Il simbolo di Idee popolari (frame tratto dal Tg2) |
Ciocchetti, che nel 2008 era
stato candidato al Campidoglio proprio dal partito di Casini, ora non ci va per
il sottile: «L’Udc ha una dirigenza senza alcuna linea politica, vive alla
giornata. Il Centro è stato sconfitto dagli errori della dirigenza nazionale e
dagli stessi leader legati a interessi troppo personali»; Casini e Cesa,
secondo l’ex vicepresidente della Pisana, «non sono più credibili, sono
diventati rigoristi, giustizialisti, hanno cambiato la natura del partito
dimenticando la storia della Democrazia cristiana».
Per Ciocchetti, la soluzione è creare
«un contenitore, un traghetto per una classe dirigente tradita dai dirigenti
nazionali dell'Udc, per dare speranza, fiducia, futuro»: tutto questo per «ricostruire
in Italia – come appunta l’Adnkronos – il campo dei popolari come in Europa,
alternativa ai socialisti e ai socialdemocratici». Non fosse abbastanza chiaro,
per il suo leader il nuovo partito,
che parte dal Lazio e spera di estendersi a tutta l’Italia, «non potrà che
stare nel perimetro del centrodestra». Anche per questo, forse, per il suo simbolo
Ciocchetti si distacca decisamente dal cliché
democristiano, rinunciando allo scudo crociato (anche per evitare grane
legali con l’Udc) e all’azzurrino, sposando in pieno la logica cromatica dei
partiti catch-all che adottano il
tricolore e il blu/azzurro in logica nazionale, ricalcando quasi per intero la tavolozza cromatica sfoderata pochi mesi fa dal Mir di Samorì (che sembra resistere giusto perchè annovera un sottosegretario).
Così, i colori della bandiera
tingono tre filetti morbidi, posti a metà del cerchio (che, a dire il vero,
danno un po’ l’idea di una “scia” di dentifricio), su un fondo blu, che però
nella parte inferiore è “mosso” da vari raggi più chiari (un po’ come aveva
fatto Publio Fiori ai tempi di Rinascita popolare – Rifondazione Dc). In alto e
in basso è riportato il nome del partito (che potrebbe non piacere a Italia
popolare di Alberto Monticone, anche per l’ancoraggio al centrodestra), mentre
nel mezzo – sempre in bianco – c’è un segno, quasi che fosse tracciato a mano,
magari con più tratti di pennarello. Come idea, sembra l’ibrido di una croce
(in stile democristiano), un «più» (decisamente inconsueto per un emblema
politico, al punto che pare di leggere "Idee più popolari" ... de che?) e un segno di espressione del voto, sia pure orientato in modo
diverso dal solito. In fondo, proprio Ciocchetti alle ultime elezioni comunali nella
Capitale era candidato con la lista «Cittadini X Roma», che al suo interno
aveva appunto un segno di croce manoscritta molto in evidenza. Forse, dunque,
il nuovo leader ha scelto di
richiamare quel precedente che non era passato inosservato: non è detto che
basti, però, perché i cittadini ci mettano (di nuovo) una croce sopra.
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