mercoledì 15 ottobre 2014

La sfida di Tanari, candidato della Dc alla guida dell'Emilia Romagna

Se tutto andrà secondo le aspettative, l'autunno sarà la stagione (elettorale) della Democrazia cristiana. Per lo meno, per quella che si riconosce nella leadership di Angelo Sandri e che in queste settimane si sta concretamente impegnando per essere presente ai principali appuntamenti elettorali che si svolgeranno nelle prossime settimane. 
Se si è già parlato della lista ormai sicura alle ormai vicine elezioni comunali di Reggio Calabria, i traguardi successivi sono molto più ambiziosi: si punta infatti a partecipare alla tornata del 23 novembre che vedrà il rinnovo delle amministrazioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna. In quest'ultima regione, la Dc-Sandri conta di partecipare non solo con un proprio simbolo (che riunisce anche gli emblemi dei Pensionati consumatori e della Lega per l'Italia, formazioni legate a Michele De Riggi e Luigi Pergamo con cui è stato stretto un patto di collaborazione politica), ma anche con un proprio candidato alla presidenza, Tiziano Tanari
Attivo tra Bologna (in cui è cresciuto) e Ancona (territorio in cui opera con la sua azienda), Tanari ha accettato di intraprendere questa sfida politica. Non si tratta di una semplice testimonianza fine a se stessa: cosa lo abbia spinto a rendersi disponibile, me lo racconta lui stesso. "Come imprenditore, lavorando su tutta l’Italia, ho visto un continuo impoverimento e abbrutimento dell’economia negli ultimi anni, un trend sempre peggiore. Ho provato l’esigenza di fare chiarezza a partire dalla stretta di credito delle banche: per me è stato ed è un crimine contro il popolo italiano". 
Da lì Tanari ha iniziato a documentarsi, affidandosi essenzialmente a libri e alla rete (e non ai media classici): "La svolta è arrivata con la partecipazione a un convegno organizzato da Paolo Barnard, per me il miglior giornalista italiano, anzi, ritengo sia un patriota: era febbraio del 2012 e, per sentire cinque economisti di fama internazionale che parlavano di sovranità monetaria e altre questioni molto delicate, erano arrivate 2180 persone paganti... ma naturalmente i media non hanno scritto una sola riga. In quell'occasione comunque ho capito che era necessario capire e conoscere meglio la macroeconomia, per capire in quale direzione doveva andare l'impegno: con Reimpresa, nuova associazione di imprenditori di cui faccio parte, si è organizzato un primo convegno a Roma con tutti i movimenti e gruppi sovranisti, che condividono l'idea di tornare alla lira perché l’Europa, togliendoci la sovranità monetaria, ci aveva rubato la democrazia". 
Dall'interesse per la macroeconomia alla politica attiva, il passo è stato più breve del previsto. "Il dialogo tra quei vari movimenti, che portasse a creare massa critica per fare un nuovo partito, era molto difficile - spiega Tanari - eppure era un passo necessario: mi creda, i partiti di oggi, almeno per le posizioni di vertice, sono del tutto irrecuperabili perché sono responsabili dello stato in cui ci troviamo oggi. Al limite si potrebbe parlare con il MoVimento 5 stelle, se solo ci fossero interlocutori diversi con cui rapportarsi".
E' qui che il percorso di Tanari e quello della Democrazia cristiana si incontrano: "Alla Dc mi sono avvicinato a Roma durante un’assemblea, cui mi aveva invitato un amico - ricorda il candidato alla guida dell'Emilia Romagna -. Lo spirito con cui aderisco è creare qualcosa di completamente nuovo, un movimento popolare che agisca sulle basi e sui valori ineguagliabili (ma pienamente laici e sociali) della Dc originale. Sono convinto che la democrazia abbia senso solo se 'si capisce qualcosa', altrimenti è inutile andare a votare". 
Con il suo impegno, ora Tiziano Tanari ha la carica di vicesegretario nazionale della Democrazia cristiana, anche se non aveva mai militato effettivamente in un partito ("sono stato solo per qualche mese in un Club Forza Italia nel 1995, giusto il tempo per capire che non faceva per me; in compenso, però, ho votato la Dc per vent'anni"). L'idea chiara sul percorso da compiere ora ce l'ha: "Occorre coinvolgere la gente, il popolo, per stimolarlo ad aggregarsi, creare dialogo, facendo emergere i soggetti più preparati e mandare avanti loro: così diamo peso e valore alla gente e alle sue istanze, cosa che non sanno e non possono fare i partiti di oggi con impianto verticistico. Qui c'è bisogno di liberare l’italia, con lo stesso spirito delle origini, mentre il Pd è complice del massacro, del saccheggio dell’italia che da anni avviene".  
Certamente lo stesso modello, valido soprattutto per il livello nazionale ed europeo, dovrebbe avere ricadute anche a livello regionale: "Finché in Europa avremo queste norme e questa situazione monetaria, comuni e regioni rischieranno molto: ci saranno sempre meno soldi da poter utilizzare per le politiche locali. In generale, poi, abbiamo bisogno di una politica regionale diversa da quella delle lobby che abbiamo visto finora: è necessario ascoltare i cittadini, sono le loro esigenze a dover spingere le politiche e non quelle dei gruppi". 
Per questo, dunque, la Dc di Angelo Sandri farà di tutto per riuscire a candidare Tiziano Tanari alla presidenza. Le liste provinciali sono pronte, anche se la sfida è dura: anche se il voto anticipato ha dimezzato le firme necessarie per presentare le candidature, il numero di sottoscrizioni da raccogliere è sempre molto alto e gli obiettivi da raggiungere sono ardui per chiunque. Tanari non si nasconde le difficoltà, ma conferma l'impegno: "Il nostro è un modo di scendere in campo, di acquisire visibilità con questo simbolo e dimostrare al territorio che ci siamo e siamo attivi, potendo essere una risorsa che può essere condivisa da altre persone. Chiediamo alla gente di aiutarci sostenendo le nostre liste con una firma: i partiti attivi oggi ci hanno bruciato, mentre c’è bisogno di qualcosa di nuovo, con un patrimonio di valori ben solidi".

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