Chiuso il deposito dei contrassegni al Viminale, vale la pena di cercare di analizzare tutto ciò che è stato depositato in bacheca. Ci provo, almeno per le informazioni in mio possesso.
1) LEGA NORD - Nessuna sorpresa all'atto del deposito per il partito guidato da Matteo Salvini: il contrassegno era proprio lo stesso che era stato divulgato alla vigilia della presentazione, con Alberto da Giussano sempre dominante, ma con la pulce di Die Freiheitlichen allo stesso livello del Sole delle Alpi, il riferimento alle autonomie (e non solo alla Padania) e l'inserimento voluto della dicitura "Basta €uro" nel segmento blu inferiore: un chiaro messaggio agli elettori (per ottenere consenso) e all'Europa, come programma per coloro che approderanno a Strasburgo.
2) BASTA EURO (ritirato) - E' stato un enigma per molti, questo emblema. Perché la grafica era evidentemente la stessa che la Lega aveva appena inserito nel suo emblema. E le prime due posizioni in fila erano state occupate da persone in qualche modo legate al Carroccio (almeno, così era parso), così pareva strano che qualcuno avesse potuto fondare un'associazione con quel nome. L'emblema sarebbe stato destinato alla bocciatura (e così Roberto Calderoli raccontava ai giornalisti), sta di fatto che, dopo un colloquio dello stesso Calderoli con alcuni funzionari del ministero, il simbolo è stato ritirato e il problema di confondibilità si è risolto da sé.
3) SCELTA EUROPEA - Il simbolo è cambiato una manciata di ore prima del deposito, con la pulce di Scelta civica che ha sostituito la miniatura dell'Alde, anche se resta il riferimento alla famiglia europea nella parte alta del simbolo. Non ci sarà alcun rischio di contenzioso sulla parola "Scelta" e non si dovranno cercare firme (grazie a Centro democratico e Scelta civica); in compenso, le microdimensioni sulla scheda dei tre simboli non sono una garanzia di un buon risultato, ma si deve riconoscere il coraggio di chi ha osato la grafica (con l'handicap però di avere riempito troppo gli spazi, appesantendo il tutto).
4) FRATELLI D'ITALIA - In gran parte il simbolo dei Fratelli d'Italia riprende l'immagine che alle primarie tenutesi nelle settimane scorse è stata maggiormente votata da militanti e simpatizzanti. L'emblema di An ha metà dell'altezza del contrassegno definitivo, coprendo il nodo tricolore (che fu dell'ultima campagna di quel partito): se prima il simbolo di Fdi ricordava molto quello di Alleanza nazionale, ora lo contiene direttamente. Una bacchettata però va a chi ha voluto inserire il cognome di Giorgia Meloni (tra l'altro in giallo, come quello di Fini nel simbolo di An del 2006) in alto, tagliando più in basso il bordo bianco: gusto estetico pari quasi a zero.
5) "IO NON VOTO" Lista civica nazionale - Che cosa dire, che non sia stato già detto su questo simbolo? Carlo Gustavo Giuliana, dopo il suo passato nell'Idv, dal 2006 si dedica con fervore a questo progetto e dall'anno prossimo promette di impiegarvi ancora più tempo, preparandosi a presentare le liste. Nel frattempo il suo simbolo rosanero, in perfetta aderenza alla sua natura palermitana, è sempre tra i primi a essere depositati e la stampa se ne accorge sempre. Anche perché l'idea di capire come si possa trasformare l'astensionismo in voto di protesta e dirottare una parte di quegli stessi voti su quel simbolo in fondo affascina. E Giuliana, sguardo profondo e sciarpina rosa, non si arrende di certo.
6) CASAPOUND ITALIA - Il simbolo è lo stesso che è stato politicamente battezzato l'anno scorso, alle politiche prima e alle amministrative poi. La simbologia è decisamente complessa: ha una ragione la tartaruga, come animale e come formazione militare, così come ce l'ha l'ottagono e ce l'hanno i disegni che si leggono sopra, ma per averli correttamente è meglio fare riferimento al sito ufficiale del soggetto. Resta il dubbio sulla raccolta delle firme: riuscirà il gruppo a ottenere le sottoscrizioni necessarie in tutte le circoscrizioni o si limiterà, ad esempio, a correre al Centro?
7) PARTITO POPOLARE ITALIANO - Luciano Gesuelli, che per anni ha depositato liste (già per la Dc), è stato ingaggiato di nuovo per una presentazione importante. Stavolta il simbolo non era del Pd (come nel 2013), ma quello del Ppi, evoluzione del segno creato da Guido Bodrato nel 1995 dopo la frattura Buttiglione-Bianco. I Popolari hanno sospeso l'attività nel 2002 (il segretario resta Pierluigi Castagnetti), ma Castagnetti deve aver temuto mosse sgradite dopo la comparsa dei Ppi (Popolari per l'Italia) di Mario Mauro: Castagnetti li ha diffidati ma si è protetto anche così (e non solo da loro). Nessuno vuole presentare liste, ma meglio depositare che non depositare.
8) SACRO ROMANO IMPERO LIBERALE CATTOLICO - Sotto questa etichetta coniata nel 1994 si ritrovano le quattro formazioni create via via da Mirella Cece, una storia prima tra i liberali (accanto a Bozzi) e poi nella Dc (fu consigliere giuridico di Martinazzoli), finché non ha deciso di schierare negli anni '90 il suo Movimento Europeo Liberal Cristiano "Giustizia e Libertà". Poi è nato il Sacro Romano Impero e, ancora in seguito, i Giuristi di quell'impero e il gruppo sportivo "Atuttocampo, nel tempo e nello spazio": una grafica sontuosa riassume la teologia della Cece e il suo progetto di monarchia costituzionale-parlamentare, sotto l'egida del Pontefice.
9) L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - Il simbolo incarna la vera sfida a più livelli della sinistra. Innanzitutto perché la mancanza della parola "sinistra", oltre che dei suoi segni tradizionali, non dà garanzie di raccolta di voti: il simbolo è più intellettuale che emozionale, anche se il rosso di solito è una garanzia. Il secondo livello è cromatico: nonostante alcuni simboli visti all'esterno del Viminale, le scritte hanno un'ombra che è carina, ma rischia seriamente di sparire nella stampa delle schede, finendo impastata sul fondo. Inutile parlare di tutto questo, però, se non si centrerà l'impegno delle firme: i partiti della sinistra ora si stanno preoccupando soprattutto di questo.
10) DEMOCRAZIA CRISTIANA - Le sue rappresentanti, in fila, si erano qualificate come "Movimento politico Veritas", ma poi si è materializzato il plotone della Dc di Angelo Sandri (qui precisare è dovuto). Sandri partecipa dal 1998 ai tentativi di rimettere in moto la macchina della Dc. Nel 2002 era diventato segretario diccì (dopo il tentativo di Alessandro Duce) e dal 2004 lo è di nuovo, dopo la sfiducia (contestata) al successore Giuseppe Pizza. Nel 2009 il Viminale ha ammesso l'emblema che sostituiva un cuore allo scudo; ora Sandri torna all'antico e ha denunciato l'uso indebito dello scudo dell'Udc. Difficile che basti a ribaltare la tutela offerta ai partiti presenti alle Camere.
11) non presentato (era Veritas)
12) NO EURO - LISTA DEL GRILLO PARLANTE - Ennesima variazione del gruppo di Renzo Rabellino: nel 2008 coniò la Lista del Grillo parlante (con "Grillo" enorme e "parlante" piccolo e chiarissimo) e non andava bene. Nel 2013 il simbolo (pur con un grillo solo) era già al plurale, ma "Grilli" era ancora troppo grosso e si dovettero cambiare le proporzioni; ora "Parlante" è ancora più pesante ed evidente, ma la versione è tornata al singolare. Difficile dire se il Ministero accetterà il Grillo grazie alla parolona sottostante o lo boccerà nonostante questa. Certamente però Rabellino non rischia contestazioni per il No Euro, che usa da oltre dieci anni, altro che la Lega.
13) CHIAMIAMOLO PER IL PIEMONTE - Una persona ben informata e che guarda lontano mi ha consigliato di vedere con attenzione questo emblema, nuovo e difficile da interpretare. Quando però è stata offerta la chiave di lettura delle precoci elezioni regionali piemontesi, il cielo si è aperto all'improvviso: il segno è nel bel mezzo della brigata Rabellino, così non è stato assurdo vedere una certa somiglianza della parola "Chiamiamolo" con il cognome di Chiamparino. E non è affatto detto che, tra qualche mese, le somiglianze non possano aumentare ancora: dal mazzo di Rabellino spuntano sempre carte nuove. Per ora il simbolo è perfettamente ammissibile.
14) PENSIONATI E INVALIDI - GIOVANI INSIEME - Il simbolo è legato a Luigina Staunovo Polacco (e ha avuto non gradita notorietà a causa della vicenda giudiziaria delle ultime elezioni regionali in Piemonte) e lo ha depositato su sua delega un altro membro del gruppo arrivato a Roma con Rabellino. Si tratta dello stesso emblema che un anno fa aveva irritato non poco il Partito pensionati di Carlo Fatuzzo, dal momento che ne copiava decisamente la font con cui è scritto il nome. Per il Viminale e per l'Ufficio elettorale presso la Cassazione, però, andava bene così e non c'era niente da cambiare; perché cambiare questa volta, dunque?
15) LEGA PADANA - Ultimo segno depositato dal gruppo di Rabellino, è la versione accettata nel 2013 dell'emblema creato dal piemontese nel 2003. Il Viminale aveva bocciato la versione "nazionale" con il lambello del Piemonte, il leone di san Marco e la bandiera della Lombardia: pare che il vessillo lombardo (proposto pure dall'Unione padana) fosse descritto come croce, provocandone la bocciatura come segno religioso. Anche se un segno simile era già stato ammesso dal ministero nel 2009, quella volta si dovette mettere questa pezza. E la Lega Nord tentò di opporsi a quest'uso del termine "Lega", senza successo. Uno scenario destinato a replicarsi.
