domenica 2 marzo 2014

Il girasole di Green Italia per tornare a Strasburgo

In Italia, si sa, la formazione più nota del movimento ambientalista, i Verdi, si è sempre contrassegnata con un sole che ride. In Europa, invece, i green generalmente scelgono come simbolo un girasole. Ed è anche per questo, per una vocazione soprattutto europea, che la corolla stilizzata del fiore campeggia sul simbolo di Green Italia, nuova formazione che unisce persone dalla provenienza decisamente variegata, ma accomunate dall'idea di costituire "una forte presenza di un partito a trazione ecologista", che in Italia sembra mancare da tempo.
Si ritrovano insieme la copresidente dei Verdi europei Monica Frassoni e l'ex finiano Fabio Granata: entrambi ora si ritrovano coordinatori di questo nuovo soggetto politico (cui partecipa anche, per dire, l'ex Pd Roberto Della Seta), che abbandona i colori nazionali per sposare quelli spiccatamente europei. Perchè se il fiore adottato è decisamente internazionale, il fondo non è tinto dell'azzurro italiano, ma del blu della bandiera europea, puntualmente richiamata dalle dodici stelline in circolo nella parte bassa del logo.
E' chiaro che un emblema così si presta particolarmente a iniziare la sua corsa per le elezioni che rinnoveranno le compagini di Strasburgo: la Frassoni, del resto, è stata per due volte europarlamentare e si tratterebbe di un ritorno, dopo la mancata elezione dello scorso anno al Senato. E' probabile a questo punto che il contrassegno arrivi nelle bacheche del Viminale all'inizio di aprile; finora però il girasole non ha portato molta fortuna a chi l'ha usato. Non superò lo sbarramento del 4% il Girasole di Verdi e Sdi nel 2001; non sono mai diventati un partitone i Radicali di sinistra che lo hanno usato e si sono quasi perse le tracce di Siamo Gente Comune di Rosi Mauro. Anche il simbolo finale degli Ecologisti e civici (penultima mutazione dei Verdi) era rimasto con il sole ridente inevidenza, dopo che altri avevano proposto proprio il girasole dei green. C'è da sperare che, da qui ad aprile e maggio, il fiore non perda i petali.

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