I centristi più inguaribili, sia pure con tendenza a sinistra, stiano tranquilli: il Centro democratico, alle regionali dell'Emilia, ci sarà. La sua presenza sulle schede aveva vacillato dopo che in tribunale a Reggio Emilia i documenti necessari per la presentazione della lista erano stati consegnati in ritardo, in particolare i certificati dei sottoscrittori: essendo Reggio la quinta provincia in cui la lista è presente (le altre erano Bologna, Forlì, Ferrara e Ravenna), sarebbero venute meno le condizioni richieste dalla nuova legge regionale per concorrere alle elezioni.
Il coordinatore nazionale del partito, Pino Bicchielli, ha però fatto sapere che l'ufficio elettorale centrale regionale (presso la Corte d'appello) ha accettato il ricorso presentato da Centro democratico: in effetti il commissario provinciale e presidente regionale Matteo Riva (già Idv e Pane pace lavoro) ha prodotto la ricevuta del comune con cui i certificati risultavano richiesti 11 minuti prima della scadenza del termine e, per l'ufficio regionale, era un tempo sufficiente per fornirli.
L'esclusione sarebbe stata un vero peccato per il partito di Bruno Tabacci, che alle elezioni comunali di Reggio Calabria aveva raccolto addirittura il 7,5%, potendo uscire pubblicamente come "il partito alleato più forte del Pd nella città dello Stretto" (parole dello stesso Tabacci) e che a questo punto può sperare di mantenere la propria presenza in Assemblea legislativa in Emilia (attualmente è rappresentato proprio da Riva), non limitandosi solo a fare il "portatore di acqua" per Bonaccini.
In Emilia, il partito rinuncia alla dicitura "Libertà e diritti" che era stata coniata da Massimo Donadi (come pure all'arancione che era legato a quel partito) e mette in massima evidenza l'espressione "Centro con Bonaccini". Il contrassegno rappresentato, infatti, è quello di un cartello condiviso con "Demo.S - Democrazia solidale", l'associazione politica che vede come principale esponente Lorenzo Dellai, dopo la sua uscita da Scelta civica e il passaggio breve tra i Popolari per l'Italia di Mario Mauro (ci sono anche Andrea Olivero, altro ex Sc-Pi, e persone legate a Sant'Egidio come Mario Marazziti). Un simbolo vero e proprio l'associazione non ce l'ha, tant'è che nel contrassegno il nome viene indicato con una font diversa rispetto a quella vista sul sito. Ma tant'è, ecco pronto a correre e a misurarsi con gli elettori un altro esperimento centrista, che potrebbe dare qualche frutto. O, forse, preludere a nuove polverizzazioni.
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