Al momento, a coprire il nuovo
emblema c’è solo un drappetto bianco, peraltro troppo corto per celare tutto il
contrassegno: nessuno sconvolgimento, ma qualche segno importante si intravede
già. A settembre, puntuale, torna l’appuntamento dell’Udc al parco Fucoli di
Chianciano Terme. Già nel 2010 doveva essere un appuntamento caldo: doveva
essere l’anno del Partito della nazione, che avrebbe abbandonato lo scudo
crociato, così come aveva ipotizzato Pierferdinando Casini: non se ne fece
nulla, come è noto, ma quest’anno qualcosa succederà.
Oggi pomeriggio s’inaugura la
kermesse «Le primarie delle idee per la rinascita dell’Italia», con mezza
sfilata del governo (da Riccardi a Ornaghi, da Martone a Clini, da Catania a Patroni
Griffi, fino a Corrado Passera), sfoggio di esponenti sindacali e sociali e,
naturalmente, la parata dei dirigenti dell’Udc (e non solo: ci sarà anche Fini, per dire): apre il segretario Lorenzo
Cesa, chiude Casini. Nel mezzo, però, tra domani e dopodomani, sarà presentato
il nuovo simbolo del partito.
I tradizionalisti, democristiani
dentro – a dispetto della “riattivazione” della Dc di alcuni mesi fa – sono
tranquilli: il lenzuolo di carta – o il cencio, visto che siamo nel senese –
non copre l’estremità appuntita dello scudo crociato e, in trasparenza, sembra
di leggere ancora «Libertas» sul braccio della croce: nessun abbandono dell’insegna
classica, insomma, e nessuno strappo con la storia da De Gasperi in poi. Il
drappo, tuttavia, oltre a essere corto non è nemmeno così opaco da coprire la
vera novità dell’emblema: nel segmento circolare rosso che sormonta lo scudo,
non c’è più il nome del leader Udc. Casini,
dopo averlo fatto inserire nel 2006 – quando si era votato per la prima volta
con il Porcellum e si voleva marcare
il territorio, per pretendere qualcosa nel caso Forza Italia avesse preso pochi
voti – ora lo fa togliere: al suo posto, campeggia chiaramente la parola «Italia»,
maiuscola e imponente.
Può essere il tentativo di
mettere un’ipoteca importante su quel termine (oltre che di far piacere a
Italia futura, presente in massa a Chianciano), o magari è il segno di qualche
cambiamento della legge elettorale (senza la necessità di marcare il capo della
coalizione) o, ancora, di qualche tentativo concreto di avvicinare altre forze
come il Pd, preparandosi a non indicare più Casini come candidato ideale. Un po’
di pazienza (giorni, settimane o mesi) e qualcuno ce lo farà sapere, si spera.
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