16) LA CATENA - Difficile, obiettivamente, trovare un simbolo più spiazzante di questo. Va archiviata la tentazione di bollare il segno come un simbolo fascista (quindi non si applica nessuna disposizione finale della Costituzione), nonostante la presenza della doppia ascia. A depositare il simbolo, l'artigiano trentino Franco Bruno, uno che - lo ripete davanti al Viminale - si è fatto 800 chilometri per arrivare a Roma e dire la sua rabbia. La catena sarà pure quella del lavoro, ma ogni elemento del contrassegno deve stare nel cerchio: manca una circonferenza. Ammesso che non si veda nel logo un invito alla violenza: il destino del segno potrebbe cambiare (ma non è detto).
17) ITALIA DEI VALORI - Rispunta il partito fondato da Antonio Di Pietro in un evento politico di livello nazionale: il simbolo è quello ultima maniera, senza più il nome del leader, ma con l'elemento tricolore e il cielo che movimentano un po' l'emblema. Resta al suo posto (anzi, in fase di volo in alto a sinistra) il gabbiano arcobaleno che caratterizzava la forza già di Di Pietro fin dai suoi primi passi; la formazione di Ignazio Messina non deve raccogliere firme, essendo già presente a Strasburgo. Il simbolo è senz'altro ammesso e finirà sulle schede; quanti voti possa prendere, è difficile dirlo.
18) RECUPERO MALTOLTO - Enrico Andreoni non demorde e, come da molti anni a questa parte, presenta il suo simbolo "del salvadanaio" (che stavolta, da verde che era, torna blu). Nel contrassegno il copione è lo stesso del 2013: nel prezioso giaciglio, ora come l'anno scorso, c'è il riferimento agli Stati uniti (d'Europa ovviamente), mentre le indicazioni inferiori toccano alcuni punti già ribaditi in passato. Vale certamente per la richiesta non procedere ad amnistie, come pure l'invito ad abolire le province: cambia invece la formula dell'acqua bene comune. Perché Aqua alla latina richiede anche gli omologhi "bonum commune", sennò si pensa che sia un errore.
19) PARTITO INTERNETTIANO - La W di "web" e la chiocciola legata alla posta elettronica vengono presentate in modo pressoché costante dal 2001 (all'inizio nere su fondo azzurro, ormai da tempo gialle su sfondo bicolore). Il messaggio del gruppo di Francesco Miglino è sempre lo stesso: solo attraverso internet, "il più rivoluzionario strumento di partecipazione diretta", è possibile immaginare un coinvolgimento di tutti, nella politica e nelle sfide necessarie presenti e future, contro poteri forti e oscuri. Nessun problema ovviamente per il simbolo, che non offre motivi di bocciatura, anche se esteticamente può non piacere.
20) PENSIONATI CONSUMATORI - Di fatto il simbolo è una new entry, almeno per la politica nazionale. A sbirciare sulla pagina Facebook, tutto sembra partito dalla Basilicata, con tale Luigi Pergamo, assicuratore, come coordinatore nazionale: da lì è nato il tentativo di presentarsi in varie zone d'Italia, soprattutto Campania e Lombardia (ma non solo), allargando sempre di più il giro. I colori nazionali sono i soliti quattro, le categorie cui il segno - del tutto legittimo - si rivolge sono già ben coperte. Difficile dire che spazio potrà trovare e difficile che Fatuzzo dei Pensionati sia contento della novità simbolica di queste elezioni (come pure di altri emblemi).
21) LEGA PER L'ITALIA - Si ripresenta praticamente con lo stesso simbolo già visto la Lega per l'Italia (riducendo e spostando solo un po' più in basso il segno dell'Unione europea). La sigla, peraltro, sembra piuttosto legata allo stesso gruppo di Pergamo, non a caso in alcune elezioni amministrative è comparso un simbolo composito per entrambe le formazioni. Non stupisce allora che gli emblemi siano stati depositati uno dopo l'altro. Stupirebbe molto di più, casomai, che riuscissero a raccogliere le firme; nessun problema dato dalla parola Lega nel nome, del tutto ammissibile.
22) PARTITO DELLE AZIENDE - Altra new entry assoluta per le elezioni di rango nazionale: questa grafica, evidentemente basata sul look delle monete da un euro, nasce in Veneto ed è legata a un gruppo che ha Fabrizio Frosio come segretario. "Il Partito delle Aziende - si legge nel sito internet - nasce per restituire dignità e rappresentanza politica al Lavoro", con l'idea di stabilire un nuovo patto tra produttori. Non stupisce che il tutto nasca e cresca nel Nord-Est (a Bussolengo), mentre inquieta un po' la testa di aquila (molto confindustriale) che spunta nel centro del monetone, un po' a sinistra. Forse si può fare meglio.
23) MOVIMENTO 5 STELLE - Poco, pochissimo da dire questa volta sul simbolo legato a Beppe Grillo, se non che la persona delegata dall'attore genovese si è presentata con tutta calma al Viminale, senza bisogno di fare file lunghe giorni, con la certezza che la pletora di parlamentari eletti un anno fa sarebbe stata sufficiente a proteggere il segno. Così è, tra l'altro solo un simbolo (quello di Rabellino) in qualche modo può essere considerato un clone del contrassegno stellato: la forza grafica di quest'unione di segni originariamente deboli è stata ampiamente dimostrata negli anni e su queste pagine ne abbiamo parlato più volte.
24) VALENTINO PRESIDENTE - A volte ritornano. Così, dopo anni in cui presentava due formazioni distinte (Movimento pensionati europei e Movimento autonomo autotrasportatori europei), con gran sfoggio di blu e di stelle (oltre che di un TIR), tale Giovanni Valentino già alle scorse elezioni politiche aveva riunito i due segni, con le solite stelle europee, mettendo in maggior evidenza il proprio cognome. Lo fa anche stavolta, anche se non c'è nessuna presidenza da rivendicare (a meno che il suddetto si voglia candidare a Strasburgo, ma sarebbe difficile pensarlo, con tutto il rispetto). Ammesso sarà ammesso, ma le firme non proverà nemmeno a raccoglierle.
25) non presentato
26) NUOVO CENTRODESTRA - UNIONE DI CENTRO - Pare frutto della fretta con cui è nato il cartello il simbolo misto di Ncd (che occupa la parte più ampia e visibile del cerchio) e Udc. Le vele quasi spariscono per il fondo bianco; emerge solo lo scudo crociato, schiacciato per farlo stare in quello spazio. Spariscono i Popolari per l'Italia di Mauro (dopo che l'emblema composito con l'Udc era stato mostrato ai media), rappresentati solo dalla sigla Ppe. Eppoi si registra la reazione della Dc di Sandri alla vista del simbolo: "Che c'entra lo scudo con i mafiosi?", urla il napoletano Antonio Fierro verso il depositante, Dore Misuraca. Che non fa una piega e tira dritto.
27) FORZA JUVE - BUNGA BUNGA - USEI - Inutile negarlo, il simbolo è una notizia. E non perché "l'eroe dei due mondi" Marco Di Nunzio ha unito le due creature in cui crede di più (Forza Juve e Movimento Bunga Bunga); anche stavolta, per inciso, il Nostro ha rinunciato all'antica silhouette femminile del simbolo, mantenendo come nel 2013 l'idea del calcio, stavolta all'Euro (va di moda). Il fatto è che Di Nunzio ha agganciato l'Usei (Unione sudamericana emigrati italiani: niente dialettismi veneti o emiliani, please!) che ha un'eletta alla Camera: questo dovrebbe evitare a Di Nunzio la raccolta firme e la lista Bunga Bunga potrà correre a livello nazionale. Da non perdere.
28) PARTITO PENSIONATI - Mantiene la consueta pulizia l'emblema del Partito pensionati, che da sempre fa riferimento a Carlo Fatuzzo. In mezzo a tanti, tantissimi emblemi basati sul concetto di horror vacui (o horror albi, visto che il vuoto di fatto è bianco), c'è chi ha il coraggio da sempre di fondare tutto su un'unica parola, scritta in blu (stesso colore della circonferenza). Non era il primo partito legato ai pensionati, ma vorrebbe tanto essere l'unico: negli anni ha puntualmente presentato opposizione contro altri simboli contenenti quella parola magica (specie se proposta con la stessa font). Eppure nessuno può avere l'esclusiva politica sui pensionati.
29) DESTRE UNITE - Tutto piemontese e solo cautelativo, il simbolo depositato da Massimiliano Panero, responsabile regionale del cartello di destra (La Destra, Destra sociale, Fli) che tentava di riunire sotto un unico emblema una parte significativa delle forze politiche di destra, che però non si riconoscono in Fratelli d'Italia. Non c'è alcuna intenzione di presentare liste a queste elezioni, ma intanto le due lingue di fuoco che fanno il verso al Front National francese sono l'unico concorrente grafico della fiammella passata dal Msi ad An a Fdi; sono clamorose e "pesanti" le assenze in bacheca della Destra di Storace e della Fiamma tricolore.
30) CDU - CRISTIANI DEMOCRATICI UNITI - Aveva detto di non voler fare più cause per la titolarità dello scudo crociato Mario Tassone, ben deciso a riattivare la creatura politica di cui era stato presidente del consiglio nazionale prima della confluenza nell'Udc. Ora che, a suo dire, l'Udc ha fallito nel suo compito, lui vuole comunque marcare la sua presenza. E se nel sito oscilla tra il lettering della Cdu tedesca e uno scudo crociato tradizionale non arcuato, Tassone per le europee sceglie uno scudo ignobilmente stiracchiato, con un'ombra-bordo tricolore che ci azzecca ben poco, anzi, niente. La bocciatura, giuridica e grafica, è assicurata.
