A spulciare senza nemmeno troppa
fatica gli elenchi dei membri del Senato, lei risulta ancora vicepresidente.
Sono passati tre mesi e mezzo dallo “scandalo Belsito”, che ha travolto lei e
squassato la dirigenza della Lega Nord, e Rosa Angela (“Rosi”) Mauro è quasi
tornata nel dimenticatoio per coloro che non si appassionano alle cronache
giudiziarie. Con lei, anche la sua creatura politica nuova nuova, che pure a
palazzo Madama può contare su ben due esponenti (lei e Lorenzo Bodega, uscito
dal gruppo leghista dopo aver votato contro l’espulsione della Mauro).
La formazione, battezzata quasi
un mese fa, si chiama «Siamo gente comune – Movimento territoriale» e porta per
la prima volta un girasole in Parlamento; tutt’al più la seconda, a voler
considerare come primo episodio la presenza dei socialisti dello Sdi e dei
Verdi nella XIV legislatura, che avevano formato la lista del Girasole (ma quei
parlamentari avevano ottenuto il seggio quasi sempre grazie ai collegi della
quota maggioritaria, dunque, a rigore, non con la lista di cui si diceva).
Questa volta il fiore spunta
nella parte bassa del nuovo emblema, su fondo blu, nella mezzaluna descritta
dalle due parti della denominazione riportate, manco a dirlo, in giallo. «È un
fiore molto comune – spiegano al nuovo movimento – che segue sempre il sole:
rappresenta l’immagine del popolo, guidato dal buonsenso e dai valori ben
radicati»: a rappresentare il popolo, in teoria, nove sagome di persone, più o
meno allineate nella parte superiore del contrassegno e del tutto anonime nel
loro azzurrino sfumato. Per carità, se sono allineate significa che nessuna è
più in vista delle altre e nessuno fa la prima donna, eppure l’impressione
complessiva del simbolo è vagamente triste: quelle persone saranno pure «gente
comune» (anche se, a pensare allo stipendio da parlamentare, non ci si crede
molto), ma l’idea che siano anonime e inespressive come quei gruppi di figure
francamente avvilisce un po’. Meglio, molto meglio osservare un campo di
girasoli e godersi lo spettacolo di quei colori accesi: va bene anche un quadro di Van Gogh, ovviamente.
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