giovedì 13 maggio 2021

Coraggio Italia, il progetto di Brugnaro: tre marchi e un nome non nuovo

Una manciata di ore fa la notizia si è diffusa: Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, è pronto a "scendere in campo", a impegnarsi in politica per qualcosa di più ampio rispetto alla città lagunare e con un progetto - un partito? Una semplice associazione? Qualcosa di diverso - denominato Coraggio Italia. Magari insieme a Giovanni Toti, incontrato proprio mercoledì a Roma. A dare la notizia è stata, come spesso accade in questo ambito, l'agenzia Adnkronos, che ha ricondotto a Brugnaro tre domande di marchio, depositate quasi un mese fa - il 15 aprile - a nome dell'Associazione Un'impresa comune.
I primi commentatori hanno già proposto - inevitabili? - collegamenti con il percorso che tra il 1993 e il 1994 aveva riguardato Silvio Berlusconi: la comune matrice imprenditoriale di successo, l'interesse per il centrodestra, la scelta di depositare con un certo anticipo la base per il futuro marchio politico (e non a proprio nome: le prime versioni, ancora acerbe, del simbolo di Forza Italia erano state depositate il 24 giugno e il 13 settembre 1993 a nome di una società milanese denominata Novelty Service) e l'opzione per un nome enfatico ed esortativo. "Coraggio Italia", in fondo, non è molto diverso da "Forza Italia", al punto che la versione veneta di Roberto Benigni, di fronte a un'arzilla signora anziana dal nome Italia Ballarin - sul calco dell'Italia Ceccarini citata dall'attore toscano in Tutto Benigni '95-'96 - potrebbe essere tentato di incoraggiarla dicendole "Energia Ballarin!" invece che "Coraggio Italia!", per non rischiare di essere scambiato per un sostenitore del nuovo, possibile progetto di Brugnaro.
Che Coraggio Italia si possa ricollegare all'attuale sindaco di Venezia
(confermato da una manciata di mesi), per Adnkronos si deduce dal fatto che l'associazione Un'impresa comune, con sede a Mestre, risulta anche aver registrato - il 5 febbraio scorso - il dominio Brugnarosindaco.it (che pure esiste dal 2015, cioè dal tempo della prima candidatura alle elezioni comunali veneziane). Si tratta ovviamente di un indizio, ma piuttosto significativo. E che si stia intanto ragionando su un progetto - politico, partitico, elettorale o cos'altro - con varie declinazioni di uso lo dimostrerebbe anche il fatto che la citata associazione ha depositato tre domande di marchio per lo stesso concetto, espresso in tre maniere diverse.
La prima non è altro che la denominazione scelta, nuda e cruda: "
Una impronta - recita la descrizione - raffigurante la dicitura Coraggioitalia, in caratteri di fantasia, essendo la seconda lettera I della dicitura Coraggioitalia di dimensioni maggiori". La seconda è minimamente più elaborata, cioè "una impronta raffigurante la dicitura 'Coraggio Italia', in caratteri di fantasia, essendo la dicitura Coraggio posta superiormente alla dicitura Italia di dimensioni maggiori, essendo il tutto racchiuso entro una impronta quadrata". La terza risulta essere l'immagine più affine a un contrassegno elettorale: "il marchio - si legge sempre nella descrizione - consiste in una impronta raffigurante la dicitura 'Coraggio Italia, in caratteri di fantasia, essendo la dicitura Coraggio posta superiormente alla dicitura Italia di dimensioni maggiori, essendo il tutto racchiuso entro una impronta circolare attorno alla quale è presente una fascia circolare aperta superiormente".
La descrizione oggettivamente non è scritta in modo piano, per giunta non c'è alcuna indicazione di natura cromatica (del resto non è stato rivendicato alcun colore nelle domande); tuttavia, a ben guardare, non è difficile immaginare come il simbolo pronto per le schede elettorali potrebbe risultare in technicolor: la "fascia circolare aperta superiormente", infatti, potrebbe tranquillamente essere tinta con un tricolore nella parte alta (con il bianco a dare l'impressione dell'apertura, ove non ci fosse una circonferenza di chiusura), mentre la parte inferiore della fascia potrebbe essere colorata di blu, giusto per completare gli ingredienti cromatici di un potenziale partito catch all, che voglia rivolgersi in modo rassicurante a tutti i moderati grazie ai quattro colori nazionali. Quanto al cerchio centrale contenente il nome scelto, se la font scelta - Din - per la dicitura "Coraggio Italia" non è troppo lontana dal carattere simil-Gill utilizzato per il simbolo della "lista personale" Luigi Brugnaro sindaco, da quell'esperienza si è seriamente tentati di prendere anche il colore fucsia-magenta, scelto nel 2015 da Mauro Ferrari e Paolo Bettio per la prima campagna elettorale di Brugnaro e confermato cinque anni dopo, sempre con successo. Anche il Gazzettino, in un articolo a firma di Michele Fullin, dà per probabile il dominio del colore fucsia che ha portato fortuna nella città lagunare e si è legato a Brugnaro più che a chiunque altro.
Mentre il sindaco di Venezia - che tale comunque resterebbe - si limita a dire di aver intenzione - magari con il contributo di Toti, che conta su una piccola pattuglia parlamentare - di "dare rappresentanza politica a quel 30% di italiani di centro che oggi non ha un partito di riferimento", è sempre il Gazzettino a ricordare che però il nome non è nuovo. Perché il Movimento Coraggio Italia è stato costituito nel 2014 a Bari: aveva un suo sito (ora non accessibile) e ha tuttora una pagina Facebook (il cui aggiornamento è fermo al marzo 2020). L'idea era di costituire un movimento "
a totale servizio del cittadino": chissà come la prenderanno dopo queste notizie, aderendo al progetto nascente di Brugnaro o rivendicando il loro precedente e prolungato uso del nome...

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