31) IO CAMBIO - MAIE - Il movimento fondato dall'ex leghista Angelo Alessandri era già apparso in bacheca l'anno scorso, senza velleità elettorali. Quest'anno il discorso è diverso, non tanto per il deciso ritorno al verde del simbolo di Io cambio (la svolta è di qualche mese fa). Il simbolo testimonia l'avvio di un cammino comune con il Maie - Movimento associativo italiani all'estero. Il primo effetto è l'esenzione dalla raccolta di firme grazie ai parlamentari ottenuti dal Maie nel 2013: le liste, per lottare contro questa Europa e quest'Euro, sono già pronte.
32) PARTITO DEMOCRATICO - Data la fama del simbolo in sé, non c'è molto da dire. Rispetto alla precedente partecipazione alle elezioni europee, nel 2009, il partito ha scelto di aggiungere - applicando alla lettera le istruzioni del Viminale per le candidature - il riferimento alla famiglia europea di riferimento. C'è dunque la sigla del Partito socialista europeo su un segmento rosso, un inserimento anche abbastanza discreto. Certo, al suo posto poteva esserci una rosa (nella grafica legata al Pse), anche per coinvolgere di più il Psi, ma il fiore sul contrassegno non c'è. L'area cattolica si sarebbe forse sentita accerchiata o le ragioni sono più semplici e ci sfuggono?
33) TERRA NOSTRA - Chi l'ha detto che le liste di scopo possono essere solo legate ai radicali, come spesso è successo? Qui ce n'è una di matrice meridionale, che mette al centro proprio la terra del Sud, gialla su fondo azzurro sfumato (come il mare intorno). La lista si pone come obiettivo ottenere il rispetto dei diritti fondamentali alla dignità e alla vita, che oggi nel Sud spesso sono violati; nell'elenco dei candidati ci sarebbero solo persone nuove alla politica e la circoscrizione sarebbe solo quella dell'Italia meridionale. Il problema però sono le 30mila firme: la lista chiede che il numero sia ridotto per decreto, ma difficilmente accadrà.
34) MOVIMENTO SOCIALE PER L'EUROPA - Ecco l'unico altro simbolo che ospita qualcosa che può ricordare (alla lontana) una fiamma, con la particolare stilizzazione delle ali di un'araba fenice, una nera e una rossa. A consegnare il simbolo al Ministero dell'interno dovrebbe essere stato tale Giuliano Castellino, che però attualmente fa parte della direzione nazionale della Destra di Storace. Probabilmente non c'è la minima intenzione di presentare liste e il simbolo è stato presentato solo a scopo cautelativo (per non farselo sfilare) e per marcare la propria presenza: in fondo si tratta di perdere giusto un po' di tempo per uffici.
35) NUOVA ITALIA - Non è certo la prima uscita ministeriale per questo simbolo: al Viminale lo si vede dal 2004, anno in cui tentò di piazzare sul tricolore uno scudo con un accenno di croce e di fiore della vita (quello che la Lega ha reinterpretato come Sole delle Alpi), bocciati in prima battuta dal ministero. A un decennio esatto da quell'esperienza il contrassegno, dopo essere stato presentato a tutte le elezioni di livello nazionale, torna all'appuntamento elettorale. Anche qui, le firme verosimilmente non saranno presentate (né sembra esserci l'intenzione di raccoglierle), ma la testimonianza a quanto pare è quella che conta.
36) DEMOCRATICI DI SINISTRA - Qualcuno si è stupito, vedendo spuntare di nuovo una quercia, ma non c'è nulla di strano. I Ds continuano a esistere (per ora) e depositano ugualmente il logo, senza l'intenzione di raccogliere le firme. Si vuole però evitare che altri depositino il simbolo: nel 2008, infatti, il barlettese Antonio Corvasce aveva presentato proprio quell'emblema, sostenendo di essere il nuovo presidente dei Ds dopo un congresso straordinario tenutosi a Barletta poco prima. Per capire chi siano i "veri" Ds c'è una causa in corso; intanto Ugo Sposetti, tesoriere della segreteria Fassino, continua a far arrivare la "sua" quercia al Viminale.
37) MOVIMENTO DI INSORGENZA CIVILE - Fa la sua prima comparsa al Viminale il Movimento di insorgenza civile, formazione meridionalista, contraria alle mafie, come pure alle ideologie storiche. "La vera libertà individuale - si legge sul sito - non può esistere senza sicurezza economica e indipendenza per il nostro territorio": il soggetto nasce per "la riconquista della piena sovranità culturale, politica, economica del Sud Italia e la fine della Questione Meridionale". La formazione si identifica con la sagoma del Meridione ("l'Italia meridionale preunitaria") e con un trifoglio. Non passa inosservata la pulce del Movimento Duosiciliano, appaiato per l'occasione.
38) FORZA ITALIA - Nessuna sorpresa da parte di Forza Italia, che al Ministero ha presentato lo stesso simbolo che era stato annunciato sul sito del partito pochi giorni fa. Resta dunque la bandiera storica (apparsa per l'ultima volta sulle schede europee nel 2004, ma depositata per sicurezza anche nel 2009), con l'aggiunta del cognome "Berlusconi", sebbene non ci sia alcuna guida da indicare per il partito. Il colpo di scena, casomai, qualcuno lo aspetta leggendo le liste: non è ancora tramontata la possibilità che uno dei figli del fondatore di Forza Italia si candidi, dando ulteriore corpo al brand inserito nel simbolo.
39) PENSIONI E LAVORO - ASSOCIAZIONE DEGLI ITALIANI IN SUD AMERICA - I cartelli elettorali di due partiti con i simboli in vista si chiamano di solito "biciclette"? Ecco che qualcuno ha pensato di darne una raffigurazione plastica, infilando al posto delle ruote i contrassegni di Pensioni & Lavoro di Ugo Sarao (vera mente dell'operazione) e dell'Associazione degli Italiani in Sud America, in passato rappresentata in Parlamento. Lo sfondo è quello di un'Europa in 3D, coi confini ben marcati. Dalla canna della bici pende un cartello giallo con una scritta nera: "... e si riparte". Contro la crisi? Chissà: intanto, ora che c'è la bici, c'è da pedalare.
40) MOVIMENTO ITALIANO DISABILI - La grafica del logo non lascia dubbi sulla categoria cui si riferisce. L'obiettivo del movimento presieduto da Francesco Ferrara rimane sempre lo stesso: "difendere i sacrosanti diritti e una decorosa esistenza per ogni portatore di “diversa abilità” (invalidità civile) e pensionati". L'intento certamente è nobile e il gruppo vorrebbe portare avanti le proprie battaglie anche grazie alla partecipazione alle elezioni; è quasi impossibile, però, che la formazione sia davvero in grado di raccogliere le firme. Per ora ci si limita a operazioni di testimonianza come questa: almeno per questi giorni, le telecamere sanno che il Mid esiste.
41) VERDI EUROPEI - La scritta "Verdi" così evidente (sia pure in negativo, bianco su verde per la prima volta) è della federazione dei Verdi, come del resto il noto sole che ride (che fa da puntino per la I), l'idea del girasole è della formazione ambientalista nata da meno tempo, Green Italia, ma la forma del fiore è quella della famiglia dei Verdi europei. E proprio a quel partito europeo si richiama questa formazione (l'ultima lista ecologista nazionale risale al 2006), sperando che gli uffici le riconoscano il diritto di partecipare senza raccogliere firme, in quanto espressione di un partito rappresentato a Strasburgo. Sarà dura, ma loro ci provano lo stesso.
42) ITALIA MODERATA - Non è certo la prima presenza in bacheca per il simbolo dell'arcobaleno, o per lo meno per uno dei simboli che lo utilizza al di sopra del tricolore e con il solito azzurro di fondo. Il movimento esiste dalla fine degli anni '90 e il suo riferimento è Antonio Sabella. "L’ambizione di Italia moderata - si legge nel sito - è di raccogliere in un unico contenitore tutte le forze moderate del Paese per il bene comune". Difficile però che il movimento politico riesca a raccogliere firme sufficienti per presentarsi su tutto il territorio nazionale; in ogni caso, il deposito del simbolo è pur sempre un momento di visibilità e Sabella non vi ha certo rinunciato.
43) PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI - Nel 2013 il Pdci ovviamente esisteva ancora come esiste tuttora, ma partecipava al cartello Rivoluzione civile e non aveva presentato liste. Lo stesso, a dire il vero, è accaduto nel 2009 (era parte della Lista anticapitalista) e nel 2008 (aveva contribuito all'esperienza poco felice della Snistra - l'Arcobaleno). In tutti questi anni, però, il partito nato con Cossutta e Diliberto ha continuato a presentare il suo simbolo, per tutelarlo e conservare una presenza (anche se magari lo faceva dichiarare senza effetto per documentazione incompleta). In caso di copioni, meglio poter intervenire.
44) PARTITO SOCIALISTA ITALIANO - Piuttosto che presentare una lista autonoma, meglio federarsi col Pd. Questo messaggio è stato sostanzialmente approvato dagli organi dirigenziali del partito di Riccardo Nencini e così dovrebbe essere (anche se, avendo alcuni eletti in Parlamento, il Psi poteva fare lista a sé, con la certezza però che sarebbe rimasta lontana dalla soglia di sbarramento). Il simbolo però c'è comunque, per marcare la presenza socialista a queste elezioni. Se poi la rosa fosse finita anche sull'emblema del Pd, Nencini sarebbe stato ancora più contento, ma nella vita non si può avere tutto.
45) SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - Eliminato il riferimento a Nichi Vendola su richiesta dello stesso leader del partito, Sel torna al simbolo in uso tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010, con l'elemento rosso campito a frottage. Potrebbe fare una propria lista (non avrebbe bisogno di firme da raccogliere, vista la sua presenza in Parlamento), ma sceglie di appoggiare la lista Tsipras, soprattutto nella raccolta delle sottoscrizioni. L'esperienza di Sel di fatto è l'evoluzione di Sinistra e libertà delle scorse europee, mentre questa volta preferisce saltare un giro e concentrarsi sulla politica in Italia. Ma nelle bacheche del ministero arriva comunque.
