martedì 4 febbraio 2020

Liberaldemocratici Italiani, un gabbiano per riprendere il viaggio

Tra le liste che hanno partecipato alle ultime elezioni regionali in Calabria c'era anche la Casa delle libertà, collocata nel centrodestra a sostegno della candidatura di Jole Santelli; in quella formazione - che, essendo rappresentata in consiglio regionale, aveva il pregio di non dover raccogliere le firme per presentarsi - sono confluiti esponenti di varie forze politiche presenti sul territorio. Tra queste, anche i Liberaldemocratici Italiani, un nome che fa nascere nei #drogatidipolitica alcuni pensieri, soprattutto quando si legge che il movimento politico è nato nel 2007 e si nota che il simbolo ha come colore dominante il blu dello sfondo: si tratta per caso dell'evoluzione dei Liberal Democratici fondati da Lamberto Dini verso la fine del 2007 e della breve XV legislatura?
In effetti non ne è l'evoluzione, ma il gruppo non è del tutto estraneo a quella storia, come spiega Giovanni Ciro Palmieri, coordinatore dei Liberaldemocratici Italiani per la Calabria, responsabile del comitato dei garanti e rappresentante legale del soggetto politico. "Il movimento in effetti nasce come associazione il 10 febbraio 2007 - spiega - da un gruppo di persone che, come me, facevano riferimento al Partito liberale, quello ricostituito nel 1997 che nel 2004 aveva ripreso il vecchio nome di Pli. Nel giro di dieci anni, però, si era combinato poco o nulla, così io e altri amici altrettanto scontenti di quella situazione abbiamo fondato quest'associazione di respiro nazionale che si chiamava I liberali, anche se allora non era un soggetto politico: era semplicemente un modo per tenerci in contatto, non disperdere il nostro pensiero liberale e mantenere viva la dialettica tra noi". 
Nel 2009 qualcuno cominciò a muovere le acque: "Alcune persone della nostra area hanno iniziato a impegnarsi e a candidarsi, come liberali a titolo personale: Arturo Diaconale, per esempio, era diventato commissario straordinario del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; Marco Taradash si era candidato come sindaco a Livorno, ottenendo poco più del 28%. Io mi candidai alle elezioni europee nella circoscrizione Italia meridionale, all'interno della lista dei Liberal Democratici, che quell'anno corse anche grazie all'esenzione dalla raccolta firme per l'alleanza con il Maie. Nei mesi successivi alle elezioni fui contattato da Italo Tanoni, che dei Liberal Democratici era diventato il coordinatore nazionale, mentre Lamberto Dini era già andato da tempo nel Pdl. Lui mi chiese di entrare nel partito, anche perché ero riuscito in pochi giorni e con poca visibilità a ottenere 1173 preferenze. Tenga conto che allora i Liberal Democratici avevano comunque due deputati eletti nel Pdl, cioè lo stesso Tanoni e la presidente Daniela Melchiorre, che era stata anche sottosegretaria alla giustizia nell'ultimo governo Prodi. In seguito però il partito ha cambiato più volte collocazione e, dopo la rinuncia di Melchiorre all'incarico di sottosegretario allo sviluppo economico nell'ultimo governo Berlusconi, è andato scemando il ruolo del partito, che nel frattempo si era avvicinato al Nuovo Polo per l'Italia che poi avrebbe sostenuto Monti".
D'accordo, ma i Liberaldemocratici Italiani? "Nella primavera dello scorso anno - ricorda Palmieri - si era parlato della possibilità che i Liberal Democratici di Tanoni, che giuridicamente esistono ancora, partecipassero alle elezioni del 26 maggio nel centrosinistra. A quel punto io, dopo essere tornato in Calabria, mi sono ricordato di quell'associazione del 2007, nata mesi prima dei Liberal Democratici, e assieme ad altre persone si è deciso di trasformarla in movimento politico, modificando lo statuto con i fondatori che erano ancora disponibili, allora erano uno per ogni regione italiana. Visto che però nel frattempo nella politica si era già affacciato un simbolo con la dicitura 'i Liberali', legato a Renato Altissimo, abbiamo pensato di cambiare il nome in Liberaldemocratici Italiani, senza spazio nel nome per non avere problemi. Il simbolo però è rimasto lo stesso, con il colore blu di fondo e un gabbiano stilizzato: in fondo quasi tutti i soggetti liberali o liberaldemocratici europei hanno nel loro emblema un gabbiano o comunque un volatile, cui noi abbiamo aggiunto tre punti verdi, bianchi e rossi, per richiamare il tricolore e richiamare la presenza delle persone".
Il partito è schierato nel centrodestra, anche se per ora non pensa direttamente a presentare liste con il proprio simbolo ("Al momento non abbiamo certo la forza di superare lo sbarramento a livello regionale o nazionale"), ma continua a riorganizzarsi sul territorio nazionale: "Per ora siamo riusciti a coprire tredici regioni con un minimo di struttura - spiega Palmieri - quando le avremo coperte tutte convocheremo un'assemblea nazionale: contiamo di farlo in primavera e lì ci daremo un coordinatore politico e un presidente. Nel frattempo, dove è possibile, stiamo lavorando per costruire liste, anche di natura civica, con altre forze politiche e gruppi". Avendo come sempre l'obiettivo di costruire qualcosa nell'area dei liberali, sperando che il gabbiano possa spiegare davvero le ali.

3 commenti:

  1. Stiamo volando alto, come i gabbiani quando il mare è molto mosso, io mi auguro di continuare a volare e raggiungere un gran risultato, molto diverso di quello dei partiti della discordia. C'è un gran bisogno di cambiamento e di pace sociale.

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  2. In Toscana ci stiamo organizzando per una partecipazione attiva alle prossime regionali, insieme ad altre forze politiche di centro e di centro destra, in armonia, legati da ideali condivisi e pragmaticamente attuabili. Per una reale e proficua alternanza alla sinistra che da decenni amministra la regione Carla Ceretelli, Coordinatore regionale della Toscana

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  3. #spieghiamoleali. La nostra intenzione e cura è la partecipazione alle prossime regionali in Toscana. Insieme ad altre forze di centro e centrodestra. Ci stiamo accordando per la presentazione di una o più liste in concordia, legati da idee e ideali comuni e pragmaticamente attuabili. In alternativa a una sinistra che da decenni governa questa regione.Carla Ceretelli, coordinatore della Toscana per i #liberaldemocraticiitaliani

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