mercoledì 27 gennaio 2021

Nuovo gruppo Europeisti -Maie - Centro democratico al Senato, tra dubbi sul regolamento (e presunte liti sul simbolo)

Nel bel mezzo di una crisi di governo
- conclamata, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte e la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di procedere già da oggi a un giro di consultazioni - e di significativi movimenti all'interno delle Camere, per qualcuno sembrava incredibile che finissero per avere un peso rilevante i simboli dei partiti e che si arrivasse addirittura a discutere su di essi; in queste ore sta invece emergendo proprio questo, ma chi da tempo aveva individuato nella questione dei simboli (intesa tanto come soggettività politica, quanto come partecipazione elettorale) un punto nevralgico - dunque delicatissimo - di alcune disposizioni dei regolamenti parlamentari delle due Camere.

Gruppi che nascono, componenti che si sciolgono

L'ultimo avvenimento rilevante in ordine di tempo è rappresentato dall'annuncio di costituzione di un gruppo parlamentare in Senato, rivolto questa mattina all'assemblea dalla presidente Maria Elisabetta Alberti. Si riporta di seguito quanto si può leggere nel resoconto in corso di seduta:
Onorevoli colleghi, oggi ho ricevuto la seguente lettera: «Illustre Presidente, ai sensi degli articoli 14, 15 e seguenti del Regolamento del Senato, ci pregiamo di comunicarLe che si è oggi costituito il nuovo Gruppo parlamentare denominato "Europeisti-MAIE-Centro Democratico"». I membri del Gruppo sono i senatori Buccarella, Cario, Causin, De Bonis, De Falco, Fantetti, Marilotti, Merlo, Rossi e Rojc, che hanno firmato questa lettera. L'assemblea del Gruppo ha eletto Presidente il senatore Fantetti e Vice Presidente il senatore Causin.
Si tratta dunque di una scelta almeno in parte simmetrica rispetto a quanto è avvenuto nei giorni scorsi alla Camera: vari deputati hanno infatti aderito alla componente del gruppo misto denominata Centro democratico - Italiani in Europa, portandola tra il 13 e il 21 gennaio ad acquisire ben nove membri in più (l'ultima ad aderire è stata Renata Polverini, eletta in Forza Italia, migrata dopo avere votato la fiducia al governo Conte). Il fatto che la componente - che ora, avendo superato la consistenza di dieci membri, potrebbe sopravvivere anche senza il riferimento a Cd, ma questo ovviamente non sparirà - avesse già al suo interno il riferimento agli "Italiani in Europa" (dovuto alla presenza di Alessandro Fusacchia ed Elisa Siragusa, eletti all'estero) non rende nemmeno necessario inserire il riferimento agli "Europeisti" tanto invocato nei giorni scorsi.  
Contemporaneamente, si è leggermente ampliata anche la componente del Maie, cioè del Movimento associativo italiani all'estero, indicata da più parti come soggetto chiave in questa fase, essendo il suo fondatore e leader Ricardo Antonio Merlo sottosegretario dell'esecutivo dimissionario (e in carica per "il disbrigo degli affari correnti"). Proprio ieri, infatti, alla componente del Maie ha aderito Fausto Guilherme Longo, eletto nel 2018 nel Partito democratico in quota Psi. Questa scelta, peraltro, ha avuto una conseguenza immediata: è infatti automaticamente cessata la componente Popolo protagonista - Alternativa popolare - Psi, perché senza Longo erano rimasti soltanto i due deputati ex M5S Gianluca Rospi (fondatore di Popolo protagonista) e Fabiola Bologna, meno del numero minimo di tre che il regolamento di Montecitorio prescrive per le componenti che sostengano di rappresentare un soggetto politico che ha partecipato alle elezioni (in questo caso ciò era stato possibile grazie all'adesione di Rospi ad Alternativa popolare, tuttora esistente).