46) FORZA NUOVA - Torna di nuovo il parallelogramma rosso con iniziali nere che da poco meno di dieci anni rappresenta Forza Nuova. Il partito non ha rappresentanti parlamentari a Roma o a Strasburgo, per cui dovrebbe raccogliere le firme. Difficile che riesca a farlo su tutto il territorio nazionale, mentre potrebbe anche farcela nelle aree in cui è più radicato (a partire dalla circoscrizione dell'Italia centrale). Certamente però il simbolo si ascrive tra quelli (molti, in questa tornata) che gridano con forza he non vogliono l'Europa così com'è, o forse non la vogliono per niente. Chissà se riusciranno a convincere gli elettori...
47) PARTITO COMUNISTA - I Comunisti Sinistra popolare di Marco Rizzo non vogliono mancare a questo appuntamento, usando il "nuovo" nome di Partito comunista. Dopo la bocciatura della grafica dell'anno scorso però (la falce gialla e lo sfondo bianco poteva in qualche modo rimandare al simbolo di Rifondazione, anche se Rizzo non la pensava proprio così), il Pc accetta di conservare il simbolo ammesso nel 2013 dal Viminale, con gli "arnesi" bianchi e il fondo grigio. L'effetto cromatico, va detto, non è proprio esaltante, ma intanto si marca la presenza, anche se difficilmente si vedranno liste con quel contrassegno.
48) ITALIA UNITA - BASTA TASSE - Dopo la prima apparizione nazionale alle politiche dello scorso anno con quel segno, il movimento liberaldemocratico Italia unita di Luciano Garatti continua a utilizzare il logo Basta tasse, con la scritta blu spennellata su fondo bianco, è certamente di impatto e non lascia dubbi sul messaggio da veicolare. Difficile però che riesca a raccogliere tante firme per presentarsi alle elezioni europee (a meno che nel centrodestra qualcuno si sia attivato per dare una mano): più probabile che il deposito sia stato solo cautelativo, per non farsi soffiare l'idea. Non si sa mai, in tempi di tasse odiate come questi...
49) SUDTIROLER VOLKSPARTEI - Non si sono abituati solo gli italiani altoatesini a questa presenza simbolica: la stella alpina è legata al Partito popolare sudtirolese fin dalle prime elezioni della Repubblica (prima su fondo bianco, da molti anni su fondo nero). Il connubio è talmente forte da riuscire difficile immaginare un abbinamento diverso per la Svp. Probabile che il simbolo appaia solo nelle liste della circoscrizione Nord-Est, ma non ci sono sicuramente problemi di firme (del resto la Svp ha già rappresentanti alle Camere). Chi cercherà la stella alpina sulla scheda, non avrà certo problemi a trovarla anche stavolta.
50) POPOLARI ITALIANI PER L'EUROPA - Spunta per la prima volta alle elezioni nazionali un altro scudo crociato, stavolta riferito all'europarlamentare uscente Giuseppe Gargani (ex Udc e non solo, oltre che storico diccì). I Pie sfoggiano le stelle europee, l'azzurro popolare e democristiano per eccellenza e, come si diceva, l'ombra un po' maliziosa di un altro scudo crociato. Come ombra rischia di essere invisibile sulle schede (ammesso che Gargani riesca a raccogliere le firme, visto che non era stato eletto con questo segno e non è esente), ma questo segno difficilmente passerà così com'è.
51) PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI - Non manca nemmeno il Pcl di Marco Ferrando, duro e puro da tempo nella galassia dei partiti che ancora mantengono la falce e il martello nel loro contrassegno. Al di sotto c'è anche il globo, come ai tempi del secondo Psiup e del Pdup (e, più avanti, di Democrazia proletaria), ma obiettivamente è difficile che questo simbolo possa finire sulle schede: l'obiettivo della raccolta di firme rischia di essere decisamente gravoso anche per questa formazione. Ciò non toglie che il suo posto in bacheca l'abbia raggiunto anche questa volta, per evitare cloni spiacevoli.
52) FORCONI - Illusioni ottiche e verbali,a quanto pare di capire. Perché in effetti in bacheca arriva un simbolo con la scritta "Forconi" in grande evidenza, con tanto di tridente qua e là, per non lasciare dubbi. Poi però, a tempo appena scaduto per il deposito, si presenta al Viminale Mariano Ferro, leader storico dei Forconi in Sicilia, già candidato alla presidenza della regione, che tuona contro chi ha presentato il contrassegno copiando il nome (ma non può opporsi direttamente, perché non ne ha presentato uno suo). Chi sia il copione non si sa (ammesso che qualcuno non abbia voluto creare il caso), ma difficilmente il simbolo finirà sulla scheda.
53) SOLIDARIETA' - LIBERTA' GIUSTIZIA E PACE - La sede principale di questa associazione è la rete, luogo in cui agire perché "al centro dell'azione politica sia davvero la persona umana, dal concepimento e in tutto l'arco del suo sviluppo sino al naturale tramonto". La rappresentazione è un po' criptica: lo statuto colloca sopra al segmento circolare blu "un trapezoide scaleno avente la base maggiore sulla linea orizzontale che divide i due segmenti circolari e caratterizzato da una sfumatura dal verde chiarissimo a un verde più scuro e da alcuni trattini grigi orizzontali, simboleggiante una strada diritta in prospettiva". Ci fidiamo della descrizione...
54) PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - Il simbolo presentato dal Prc è esattamente lo stesso che è in uso da vari anni. Anche nel 2013 era stato depositato lo stesso emblema, ma era stato dichiarato senza effetti per incompletezza della documentazione (ma al partito non interessava minimamente presentare liste: partecipava a Rivoluzione civile). Anche quest'anno è probabile che sia così; del resto, nemmeno Rifondazione comunista sarebbe esentata dalla raccolta delle migliaia di firme necessarie e l'obiettivo da raggiungere sarebbe molto arduo. In questi casi, meglio combattere in un altro modo.
55) FEDERALISTI DEMOCRATICI EUROPEI - Il gruppo, presieduto da Eugenio Giulianelli, si pone come obiettivo il riavvicinamento tra la politica e gli abitanti, ma pensando l'operazione in chiave europea. Il tutto per il recupero di una dimensione autentica del potere dei cittadini; punto d'arrivo, tra l'altro, è un'Unione europea che sia anche politica, oltre che economica. Spicca nell'emblema una spirale di 28 stelle che si sovrappone all'immagine di un airone, un animale che è stato raramente scomodato o saccheggiato dal grafico di turno. Anche qui, però, possibilità concrete di raccogliere le firme radenti lo zero.
56) PARLAMENTARE INDIPENDENTE - Fa ogni volta piacere ritrovare questo emblema, espressione delle idee di un Uomo (Lamberto Roberti) che come slogan ha scelto "Uomini in Parlamento, non partiti". L'emblema arcobaleno è tra i pochi simboli nati non con Photoshop, ma rigorosamente a mano. L'ammissione è scontata, ma difficilmente si accompagnerà alla formazione di liste (alle politiche c'era andato vicino). Vedere però all'opera il tentativo di democrazia solipsista di Roberti, con le elezioni ogni cinque anni per eleggere insieme il personale per tutti i livelli di governo, sarebbe interessante. Magari funzionerebbe meglio del sistema di oggi.
57) MOVIMENTO POETI D'AZIONE - La formazione politica è nata nel 1994, giusto vent'anni fa: non potevano mancare i Poeti d'azione fondati e guidati da Alessandro D'Agostini, che si è presentato al Viminale con tanto di gigantografia del simbolo, contesissimo dalle telecamere come Mirella Cece e altri eroi simbolici. "I poeti d’azione - si legge nel sito - rivendicano il ruolo sociale della figura di artista e la centralità dello stesso nel contesto sociale di una comunità sana". E allora quale miglior vetrina della presentazione dei simboli, per far conoscere la propria battaglia e rivendicarne la bontà? In tempi impoetici come questi, non è poco.
58) PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO ITALIANO - Tra i partiti storici che negli ultimi anni hanno cercato di non sparire, questa volta in bacheca non si è visto il Pri (e nemmeno il rinominato Pli di De Luca), mentre ci è tornato il Psdi, dopo la sua "riattivazione" avvenuta esattamente dieci anni fa. Il partito, ora nelle mani di Renato D'Andria dopo vicende complesse e combattute, prosegue un'attività ridotta rispetto al passato e una delle attività necessarie è dimostrare la propria esistenza in vita. Ad esempio, continuare a far sorgere il sole dal mare sulle bacheche del ministero; magari verranno anche i tempi per farlo sorgere e votare su tante schede.
59) A-TEAM AUTONOMIE - Nata come lista civica nel 2010 per "la salvaguardia del bene altoatesino più prezioso: l'Autonomia", A-Team - guidato da Elena Artioli - è tra i pochi partiti a dare nel sito una spiegazione dettagliata del simbolo. "Le nostre montagne, la loro imponenza e il loro equilibrio - si legge - hanno ispirato il colore grigio. Il giallo invece è il colore della trasformazione, del cambiamento, della voglia di rinascita". La A "è l’inizio di ogni alfabeto, il primo tassello per la costruzione di qualunque parola". Pensando alle parole chiave, "A come Autonomia, Amore per la nostra terra, Anticasta e Abolizione dell’apartheid tra i gruppi linguistici".
60) FRONTE VERDE ECOLOGISTI INDIPENDENTI - Torna al suo posto l'arciere del Fronte verde, formazione fondata e guidata da Vincenzo Galizia, sempre presente nelle bacheche delle elezioni di livello nazionale dal 2008 in poi. Quella presentata quest'anno è l'ultima variante (per ora) del segno, priva del segmento inferiore verde per dare più spazio e visibilità alla dicitura; non cambia invece il rilievo per l'arciere, un po' Robin Hood, un po' Green Arrow - Freccia verde. Il simbolo sarà accettato, ma è ben difficile che il Fronte verde riesca a raccogliere le firme. In ogni caso, Galizia ci riproverà di certo.
