Potrebbe essere così alla fine? |
In area alfaniana non sembra esserci pace, almeno sui nomi e sui potenziali simboli da sfornare. Giusto ieri sul Messaggero Angelino Alfano osservava che la vittoria del sì faciliterebbe l'unità dei moderati, "perché [...] farebbe nascere un grande polo 'positivo' di coloro i quali vogliono offrire ragionevoli soluzioni ai problemi e si mettono contro quelli capaci solo di urlare l’elenco dei problemi"; eppure, già un mese prima lo stesso ministro dell'interno aveva fatto depositare a proprio nome un nuovo possibile marchio, basato proprio su due parole contenute nell'intervista al quotidiano romano, Polo positivo.
A dare la notizia, ieri, è stato Giornalettismo.it, con un articolo a firma di Donato De Sena. Grazie a lui si scopre che, il 13 ottobre, proprio il fondatore del Nuovo centrodestra e di Area Popolare ha provveduto (o fatto provvedere a suo nome) al deposito presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi - nel cui database si può rintracciare la scheda con queste informazioni - di un segno distintivo così descritto: "un quadrato di colore blu al cui interno la scritta di colore bianco, su due livelli, polo positivo".
La registrazione del marchio è stata chiesta per le classi 35 (pubblicità; gestione di affari commerciali; amministrazione commerciale; lavori di ufficio), 41 (educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e soprattutto 45 (servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali). La descrizione sopra ricordata presuppone che sia stata presentata anche l'immagine del marchio, ma al momento non risulta dalla banca dati: certo è che non sembra difficile immaginare la resa grafica, se solo si prende il blu del fondo dell'ultimo simbolo di Area popolare e, come font per la scritta, si usa il Nexa che era già stato usato per Ncd e, più di recente, per lo stesso emblema di Ap.
Non è dato sapere se, come scrive De Sena, l'aver trovato la richiesta di registrazione di marchio "conferma che la nascita di un nuovo partito è un’ipotesi concreta". Può darsi (e allora magari si è chiesto di registrare "Polo positivo" per essere pronti a usarlo, dopo aver verificato che potesse funzionare), come può essere che quella registrazione fosse solo cautelativa, magari per evitare che l'espressione "Polo positivo", usata in qualche manifestazione prima che nell'intervista al Messaggero, piacesse a qualcun altro e pensasse di sfruttarla per sé: il tutto secondo la tradizionale logica del "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", specie in politica.
Ricorda giustamente De Sena che questo, al momento, è solo l'ultimo episodio della saga alfaniana di segni distintivi e potenziali nuovi nomi di partito registrati: se n'era occupato sempre lui su Giornalettismo in passato.
La registrazione del marchio è stata chiesta per le classi 35 (pubblicità; gestione di affari commerciali; amministrazione commerciale; lavori di ufficio), 41 (educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e soprattutto 45 (servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali). La descrizione sopra ricordata presuppone che sia stata presentata anche l'immagine del marchio, ma al momento non risulta dalla banca dati: certo è che non sembra difficile immaginare la resa grafica, se solo si prende il blu del fondo dell'ultimo simbolo di Area popolare e, come font per la scritta, si usa il Nexa che era già stato usato per Ncd e, più di recente, per lo stesso emblema di Ap.
Non è dato sapere se, come scrive De Sena, l'aver trovato la richiesta di registrazione di marchio "conferma che la nascita di un nuovo partito è un’ipotesi concreta". Può darsi (e allora magari si è chiesto di registrare "Polo positivo" per essere pronti a usarlo, dopo aver verificato che potesse funzionare), come può essere che quella registrazione fosse solo cautelativa, magari per evitare che l'espressione "Polo positivo", usata in qualche manifestazione prima che nell'intervista al Messaggero, piacesse a qualcun altro e pensasse di sfruttarla per sé: il tutto secondo la tradizionale logica del "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", specie in politica.
Ricorda giustamente De Sena che questo, al momento, è solo l'ultimo episodio della saga alfaniana di segni distintivi e potenziali nuovi nomi di partito registrati: se n'era occupato sempre lui su Giornalettismo in passato.
Lo scorso 25 marzo, ancora presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, il ministro dell’Interno ha depositato ben 6 simboli con 6 differenti diciture per la nuova compagine: «Italia Popolare», «Unione Liberale Popolare», «Unione Popolare», «Unione per l’Italia», «Unione Popolare Italiana» e «Unione Popolare Liberale». Pochi giorni dopo, il 20 aprile, Davide Tedesco, spin doctor del ministro dell’Interno e già intestatario dei domini web Nuovocentrodestra.it e Angelinoalfano.it, ha poi provveduto a bloccare le pagine Unionedeipopolari.it e Unionedeipopolari.com, e contemporaneamente Popolariitaliani.it. Ai tempi del governo Letta, invece, nei giorni della scissione dal Pd e della nascita di Ncd, oltre a registrare «Il Nuovo Centrodestra» e «Nuovo Centrodestra», Alfano aveva presentato domanda per assicurarsi anche diciture come «Unione della Libertà», «Confederazione delle Libertà» e «Federazione della Libertà».
Non è ancora tempo di sapere come andrà a finire, la strada verso le elezioni forse è ancora lunga; che però a qualcuno sia venuto in mente di mettere le mani avanti per essere pronto in caso di fine prematura - e post-referendaria - della legislatura, non è da escludere. L'espressione "Polo positivo", sebbene rimandi all'idea molto berlusconiana del Polo degli anni '90, politicamente è di certo inedita. A livello locale, però, qualcuno l'idea di quel nome l'aveva già avuta: si chiama Polo positivo, infatti, il gruppo di giovani legato alla lista civica Missione futuro di Borgo a Mozzano, paese in provincia di Lucca. Qui in effetti il logo ricorda abbastanza l'idea del polo positivo di una batteria, ma il concetto di fondo probabilmente è lo stesso. Ovviamente, su scale territoriali ben diverse.
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