domenica 6 aprile 2014

Scelta europea (e civica) e Ncd-Udc: matrimoni in zona Cesarini

Non fai in tempo ad abituarti ai simboli che sono già stati presentati in pubblico, con tanto di conferenza stampa, che qualcuno si è già adoperato per metterli in soffitta e tirarne fuori di nuovi. In un giorno, per dire, almeno due emblemi possono spuntare dal nulla, a quanto pare dopo trattative serrate e abboccamenti dell'ultima manciata di ore, ed essere pronti per il deposito al Viminale, quando manca davvero poco all'apertura del portone.
Un emblema rappresenta l'esito che in prima battuta si era immaginato per l'area libdem, o per lo meno qualcosa di simile. L'unità elettorale sembrava ormai impossibile, dopo che il tandem Centro democratico - Fare aveva creato la sua Scelta europea, facendo irritare parecchio i montiani che avevano prontamente schierato la loro Scelta civica per l'Europa, annunciando fuoco e fiamme per il "furto" di parte del loro nome. Nelle ultime ore, però, Scelta civica è rientrata nel disegno della lista Alde, al punto che tra le "pulci" di Cd e Fare (stavolta riportato per intero nel nome) ora al posto del tondino con la sigla della famiglia europea c'è proprio l'emblema del partito della Giannini e di Bombassei nella versione originale (non quella presentata pochi giorni fa); visto che è sparito il riferimento all'Alde, prende corpo almeno la sua esplicazione testuale, ingrandendo la dicitura "Alleanza liberali democratici europei". Niente più ricorsi montiani a questo punto e il simbolo (senza bisogno di firme grazie a Cd e Sc) può tranquillamente superare la soglia prevista, contando anche sul sostegno di varie forze minori (da LibMov ad Ali, dal Pli di De Luca fino al Pri).
Problemi di sbarramento si dice siano alla base di un altro rassemblement simbolico più o meno previsto: quello tra il Nuovo centrodestra e l'Unione di centro. C'è chi sarebbe pronto a giurare (e il Mattinale lo scrive direttamente) che il matrimonio temporaneo tra le formazioni di Alfano e Cesa sarebbe dettato esclusivamente dal timore per entrambe di non riuscire a superare la soglia del 4%. L'Udc probabilmente ha pensato ai risultati delle ultime politiche, Alfano non ha dati elettorali in mano ma certamente avrà dei sondaggi: a dispetto delle dichiarazioni fatte, forse, le previsioni di risultato non sarebbero buone. 
Dipenderebbe da questo la scelta di far convivere i due contrassegno, schiacciando nel 55-60% superiore del cerchio il simbolo di Ncd (mantenendo il nome di Alfano) e inserendo al di sotto il segno dell'Udc, con lo scudo crociato in primo piano e le due vele al di sotto, quasi invisibili su un inedito sfondo bianco. Attorno, solamente le sigle azzurrine dell'Udc e della famiglia di riferimento, il Ppe.
Il risultato di questa unione, tuttava, sembra piuttosto deludente e - se rimanesse così - potrebbe concorrere per il premio "Pastrocchio d'oro" di queste elezioni, rischiando di vincerlo. Entrambi gli emblemi risultano profondamente compressi, quasi alterati nel loro risultato. Si salva Ncd più dell'Udc (ma nemmeno troppo), giusto perché il fondo del simbolo di Alfano più o meno è conservato; il bianco della parte inferiore invece rende l'area di Cesa decisamente cheap, quasi che il grafico intervenuto avesse particolare fretta o come se il risultato non convincesse nemmeno lui. In generale, c'è un'idea di precarietà che non aiuta: ora probabilmente il 4% non è in discussione, ma i risultati che arriveranno non saranno senz'altro merito del simbolo, di rara bruttezza.

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