61) ALLEANZA DEI LAVORATORI E DIFESA DELLE PENSIONI - Se a qualcuno deve spettare il titolo di new entry, sembra di dover individuare questo simbolo. Il movimento si riconosce nella guida di Marcello Scalise e punta innanzitutto a rendere effettivo il rispetto della Costituzione; poi c'è naturalmente l'esigenza di riformare l'Europa, cancellando l'euro, evitando ogni forma di aiuto alle banche e lasciando alle spalle ogni politica di austerity. Difficile però che questo soggetto nato da pochissimo possa anche solo pensare di raccogliere le firme necessarie; probabilmente l'esordio è solo rimandato.
62) DEMOCRAZIA CRISTIANA LIBERTAS - Stesso simbolo della Dc-Sandri, stessa voglia di lottare per difendere la propria storia. Il logo è stato presentato dal combattivo siciliano Leo Pellegrino, come iscritto alla Dc dal 1975. Lui, al pari del comitato di iscritti Dc del 1992-1993 guidato da Raffaele Lisi (di cui Pellegrino è parte), brandendo le sentenze d'appello e di Cassazione emesse tra il 2009 e il 2010 (in base alle quali la Dc non è stata sciolta e il cambio di nome in Ppi non era valido perché avvenuto senza congresso), sostiene che il partito ora è rappresentato dagli iscritti: "gli altri utenti dello scudo sono abusivi". In compenso quasi di certo lo scudo sarà bocciato.
63) FRONTE DELL'UOMO QUALUNQUE - Ecco un'altra certezza degli ultimi anni delle elezioni di rango nazionale: prima o poi si presenta l'ultraottuagenario Giuseppe Fortezza che, in qualche modo, ha riattivato il Fronte dell'Uomo qualunque e se ne qualifica come presidente. Il simbolo è quello usato da Guglielmo Giannini negli anni '40 (a parte il vezzo della U rossa, mentre in origine era rigorosamente nera), anche se puntualmente l'emblema viene dichiarato senza effetti per incompletezza dei documenti (probabile che non ci sia la minima intenzione di presentare liste). Ma oggi come allora c'è chi si sente schiacciato e spremuto, come in un torchio.
64) NUOVO PSI - L'attività è certamente ridotta rispetto al passato, ma rimane ben convinto della sua esistenza il Nuovo Psi guidato prima da Stefano Caldoro e ora da Lucio Barani (anche se è stato eletto al Senato con il Pdl). Si tratta, a ben guardare, dell'unico garofano apparso nelle bacheche del Viminale in questa due-giorni simbolica: nessun problema di confondibilità, dunque, anche se è pressoché certo che non ci sia l'intenzione di presentare liste. Magari torneranno tempi più favorevoli e il garofano rispunterà anche sulle schede; per ora ci si accontenta di mantenerlo vivo a livello locale e di inserirlo in bacheca, quando è il caso di farlo.
65) SINISTRA PER IL LAVORO E PER LA PACE - Ogni tanto bisogna ammetterlo: è anche lecito alzare le mani e issare bandiera bianca. Perché in rete di questo simbolo non è dato trovare notizie di una qualche attendibilità. Quale sia l'area di riferimento è ben chiaro, anche per la presenza del logo del Gue, la sinistra europea (che nessun altro partito sfoggia, a parte un richiamo testuale nel simbolo del Prc); chi si celi dietro questa rielaborazione della falce e del martello, tuttavia, al mortale non è dato sapere. Anche se non è difficile immaginare che questo simbolo non finirà sulle schede: raccogliere le firme è difficile per tutti e per questo gruppo non sarà diverso.
66) PENSIONATI D'EUROPA - C'erano i Pensionati di Carlo Fatuzzo in bacheca, ma c'erano anche gli ultimi transfughi, che l'anno scorso hanno fondato in polemica con Fatuzzo i Pensionati d'Europa. Il gruppo ha iniziato a operare sotto la guida dell'ex vicesegretario nazionale dei Pensionati Fortunato Sommella (con base a Napoli): quale migliore occasione per dare segno della propria presenza anche a chi non ne ha mai saputo nulla? Anche qui, è quasi certo che l'emblema resterà nelle bacheche e nelle cartelle del Viminale, senza avventurarsi sulle schede. Intanto però nessuno può dire: "Pensionati d'Europa? E chi li ha mai visti?"
67) ITALIA DEI DIRITTI - Più che un partito, Italia dei diritti è un movimento, nato nel 2006 e legato alla figura di Antonello De Pierro, giornalista romano molto attivo in Rete. Il gruppo si concentra, come da nome, soprattutto sulla difesa dei diritti dei cittadini, non disdegnando lo strumento della denuncia attraverso i media e intraprendendo battaglie che altri trascurano. Italia dei diritti è soprattutto l'ultimo simbolo presentato, quello che conclude il rito del deposito. Il numero è basso (64 segni effettivi), ma la due-giorni è stata intensa. Quindi meglio salutarsi... e l'ultimo che va via spenga la luce e chiuda la porta. O, almeno, lo sportello della bacheca.
13) CHIAMIAMOLO PER IL PIEMONTE - Una persona ben informata e che guarda lontano mi ha consigliato di vedere con attenzione questo emblema, nuovo e difficile da interpretare. Quando però è stata offerta la chiave di lettura delle precoci elezioni regionali piemontesi, il cielo si è aperto all'improvviso: il segno è nel bel mezzo della brigata Rabellino, così non è stato assurdo vedere una certa somiglianza della parola "Chiamiamolo" con il cognome di Chiamparino. E non è affatto detto che, tra qualche mese, le somiglianze non possano aumentare ancora: dal mazzo di Rabellino spuntano sempre carte nuove. Per ora il simbolo è perfettamente ammissibile.
14) PENSIONATI E INVALIDI - GIOVANI INSIEME - Il simbolo è legato a Luigina Staunovo Polacco (e ha avuto non gradita notorietà a causa della vicenda giudiziaria delle ultime elezioni regionali in Piemonte) e lo ha depositato su sua delega un altro membro del gruppo arrivato a Roma con Rabellino. Si tratta dello stesso emblema che un anno fa aveva irritato non poco il Partito pensionati di Carlo Fatuzzo, dal momento che ne copiava decisamente la font con cui è scritto il nome. Per il Viminale e per l'Ufficio elettorale presso la Cassazione, però, andava bene così e non c'era niente da cambiare; perché cambiare questa volta, dunque?
15) LEGA PADANA - Ultimo segno depositato dal gruppo di Rabellino, è la versione accettata nel 2013 dell'emblema creato dal piemontese nel 2003. Il Viminale aveva bocciato la versione "nazionale" con il lambello del Piemonte, il leone di san Marco e la bandiera della Lombardia: pare che il vessillo lombardo (proposto pure dall'Unione padana) fosse descritto come croce, provocandone la bocciatura come segno religioso. Anche se un segno simile era già stato ammesso dal ministero nel 2009, quella volta si dovette mettere questa pezza. E la Lega Nord tentò di opporsi a quest'uso del termine "Lega", senza successo. Uno scenario destinato a replicarsi.
16) LA CATENA - Difficile, obiettivamente, trovare un simbolo più spiazzante di questo. Va archiviata la tentazione di bollare il segno come un simbolo fascista (quindi non si applica nessuna disposizione finale della Costituzione), nonostante la presenza della doppia ascia. A depositare il simbolo, l'artigiano trentino Franco Bruno, uno che - lo ripete davanti al Viminale - si è fatto 800 chilometri per arrivare a Roma e dire la sua rabbia. La catena sarà pure quella del lavoro, ma ogni elemento del contrassegno deve stare nel cerchio: manca una circonferenza. Ammesso che non si veda nel logo un invito alla violenza: il destino del segno potrebbe cambiare (ma non è detto).
17) ITALIA DEI VALORI - Rispunta il partito fondato da Antonio Di Pietro in un evento politico di livello nazionale: il simbolo è quello ultima maniera, senza più il nome del leader, ma con l'elemento tricolore e il cielo che movimentano un po' l'emblema. Resta al suo posto (anzi, in fase di volo in alto a sinistra) il gabbiano arcobaleno che caratterizzava la forza già di Di Pietro fin dai suoi primi passi; la formazione di Ignazio Messina non deve raccogliere firme, essendo già presente a Strasburgo. Il simbolo è senz'altro ammesso e finirà sulle schede; quanti voti possa prendere, è difficile dirlo.
19) PARTITO INTERNETTIANO - La W di "web" e la chiocciola legata alla posta elettronica vengono presentate in modo pressoché costante dal 2001 (all'inizio nere su fondo azzurro, ormai da tempo gialle su sfondo bicolore). Il messaggio del gruppo di Francesco Miglino è sempre lo stesso: solo attraverso internet, "il più rivoluzionario strumento di partecipazione diretta", è possibile immaginare un coinvolgimento di tutti, nella politica e nelle sfide necessarie presenti e future, contro poteri forti e oscuri. Nessun problema ovviamente per il simbolo, che non offre motivi di bocciatura, anche se esteticamente può non piacere.
20) PENSIONATI CONSUMATORI - Di fatto il simbolo è una new entry, almeno per la politica nazionale. A sbirciare sulla pagina Facebook, tutto sembra partito dalla Basilicata, con tale Luigi Pergamo, assicuratore, come coordinatore nazionale: da lì è nato il tentativo di presentarsi in varie zone d'Italia, soprattutto Campania e Lombardia (ma non solo), allargando sempre di più il giro. I colori nazionali sono i soliti quattro, le categorie cui il segno - del tutto legittimo - si rivolge sono già ben coperte. Difficile dire che spazio potrà trovare e difficile che Fatuzzo dei Pensionati sia contento della novità simbolica di queste elezioni (come pure di altri emblemi).
