italiana".
Ogni "battesimo simbolico", soprattutto in tempi recenti, porta con sé consensi, sfide, ma anche grandi rischi, visto che ci si espone alle critiche di interni ed esterni, come pure all'ironia di chi pratica la comicità o la satira. Così Rosario Fiorello, nella prima parte della puntata del 27 novembre di Viva Rai2 (e anche un po' Radio2), ha commentato così la nascita del movimento di cui i giornali davano notizia:
Veramente, voglio fare i complimenti ai grafici, perché le cose devono essere chiare, se uno deve partire con un nuovo progetto politico dev'essere chiaro. Il partito si chiama Indipendenza ed ecco il logo: IN-PEN-DEN-DI... IN-PEN-DI-DEN... IN-DIN-PEN-DEN... DI-DEN-ZA!... PEN-ZA-DI-DEN! Votate per Penzadiden!... Ma come si fa... Ma chiamateci, piuttosto chiamateci: io ve mando il più scarso de noi, vi mando Casciari, lui è bravo con la grafica, è bravissimo... ma IN-DIN-PEN-DEN-ZA... Alema', ma come te votano???
Bisogna notare che queste parole di Fiorello hanno avuto meno risonanza mediatica rispetto a quelle che, nei giorni precedenti e seguenti, hanno riguardato la potenziale "strana coppia" formata da Alemanno e da Marco Rizzo, tra gli invitati a parlare all'evento fondativo di Indipendenza ("sono i Me contro Te della politica: sono come Tom e Jerry, Bugo e Morgan, Amadeus e i Jalisse. Pare che la sigla del partito sarà OGM", 15 novembre; "Lui [Alemanno, ndb] era uno di estrema destra una volta, no? Poi è passato alla destra, perché si fa così: parti dall'estrema, poi arrivi a destra, poi ti sposti un po' più in qua, poi vai di là, poi torni al centro... la politica, insomma, è fatta così. E si è messo insieme a Rizzo che era invece di sinistra, poi si è messo un po' più a sinistra... a un certo punto si sono dati una spallata, 'Tu chi sei?' "Alemanno.' 'Ciao, piacere, e tu chi sei?" e si sono incontrati. Quindi si sono uniti: è un po' come Che Guevara che fa il saluto fascista e noi ce l'abbiamo, perché Alemanno si sta facendo un tatuaggio che è questo...", 28 novembre). Nonostante ciò, la rilettura del simbolo è imperdibile e, considerando il tono quasi futurista dei nomi inventati, non è da escludere che gli autori dell'emblema gridato abbiano apprezzato la trovata.
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