Su queste pagine si è già visto come l'autonomismo siciliano non sia mai stato consegnato al passato: periodicamente partiti o movimenti pongono di nuovo all'attenzione della politica e dei media il problema del rilancio della Sicilia, magari attraverso una sua maggiore autonomia rispetto al resto d'Italia. Può rientrare in questo disegno anche il "battesimo" di un nuovo soggetto politico, che sta muovendo i suoi primi passi e che tra circa un mese e mezzo dovrebbe veder organizzato il suo congresso fondativo. Si tratta di X la Sicilia, un progetto politico che - in base al comunicato diffuso online - riunisce "sindaci, consiglieri ed amministratori locali, giovani e rappresentanti della società civile": il suo primo atto si è compiuto il 1° febbraio a Enna, con un evento di presentazione cui hanno partecipato Francesco Colianni, assessore del Comune di Enna, i sindaci di Randazzo Francesco Sgroi, di Paternò Nino Naso, di Camporotondo Etneo Filippo Privitera e di Fondachelli Fantina Francesco Pettinato; c'erano anche i consiglieri regionali Giuseppe Compagnone, Giovanni Di Mauro e Carmelo Pullara, del gruppo Popolari e autonomisti, nonché l'assessore regionale della famiglia, politiche sociali e lavoro Antonio Scavone.
L'idea, a quanto si comprende, è di continuare a operare nel solco dell'autonomismo che non è mai venuto meno, ma nel tentativo di fare fronte comune ed efficace "per riprendere un cammino - spiegano gli organizzatori - che mette al centro la Sicilia ed il suo sviluppo economico, possibile non certo attraverso misure assistenzialistiche come il reddito di cittadinanza, ma attraverso il sostegno alle imprese".
Per Sgroi le regioni del Nord - con in testa quelle che hanno richiesto più autonomia - hanno un obiettivo preciso: "difendere i loro interessi, nascondendo obiettivi territoriali dietro il paravento del sovranismo spinto; l'autonomia differenziata che chiedono a gran voce ha l'unico obiettivo di trattenere per sé gran parte del gettito fiscale regionale sottraendolo alle casse dello Stato. Una prospettiva nefasta contro la quale dobbiamo organizzarci fin da subito". Uno dei punti più definiti del disegno del nuovo partito è una politica fiscale per la Sicilia che vada incontro a "chi, eroicamente, decide di investire nell'Isola. Oggi i Comuni vivono una condizione di disagio nei confronti dello stato centrale: politiche di bilancio che ingessano risorse, municipi che vanno in dissesto nonostante patrimoni importanti solo per assurdi vincoli di bilancio, il cui costo si riversa sui cittadini e sulle imprese. Il nostro partito deve essere un muro contro queste politiche".
I problemi della Sicilia, ovviamente, sono molti, dal fenomeno mai cessato dell'emigrazione alle difficoltà nell'ambito dell'agricoltura e dei trasporti (da tempo in grave sofferenza): per i promotori del nuovo partito, è anche colpa del fatto che "la Sicilia è del tutto trascurata dalle politiche del governo, basti pensare al decreto sblocca cantieri. Tutte le grandi opere vengono finanziate da Roma in su. Al sud, salvo qualche eccezione, il nulla!", come ha detto Giuseppe Lombardo, assessore di Catania.
Di materiale su cui lavorare, insomma, ce n'è parecchio e il programma "per far rinascere la Sicilia" sarà costruito anche online, aperto al contributo di ogni aspirante militante; il tutto verso il 21 marzo, possibile data per il congresso fondativo del partito. In quella sede si vedrà se sarà mantenuto il nome attuale "X la Sicilia" o si adotteranno altre soluzioni (come "Grande Sicilia", un po' come il Grande Sud già visto in passato); al momento il simbolo circolato non è altro che il nome stesso, in carattere pennellato bianco (lo stesso, ma proprio lo stesso dello slogan leghista maroniano "Prima il Nord") su fondo amaranto. La Sicilia, origine e centro di tutto, è solo scritta a chiare lettere, senza alcuna rappresentazione grafica; c'è tempo, in ogni caso, per confermare, aggiungere, cambiare o spostare.
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