21) LEGA PER L'ITALIA - Si ripresenta praticamente con lo stesso simbolo già visto la Lega per l'Italia (riducendo e spostando solo un po' più in basso il segno dell'Unione europea). La sigla, peraltro, sembra piuttosto legata allo stesso gruppo di Pergamo, non a caso in alcune elezioni amministrative è comparso un simbolo composito per entrambe le formazioni. Non stupisce allora che gli emblemi siano stati depositati uno dopo l'altro. Stupirebbe molto di più, casomai, che riuscissero a raccogliere le firme; nessun problema dato dalla parola Lega nel nome, del tutto ammissibile.
23) MOVIMENTO 5 STELLE - Poco, pochissimo da dire questa volta sul simbolo legato a Beppe Grillo, se non che la persona delegata dall'attore genovese si è presentata con tutta calma al Viminale, senza bisogno di fare file lunghe giorni, con la certezza che la pletora di parlamentari eletti un anno fa sarebbe stata sufficiente a proteggere il segno. Così è, tra l'altro solo un simbolo (quello di Rabellino) in qualche modo può essere considerato un clone del contrassegno stellato: la forza grafica di quest'unione di segni originariamente deboli è stata ampiamente dimostrata negli anni e su queste pagine ne abbiamo parlato più volte.
24) VALENTINO PRESIDENTE - A volte ritornano. Così, dopo anni in cui presentava due formazioni distinte (Movimento pensionati europei e Movimento autonomo autotrasportatori europei), con gran sfoggio di blu e di stelle (oltre che di un TIR), tale Giovanni Valentino già alle scorse elezioni politiche aveva riunito i due segni, con le solite stelle europee, mettendo in maggior evidenza il proprio cognome. Lo fa anche stavolta, anche se non c'è nessuna presidenza da rivendicare (a meno che il suddetto si voglia candidare a Strasburgo, ma sarebbe difficile pensarlo, con tutto il rispetto). Ammesso sarà ammesso, ma le firme non proverà nemmeno a raccoglierle.
25) non presentato
26) NUOVO CENTRODESTRA - UNIONE DI CENTRO - Pare frutto della fretta con cui è nato il cartello il simbolo misto di Ncd (che occupa la parte più ampia e visibile del cerchio) e Udc. Le vele quasi spariscono per il fondo bianco; emerge solo lo scudo crociato, schiacciato per farlo stare in quello spazio. Spariscono i Popolari per l'Italia di Mauro (dopo che l'emblema composito con l'Udc era stato mostrato ai media), rappresentati solo dalla sigla Ppe. Eppoi si registra la reazione della Dc di Sandri alla vista del simbolo: "Che c'entra lo scudo con i mafiosi?", urla il napoletano Antonio Fierro verso il depositante, Dore Misuraca. Che non fa una piega e tira dritto.
27) FORZA JUVE - BUNGA BUNGA - USEI - Inutile negarlo, il simbolo è una notizia. E non perché "l'eroe dei due mondi" Marco Di Nunzio ha unito le due creature in cui crede di più (Forza Juve e Movimento Bunga Bunga); anche stavolta, per inciso, il Nostro ha rinunciato all'antica silhouette femminile del simbolo, mantenendo come nel 2013 l'idea del calcio, stavolta all'Euro (va di moda). Il fatto è che Di Nunzio ha agganciato l'Usei (Unione sudamericana emigrati italiani: niente dialettismi veneti o emiliani, please!) che ha un'eletta alla Camera: questo dovrebbe evitare a Di Nunzio la raccolta firme e la lista Bunga Bunga potrà correre a livello nazionale. Da non perdere.
28) PARTITO PENSIONATI - Mantiene la consueta pulizia l'emblema del Partito pensionati, che da sempre fa riferimento a Carlo Fatuzzo. In mezzo a tanti, tantissimi emblemi basati sul concetto di horror vacui (o horror albi, visto che il vuoto di fatto è bianco), c'è chi ha il coraggio da sempre di fondare tutto su un'unica parola, scritta in blu (stesso colore della circonferenza). Non era il primo partito legato ai pensionati, ma vorrebbe tanto essere l'unico: negli anni ha puntualmente presentato opposizione contro altri simboli contenenti quella parola magica (specie se proposta con la stessa font). Eppure nessuno può avere l'esclusiva politica sui pensionati.
29) DESTRE UNITE - Tutto piemontese e solo cautelativo, il simbolo depositato da Massimiliano Panero, responsabile regionale del cartello di destra (La Destra, Destra sociale, Fli) che tentava di riunire sotto un unico emblema una parte significativa delle forze politiche di destra, che però non si riconoscono in Fratelli d'Italia. Non c'è alcuna intenzione di presentare liste a queste elezioni, ma intanto le due lingue di fuoco che fanno il verso al Front National francese sono l'unico concorrente grafico della fiammella passata dal Msi ad An a Fdi; sono clamorose e "pesanti" le assenze in bacheca della Destra di Storace e della Fiamma tricolore.
30) CDU - CRISTIANI DEMOCRATICI UNITI - Aveva detto di non voler fare più cause per la titolarità dello scudo crociato Mario Tassone, ben deciso a riattivare la creatura politica di cui era stato presidente del consiglio nazionale prima della confluenza nell'Udc. Ora che, a suo dire, l'Udc ha fallito nel suo compito, lui vuole comunque marcare la sua presenza. E se nel sito oscilla tra il lettering della Cdu tedesca e uno scudo crociato tradizionale non arcuato, Tassone per le europee sceglie uno scudo ignobilmente stiracchiato, con un'ombra-bordo tricolore che ci azzecca ben poco, anzi, niente. La bocciatura, giuridica e grafica, è assicurata.
31) IO CAMBIO - MAIE - Il movimento fondato dall'ex leghista Angelo Alessandri era già apparso in bacheca l'anno scorso, senza velleità elettorali. Quest'anno il discorso è diverso, non tanto per il deciso ritorno al verde del simbolo di Io cambio (la svolta è di qualche mese fa). Il simbolo testimonia l'avvio di un cammino comune con il Maie - Movimento associativo italiani all'estero. Il primo effetto è l'esenzione dalla raccolta di firme grazie ai parlamentari ottenuti dal Maie nel 2013: le liste, per lottare contro questa Europa e quest'Euro, sono già pronte.
32) PARTITO DEMOCRATICO - Data la fama del simbolo in sé, non c'è molto da dire. Rispetto alla precedente partecipazione alle elezioni europee, nel 2009, il partito ha scelto di aggiungere - applicando alla lettera le istruzioni del Viminale per le candidature - il riferimento alla famiglia europea di riferimento. C'è dunque la sigla del Partito socialista europeo su un segmento rosso, un inserimento anche abbastanza discreto. Certo, al suo posto poteva esserci una rosa (nella grafica legata al Pse), anche per coinvolgere di più il Psi, ma il fiore sul contrassegno non c'è. L'area cattolica si sarebbe forse sentita accerchiata o le ragioni sono più semplici e ci sfuggono?
33) TERRA NOSTRA - Chi l'ha detto che le liste di scopo possono essere solo legate ai radicali, come spesso è successo? Qui ce n'è una di matrice meridionale, che mette al centro proprio la terra del Sud, gialla su fondo azzurro sfumato (come il mare intorno). La lista si pone come obiettivo ottenere il rispetto dei diritti fondamentali alla dignità e alla vita, che oggi nel Sud spesso sono violati; nell'elenco dei candidati ci sarebbero solo persone nuove alla politica e la circoscrizione sarebbe solo quella dell'Italia meridionale. Il problema però sono le 30mila firme: la lista chiede che il numero sia ridotto per decreto, ma difficilmente accadrà.
34) MOVIMENTO SOCIALE PER L'EUROPA - Ecco l'unico altro simbolo che ospita qualcosa che può ricordare (alla lontana) una fiamma, con la particolare stilizzazione delle ali di un'araba fenice, una nera e una rossa. A consegnare il simbolo al Ministero dell'interno dovrebbe essere stato tale Giuliano Castellino, che però attualmente fa parte della direzione nazionale della Destra di Storace. Probabilmente non c'è la minima intenzione di presentare liste e il simbolo è stato presentato solo a scopo cautelativo (per non farselo sfilare) e per marcare la propria presenza: in fondo si tratta di perdere giusto un po' di tempo per uffici.
35) NUOVA ITALIA - Non è certo la prima uscita ministeriale per questo simbolo: al Viminale lo si vede dal 2004, anno in cui tentò di piazzare sul tricolore uno scudo con un accenno di croce e di fiore della vita (quello che la Lega ha reinterpretato come Sole delle Alpi), bocciati in prima battuta dal ministero. A un decennio esatto da quell'esperienza il contrassegno, dopo essere stato presentato a tutte le elezioni di livello nazionale, torna all'appuntamento elettorale. Anche qui, le firme verosimilmente non saranno presentate (né sembra esserci l'intenzione di raccoglierle), ma la testimonianza a quanto pare è quella che conta.
36) DEMOCRATICI DI SINISTRA - Qualcuno si è stupito, vedendo spuntare di nuovo una quercia, ma non c'è nulla di strano. I Ds continuano a esistere (per ora) e depositano ugualmente il logo, senza l'intenzione di raccogliere le firme. Si vuole però evitare che altri depositino il simbolo: nel 2008, infatti, il barlettese Antonio Corvasce aveva presentato proprio quell'emblema, sostenendo di essere il nuovo presidente dei Ds dopo un congresso straordinario tenutosi a Barletta poco prima. Per capire chi siano i "veri" Ds c'è una causa in corso; intanto Ugo Sposetti, tesoriere della segreteria Fassino, continua a far arrivare la "sua" quercia al Viminale.
37) MOVIMENTO DI INSORGENZA CIVILE - Fa la sua prima comparsa al Viminale il Movimento di insorgenza civile, formazione meridionalista, contraria alle mafie, come pure alle ideologie storiche. "La vera libertà individuale - si legge sul sito - non può esistere senza sicurezza economica e indipendenza per il nostro territorio": il soggetto nasce per "la riconquista della piena sovranità culturale, politica, economica del Sud Italia e la fine della Questione Meridionale". La formazione si identifica con la sagoma del Meridione ("l'Italia meridionale preunitaria") e con un trifoglio. Non passa inosservata la pulce del Movimento Duosiciliano, appaiato per l'occasione.
