venerdì 11 agosto 2017

An pronta a sparire da Fratelli d'Italia?

Se ne parla da tempo, tra auspici, "si dice", timori e appelli, ma forse il momento di una nuova evoluzione politica per Fratelli d'Italia si sta avvicinando davvero. Il percorso verso una destra nuova, sufficientemente svincolata dal passato, sarebbe messo in luce dalla decisione di togliere la "pulce" di Alleanza nazionale (con tanto di riferimento alla fiamma del Msi), che dovrebbe - o, almeno, potrebbe - avvenire nei prossimi mesi. Lo ha scritto giusto oggi Alberto Custodero in un suo articolo sulla Repubblica, sostenendo che al posto del riferimento al partito che costituì l'evoluzione del Msi sarebbe stato inserito il nome di Giorgia Meloni:
Via Alleanza Nazionale (con annessa 'fiamma'), dal simbolo di Fratelli d'Italia. Al suo posto, il logo "Giorgia Meloni". La decisione è stata presa in queste ore dai fondatori del partito, Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto, e sarà ufficializzata in occasione del Congresso nazionale di novembre. Non è la prima volta che si parla di questo 'ritocco' del simbolo, in casa Fdi. Ma con le elezioni politiche in vista, è stata impressa una accelerazione. 
Quella anticipata da Custodero non sarebbe certo una mera scelta di maquillage grafico (anche se sarebbe tutt'altro che inopportuna, visto che con i tre cerchi uno dentro l'altro sembrava un cannocchiale o - definizione di Alessandro Gilioli - una matrioska; il nome di Meloni, poi, starebbe molto meglio in basso, piuttosto che incastrato in alto com'era alle europee del 2014), bensì "una vera operazione politica di vasta portata" con tre obiettivi strategici. 
Il primo sarebbe attirare all'interno del partito soggetti di area centrista, non più intimoriti dalla presenza di un elemento grafico chiaramente di destra come è l'emblema di An: "non è certo un mistero - scrive Custodero - che da mesi Guido Crosetto sia regista di una diplomazia sotterranea che prevede un pressing su Raffaele Fitto e Giulio Tremonti per convincerli a un eventuale ingresso nel partito di Giorgia Meloni, una volta fatto sparire il simbolo, per loro incompatibile, di An". Ed è curioso e significativo che tutto questo sia attribuito a Crosetto che, pur essendo stato uno dei fondatori di Fratelli d'Italia e pur avendo avuto familiarità politica con Fitto e Tremonti negli anni dell'ultimo governo Berlusconi, è ufficialmente lontano dalla politica dal 2014. 
Il secondo obiettivo sarebbe la costruzione di "una grande e (possibilmente) vincente coalizione di centrodestra": non che questo, per carità, non si potesse o non si possa fare con la "pulce" di An (che, anzi, in un primo tempo ha sicuramente dato più consenso a Fdi, al di là di quello che si dirà tra poco), ma probabilmente questo fine è conseguenza del primo, nel senso che imbarcare più soggetti politici di quanto non sia stato in passato potrebbe portare più voti e, magari, la vittoria. 
Il terzo obiettivo sarebbe quello più delicato: "dare un segnale di discontinuità con Gianfranco Fini, il cui nome è legato a filo doppio ad An". Il partito vorrebbe insomma evitare ulteriori "danni all'immagine" legati alla figura dell'ex presidente della Camera, prima per le vicende legate al "caso Tulliani", poi per la sua scomoda posizione di indagato per complicità in riciclaggio per episodi collaterali all'affaire della "casa di Montecarlo". 
Certo, il problema potenzialmente era già presente quando Fratelli d'Italia aveva chiesto per la prima volta l'uso del simbolo alla Fondazione An (alla fine del 2013), ma allora - così come nel 2015 - si era probabilmente valutato che i vantaggi dall'acquisizione del simbolo erano maggiori rispetto agli svantaggi: ci si poteva accreditare come "il partito della destra", recuperando un po' di voti di coloro che in passato avevano scelto An e non si trovavano più in alcuna forza politica, ma soprattutto si toglieva quello stesso simbolo dalla disponibilità di altri gruppi (prima Storace, Poli Bortone e altri potenziali rifondatori di An, poi Alemanno, i "quarantenni" e altri che miravano a un diverso contenitore politico). A distanza di qualche anno, il simbolo "in comodato" probabilmente ha esaurito il suo effetto propulsivo e, anzi, può tarpare le ali, quindi può essere più opportuno rimetterlo a riposo. Sarà così?

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