38) FORZA ITALIA - Nessuna sorpresa da parte di Forza Italia, che al Ministero ha presentato lo stesso simbolo che era stato annunciato sul sito del partito pochi giorni fa. Resta dunque la bandiera storica (apparsa per l'ultima volta sulle schede europee nel 2004, ma depositata per sicurezza anche nel 2009), con l'aggiunta del cognome "Berlusconi", sebbene non ci sia alcuna guida da indicare per il partito. Il colpo di scena, casomai, qualcuno lo aspetta leggendo le liste: non è ancora tramontata la possibilità che uno dei figli del fondatore di Forza Italia si candidi, dando ulteriore corpo al brand inserito nel simbolo.
39) PENSIONI E LAVORO - ASSOCIAZIONE DEGLI ITALIANI IN SUD AMERICA - I cartelli elettorali di due partiti con i simboli in vista si chiamano di solito "biciclette"? Ecco che qualcuno ha pensato di darne una raffigurazione plastica, infilando al posto delle ruote i contrassegni di Pensioni & Lavoro di Ugo Sarao (vera mente dell'operazione) e dell'Associazione degli Italiani in Sud America, in passato rappresentata in Parlamento. Lo sfondo è quello di un'Europa in 3D, coi confini ben marcati. Dalla canna della bici pende un cartello giallo con una scritta nera: "... e si riparte". Contro la crisi? Chissà: intanto, ora che c'è la bici, c'è da pedalare.
40) MOVIMENTO ITALIANO DISABILI - La grafica del logo non lascia dubbi sulla categoria cui si riferisce. L'obiettivo del movimento presieduto da Francesco Ferrara rimane sempre lo stesso: "difendere i sacrosanti diritti e una decorosa esistenza per ogni portatore di “diversa abilità” (invalidità civile) e pensionati". L'intento certamente è nobile e il gruppo vorrebbe portare avanti le proprie battaglie anche grazie alla partecipazione alle elezioni; è quasi impossibile, però, che la formazione sia davvero in grado di raccogliere le firme. Per ora ci si limita a operazioni di testimonianza come questa: almeno per questi giorni, le telecamere sanno che il Mid esiste.
42) ITALIA MODERATA - Non è certo la prima presenza in bacheca per il simbolo dell'arcobaleno, o per lo meno per uno dei simboli che lo utilizza al di sopra del tricolore e con il solito azzurro di fondo. Il movimento esiste dalla fine degli anni '90 e il suo riferimento è Antonio Sabella. "L’ambizione di Italia moderata - si legge nel sito - è di raccogliere in un unico contenitore tutte le forze moderate del Paese per il bene comune". Difficile però che il movimento politico riesca a raccogliere firme sufficienti per presentarsi su tutto il territorio nazionale; in ogni caso, il deposito del simbolo è pur sempre un momento di visibilità e Sabella non vi ha certo rinunciato.
43) PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI - Nel 2013 il Pdci ovviamente esisteva ancora come esiste tuttora, ma partecipava al cartello Rivoluzione civile e non aveva presentato liste. Lo stesso, a dire il vero, è accaduto nel 2009 (era parte della Lista anticapitalista) e nel 2008 (aveva contribuito all'esperienza poco felice della Snistra - l'Arcobaleno). In tutti questi anni, però, il partito nato con Cossutta e Diliberto ha continuato a presentare il suo simbolo, per tutelarlo e conservare una presenza (anche se magari lo faceva dichiarare senza effetto per documentazione incompleta). In caso di copioni, meglio poter intervenire.
44) PARTITO SOCIALISTA ITALIANO - Piuttosto che presentare una lista autonoma, meglio federarsi col Pd. Questo messaggio è stato sostanzialmente approvato dagli organi dirigenziali del partito di Riccardo Nencini e così dovrebbe essere (anche se, avendo alcuni eletti in Parlamento, il Psi poteva fare lista a sé, con la certezza però che sarebbe rimasta lontana dalla soglia di sbarramento). Il simbolo però c'è comunque, per marcare la presenza socialista a queste elezioni. Se poi la rosa fosse finita anche sull'emblema del Pd, Nencini sarebbe stato ancora più contento, ma nella vita non si può avere tutto.
45) SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - Eliminato il riferimento a Nichi Vendola su richiesta dello stesso leader del partito, Sel torna al simbolo in uso tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010, con l'elemento rosso campito a frottage. Potrebbe fare una propria lista (non avrebbe bisogno di firme da raccogliere, vista la sua presenza in Parlamento), ma sceglie di appoggiare la lista Tsipras, soprattutto nella raccolta delle sottoscrizioni. L'esperienza di Sel di fatto è l'evoluzione di Sinistra e libertà delle scorse europee, mentre questa volta preferisce saltare un giro e concentrarsi sulla politica in Italia. Ma nelle bacheche del ministero arriva comunque.
46) FORZA NUOVA - Torna di nuovo il parallelogramma rosso con iniziali nere che da poco meno di dieci anni rappresenta Forza Nuova. Il partito non ha rappresentanti parlamentari a Roma o a Strasburgo, per cui dovrebbe raccogliere le firme. Difficile che riesca a farlo su tutto il territorio nazionale, mentre potrebbe anche farcela nelle aree in cui è più radicato (a partire dalla circoscrizione dell'Italia centrale). Certamente però il simbolo si ascrive tra quelli (molti, in questa tornata) che gridano con forza he non vogliono l'Europa così com'è, o forse non la vogliono per niente. Chissà se riusciranno a convincere gli elettori...
47) PARTITO COMUNISTA - I Comunisti Sinistra popolare di Marco Rizzo non vogliono mancare a questo appuntamento, usando il "nuovo" nome di Partito comunista. Dopo la bocciatura della grafica dell'anno scorso però (la falce gialla e lo sfondo bianco poteva in qualche modo rimandare al simbolo di Rifondazione, anche se Rizzo non la pensava proprio così), il Pc accetta di conservare il simbolo ammesso nel 2013 dal Viminale, con gli "arnesi" bianchi e il fondo grigio. L'effetto cromatico, va detto, non è proprio esaltante, ma intanto si marca la presenza, anche se difficilmente si vedranno liste con quel contrassegno.
48) ITALIA UNITA - BASTA TASSE - Dopo la prima apparizione nazionale alle politiche dello scorso anno con quel segno, il movimento liberaldemocratico Italia unita di Luciano Garatti continua a utilizzare il logo Basta tasse, con la scritta blu spennellata su fondo bianco, è certamente di impatto e non lascia dubbi sul messaggio da veicolare. Difficile però che riesca a raccogliere tante firme per presentarsi alle elezioni europee (a meno che nel centrodestra qualcuno si sia attivato per dare una mano): più probabile che il deposito sia stato solo cautelativo, per non farsi soffiare l'idea. Non si sa mai, in tempi di tasse odiate come questi...
49) SUDTIROLER VOLKSPARTEI - Non si sono abituati solo gli italiani altoatesini a questa presenza simbolica: la stella alpina è legata al Partito popolare sudtirolese fin dalle prime elezioni della Repubblica (prima su fondo bianco, da molti anni su fondo nero). Il connubio è talmente forte da riuscire difficile immaginare un abbinamento diverso per la Svp. Probabile che il simbolo appaia solo nelle liste della circoscrizione Nord-Est, ma non ci sono sicuramente problemi di firme (del resto la Svp ha già rappresentanti alle Camere). Chi cercherà la stella alpina sulla scheda, non avrà certo problemi a trovarla anche stavolta.
50) POPOLARI ITALIANI PER L'EUROPA - Spunta per la prima volta alle elezioni nazionali un altro scudo crociato, stavolta riferito all'europarlamentare uscente Giuseppe Gargani (ex Udc e non solo, oltre che storico diccì). I Pie sfoggiano le stelle europee, l'azzurro popolare e democristiano per eccellenza e, come si diceva, l'ombra un po' maliziosa di un altro scudo crociato. Come ombra rischia di essere invisibile sulle schede (ammesso che Gargani riesca a raccogliere le firme, visto che non era stato eletto con questo segno e non è esente), ma questo segno difficilmente passerà così com'è.
51) PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI - Non manca nemmeno il Pcl di Marco Ferrando, duro e puro da tempo nella galassia dei partiti che ancora mantengono la falce e il martello nel loro contrassegno. Al di sotto c'è anche il globo, come ai tempi del secondo Psiup e del Pdup (e, più avanti, di Democrazia proletaria), ma obiettivamente è difficile che questo simbolo possa finire sulle schede: l'obiettivo della raccolta di firme rischia di essere decisamente gravoso anche per questa formazione. Ciò non toglie che il suo posto in bacheca l'abbia raggiunto anche questa volta, per evitare cloni spiacevoli.
52) FORCONI - Illusioni ottiche e verbali,a quanto pare di capire. Perché in effetti in bacheca arriva un simbolo con la scritta "Forconi" in grande evidenza, con tanto di tridente qua e là, per non lasciare dubbi. Poi però, a tempo appena scaduto per il deposito, si presenta al Viminale Mariano Ferro, leader storico dei Forconi in Sicilia, già candidato alla presidenza della regione, che tuona contro chi ha presentato il contrassegno copiando il nome (ma non può opporsi direttamente, perché non ne ha presentato uno suo). Chi sia il copione non si sa (ammesso che qualcuno non abbia voluto creare il caso), ma difficilmente il simbolo finirà sulla scheda.
53) SOLIDARIETA' - LIBERTA' GIUSTIZIA E PACE - La sede principale di questa associazione è la rete, luogo in cui agire perché "al centro dell'azione politica sia davvero la persona umana, dal concepimento e in tutto l'arco del suo sviluppo sino al naturale tramonto". La rappresentazione è un po' criptica: lo statuto colloca sopra al segmento circolare blu "un trapezoide scaleno avente la base maggiore sulla linea orizzontale che divide i due segmenti circolari e caratterizzato da una sfumatura dal verde chiarissimo a un verde più scuro e da alcuni trattini grigi orizzontali, simboleggiante una strada diritta in prospettiva". Ci fidiamo della descrizione...
54) PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - Il simbolo presentato dal Prc è esattamente lo stesso che è in uso da vari anni. Anche nel 2013 era stato depositato lo stesso emblema, ma era stato dichiarato senza effetti per incompletezza della documentazione (ma al partito non interessava minimamente presentare liste: partecipava a Rivoluzione civile). Anche quest'anno è probabile che sia così; del resto, nemmeno Rifondazione comunista sarebbe esentata dalla raccolta delle migliaia di firme necessarie e l'obiettivo da raggiungere sarebbe molto arduo. In questi casi, meglio combattere in un altro modo.
55) FEDERALISTI DEMOCRATICI EUROPEI - Il gruppo, presieduto da Eugenio Giulianelli, si pone come obiettivo il riavvicinamento tra la politica e gli abitanti, ma pensando l'operazione in chiave europea. Il tutto per il recupero di una dimensione autentica del potere dei cittadini; punto d'arrivo, tra l'altro, è un'Unione europea che sia anche politica, oltre che economica. Spicca nell'emblema una spirale di 28 stelle che si sovrappone all'immagine di un airone, un animale che è stato raramente scomodato o saccheggiato dal grafico di turno. Anche qui, però, possibilità concrete di raccogliere le firme radenti lo zero.
56) PARLAMENTARE INDIPENDENTE - Fa ogni volta piacere ritrovare questo emblema, espressione delle idee di un Uomo (Lamberto Roberti) che come slogan ha scelto "Uomini in Parlamento, non partiti". L'emblema arcobaleno è tra i pochi simboli nati non con Photoshop, ma rigorosamente a mano. L'ammissione è scontata, ma difficilmente si accompagnerà alla formazione di liste (alle politiche c'era andato vicino). Vedere però all'opera il tentativo di democrazia solipsista di Roberti, con le elezioni ogni cinque anni per eleggere insieme il personale per tutti i livelli di governo, sarebbe interessante. Magari funzionerebbe meglio del sistema di oggi.
57) MOVIMENTO POETI D'AZIONE - La formazione politica è nata nel 1994, giusto vent'anni fa: non potevano mancare i Poeti d'azione fondati e guidati da Alessandro D'Agostini, che si è presentato al Viminale con tanto di gigantografia del simbolo, contesissimo dalle telecamere come Mirella Cece e altri eroi simbolici. "I poeti d’azione - si legge nel sito - rivendicano il ruolo sociale della figura di artista e la centralità dello stesso nel contesto sociale di una comunità sana". E allora quale miglior vetrina della presentazione dei simboli, per far conoscere la propria battaglia e rivendicarne la bontà? In tempi impoetici come questi, non è poco.
58) PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO ITALIANO - Tra i partiti storici che negli ultimi anni hanno cercato di non sparire, questa volta in bacheca non si è visto il Pri (e nemmeno il rinominato Pli di De Luca), mentre ci è tornato il Psdi, dopo la sua "riattivazione" avvenuta esattamente dieci anni fa. Il partito, ora nelle mani di Renato D'Andria dopo vicende complesse e combattute, prosegue un'attività ridotta rispetto al passato e una delle attività necessarie è dimostrare la propria esistenza in vita. Ad esempio, continuare a far sorgere il sole dal mare sulle bacheche del ministero; magari verranno anche i tempi per farlo sorgere e votare su tante schede.
59) A-TEAM AUTONOMIE - Nata come lista civica nel 2010 per "la salvaguardia del bene altoatesino più prezioso: l'Autonomia", A-Team - guidato da Elena Artioli - è tra i pochi partiti a dare nel sito una spiegazione dettagliata del simbolo. "Le nostre montagne, la loro imponenza e il loro equilibrio - si legge - hanno ispirato il colore grigio. Il giallo invece è il colore della trasformazione, del cambiamento, della voglia di rinascita". La A "è l’inizio di ogni alfabeto, il primo tassello per la costruzione di qualunque parola". Pensando alle parole chiave, "A come Autonomia, Amore per la nostra terra, Anticasta e Abolizione dell’apartheid tra i gruppi linguistici".
60) FRONTE VERDE ECOLOGISTI INDIPENDENTI - Torna al suo posto l'arciere del Fronte verde, formazione fondata e guidata da Vincenzo Galizia, sempre presente nelle bacheche delle elezioni di livello nazionale dal 2008 in poi. Quella presentata quest'anno è l'ultima variante (per ora) del segno, priva del segmento inferiore verde per dare più spazio e visibilità alla dicitura; non cambia invece il rilievo per l'arciere, un po' Robin Hood, un po' Green Arrow - Freccia verde. Il simbolo sarà accettato, ma è ben difficile che il Fronte verde riesca a raccogliere le firme. In ogni caso, Galizia ci riproverà di certo.
61) ALLEANZA DEI LAVORATORI E DIFESA DELLE PENSIONI - Se a qualcuno deve spettare il titolo di new entry, sembra di dover individuare questo simbolo. Il movimento si riconosce nella guida di Marcello Scalise e punta innanzitutto a rendere effettivo il rispetto della Costituzione; poi c'è naturalmente l'esigenza di riformare l'Europa, cancellando l'euro, evitando ogni forma di aiuto alle banche e lasciando alle spalle ogni politica di austerity. Difficile però che questo soggetto nato da pochissimo possa anche solo pensare di raccogliere le firme necessarie; probabilmente l'esordio è solo rimandato.
62) DEMOCRAZIA CRISTIANA LIBERTAS - Stesso simbolo della Dc-Sandri, stessa voglia di lottare per difendere la propria storia. Il logo è stato presentato dal combattivo siciliano Leo Pellegrino, come iscritto alla Dc dal 1975. Lui, al pari del comitato di iscritti Dc del 1992-1993 guidato da Raffaele Lisi (di cui Pellegrino è parte), brandendo le sentenze d'appello e di Cassazione emesse tra il 2009 e il 2010 (in base alle quali la Dc non è stata sciolta e il cambio di nome in Ppi non era valido perché avvenuto senza congresso), sostiene che il partito ora è rappresentato dagli iscritti: "gli altri utenti dello scudo sono abusivi". In compenso quasi di certo lo scudo sarà bocciato.
63) FRONTE DELL'UOMO QUALUNQUE - Ecco un'altra certezza degli ultimi anni delle elezioni di rango nazionale: prima o poi si presenta l'ultraottuagenario Giuseppe Fortezza che, in qualche modo, ha riattivato il Fronte dell'Uomo qualunque e se ne qualifica come presidente. Il simbolo è quello usato da Guglielmo Giannini negli anni '40 (a parte il vezzo della U rossa, mentre in origine era rigorosamente nera), anche se puntualmente l'emblema viene dichiarato senza effetti per incompletezza dei documenti (probabile che non ci sia la minima intenzione di presentare liste). Ma oggi come allora c'è chi si sente schiacciato e spremuto, come in un torchio.
64) NUOVO PSI - L'attività è certamente ridotta rispetto al passato, ma rimane ben convinto della sua esistenza il Nuovo Psi guidato prima da Stefano Caldoro e ora da Lucio Barani (anche se è stato eletto al Senato con il Pdl). Si tratta, a ben guardare, dell'unico garofano apparso nelle bacheche del Viminale in questa due-giorni simbolica: nessun problema di confondibilità, dunque, anche se è pressoché certo che non ci sia l'intenzione di presentare liste. Magari torneranno tempi più favorevoli e il garofano rispunterà anche sulle schede; per ora ci si accontenta di mantenerlo vivo a livello locale e di inserirlo in bacheca, quando è il caso di farlo.
65) SINISTRA PER IL LAVORO E PER LA PACE - Ogni tanto bisogna ammetterlo: è anche lecito alzare le mani e issare bandiera bianca. Perché in rete di questo simbolo non è dato trovare notizie di una qualche attendibilità. Quale sia l'area di riferimento è ben chiaro, anche per la presenza del logo del Gue, la sinistra europea (che nessun altro partito sfoggia, a parte un richiamo testuale nel simbolo del Prc); chi si celi dietro questa rielaborazione della falce e del martello, tuttavia, al mortale non è dato sapere. Anche se non è difficile immaginare che questo simbolo non finirà sulle schede: raccogliere le firme è difficile per tutti e per questo gruppo non sarà diverso.
66) PENSIONATI D'EUROPA - C'erano i Pensionati di Carlo Fatuzzo in bacheca, ma c'erano anche gli ultimi transfughi, che l'anno scorso hanno fondato in polemica con Fatuzzo i Pensionati d'Europa. Il gruppo ha iniziato a operare sotto la guida dell'ex vicesegretario nazionale dei Pensionati Fortunato Sommella (con base a Napoli): quale migliore occasione per dare segno della propria presenza anche a chi non ne ha mai saputo nulla? Anche qui, è quasi certo che l'emblema resterà nelle bacheche e nelle cartelle del Viminale, senza avventurarsi sulle schede. Intanto però nessuno può dire: "Pensionati d'Europa? E chi li ha mai visti?"
67) ITALIA DEI DIRITTI - Più che un partito, Italia dei diritti è un movimento, nato nel 2006 e legato alla figura di Antonello De Pierro, giornalista romano molto attivo in Rete. Il gruppo si concentra, come da nome, soprattutto sulla difesa dei diritti dei cittadini, non disdegnando lo strumento della denuncia attraverso i media e intraprendendo battaglie che altri trascurano. Italia dei diritti è soprattutto l'ultimo simbolo presentato, quello che conclude il rito del deposito. Il numero è basso (64 segni effettivi), ma la due-giorni è stata intensa. Quindi meglio salutarsi... e l'ultimo che va via spenga la luce e chiuda la porta. O, almeno, lo sportello della bacheca.
gli altri simboli?
RispondiEliminaNe mancano altri 8
RispondiElimina