Il problema dell'interpretazione del regolamento

Al Senato, dunque, sembra essersi ripetuto ciò che è accaduto alla Camera, fatte alcune debite differenze. Innanzitutto la nuova compagine parlamentare sorta a Palazzo Madama unisce appunto in una crasi le due forze che a Montecitorio hanno raccolto elette ed eletti potenzialmente interessati a sostenere (oltre che l'esecutivo dimissionario) un nuovo governo "europeista" in qualità di "costruttori". Secondariamente, al Senato unendo le forze si sono raggiunti i numeri necessari a costituire non una componente (sostanzialmente improduttiva di effetti o quasi a Palazzo Madama) ma addirittura un gruppo, essendo la consistenza minima pari a dieci persone.
Non era certo una novità che si cercasse di andare verso questa soluzione, anche perché ciò - in base a "fonti del Quirinale" - era stato richiesto dalla Presidenza della Repubblica già per rendere più ragionevole il proseguimento del cammino del governo Conte-bis in caso di mutamento della maggioranza; a maggior ragione, un nuovo e diverso esecutivo mostrerebbe un respiro e una solidità maggiori se fosse sostenuto da gruppi parlamentari definiti e non da un numero nutrito di elette ed eletti facenti parte del gruppo misto. Allo stesso modo, non era difficile immaginare che si puntasse a costituire un gruppo, sia per i vantaggi in termini di risorse legati a quella condizione, sia soprattutto per pesare di più nell'organizzazione dei lavori di aula e nelle commissioni. 
In tutto questo, però, c'è un passaggio problematico che si era già messo in luce qualche giorno fa quando era nata la componente del misto Maie-Italia23 (quest'ultima, a proposito, con il nuovo gruppo è già sparita, non essendo stata nemmeno integrata nella denominazione del gruppo; il presidente del neogruppo parlamentare, in compenso, è Raffaele Fantetti, che di  Italia23 era il referente). Non si capisce, infatti, come la nascita del gruppo Europeisti -Maie - Centro democratico possa essere avvenuta a norma degli artt. 14 e 15 del regolamento del SenatoCome si è detto pochi giorni fa, Il Maie ha in effetti presentato liste con il proprio contrassegno (nella circoscrizione Estero, nelle due ripartizioni americane) e al Senato ha eletto proprio Ricardo Merlo, come chiede l'art. 14, comma 4, primo periodo del regolamento. L'articolo 15, comma 3 dello stesso regolamento, tuttavia, non consente di creare nuovi gruppi in corso di legislatura, in ossequio allo spirito con cui quegli articoli erano stati modificati, cioè non agevolare la frammentazione e le scissioni in corso di legislatura: le uniche eccezioni sono previste per la costituzione del gruppo delle minoranze linguistiche e - questo interessa qui - per le compagini di almeno dieci senatori che corrispondano "a singoli partiti o movimenti politici che si siano presentati alle elezioni uniti o collegati" (art. 14, comma 4, penultimo periodo). 
Ora, questa condizione non sembra esistere per il Maie, perché nella circoscrizione Estero non è prevista la possibilità di creare collegamenti tra liste (la competizione è proporzionale tra liste concorrenti); né, del resto, il suo contrassegno elettorale era composito, dunque non poteva dire di avere partecipato "unito" ad altra forza politica. Se ci si limitasse alla lettera del regolamento, dunque, il Maie non avrebbe titolo per "trainare" la costituzione del gruppo. Questo in parte può apparire ingiusto, se si considera che Merlo - lo si diceva - è stato eletto proprio col simbolo del Maie, mentre quando nel 2019 si consentì la nascita in corso di legislatura del gruppo Italia viva - Psi lo si fece grazie all'elezione di Riccardo Nencini che, pur essendo anche candidato in una lista proporzionale di Insieme Italia Europa - Psi - Verdi - Area civica, era stato eletto in un collegio uninominale, dunque non in diretta e sicura espressione di quella lista: si trattò dunque di una non lieve forzatura regolamentare, forse ammessa proprio perché altrove Nencini era comunque candidato in una lista. Qui, tuttavia, sarebbe stato necessario superare una disposizione scritta in modo piuttosto netto, anche se non si può escludere che chi l'ha scritta - in verità non proprio bene - non volesse precludere agli eletti all'estero la possibilità di formare un proprio gruppo (magari "omogeneo" quanto all'area di elezione, immaginando un collegamento certo non esistente ma legato appunto alla circoscrizione), senza volerli penalizzare per la mancata previsione dei collegamenti in quel sistema elettorale. Per superare l'interpretazione strettamente letterale, tuttavia, sarebbe stato opportuno sottoporre la questione alla Giunta per il regolamento (in cui, peraltro, in questo momento prevale l'opposizione al governo dimissionario): questa in effetti è stata convocata per oggi alle 12 e 30, ma per un'altra questione non secondaria, cioè per discutere di "Questioni interpretative relative alle componenti politiche del Gruppo Misto" (un tema su cui si tornerà non appena sarà disponibile il resoconto). 
Dal momento però che la denominazione del gruppo è composita, è giusto domandarsi se Centro democratico sia dotato dei requisiti per consentire la formazione del gruppo. La risposta, anche qui, non è scontata: se si ritiene che l'art. 14, comma 4, primo periodo debba valere in qualunque momento si costituisca il gruppo, allora i requisiti non li avrebbe nemmeno Cd, perché pur avendo partecipato alle ultime elezioni politiche non ha eletto nessuno in Senato (l'unica eletta della lista +Europa - Centro democratico è Emma Bonino, che non fa parte del gruppo in questione e comunque è legata a +Europa, non al partito di Bruno Tabacci). Se invece si ritiene che il gruppo si sia costituito a norma del solo art. 14, comma 4, penultimo periodo (per cui "E' ammessa la costituzione di Gruppi autonomi, composti da almeno dieci Senatori, purché corrispondenti a singoli partiti o movimenti politici che si siano presentati alle elezioni uniti o collegati"), allora si dovrebbe sostenere che Centro democratico, avendo partecipato alle elezioni unito a +Europa e collegato ad altre liste, per ciò solo avrebbe titolo per consentire la formazione di un gruppo composto da almeno dieci senatori, qualunque sia la loro provenienza. 
Si spiegherebbe così la dichiarazione di Gregorio De Falco che ha detto come sia stato "depositato il simbolo di Centro democratico": si possono "tradurre" queste parole nella dichiarazione di Cd per cui il gruppo rappresenterebbe quel partito (cui De Falco aveva chiesto di aderire). Si tratta a questo punto di una lettura plausibile, che però appare di nuovo in contrasto con lo spirito contrario alla frammentazione con cui si era proceduto alla riforma del regolamento nel 2017. Rispetto al gruppo di Italia viva - Psi, in effetti, il gruppo Europeisti - Maie - Centro democratico presenta il pregio di non essere nato al solo scopo di dare visibilità a un partito neocostituito che diversamente non avrebbe potuto formare un gruppo: qui si avrebbe un gruppo di Maie e Cd, forze già esistenti, allargato a soggetti europeisti. Rovescio della medaglia, tuttavia, è che - al di là di chi poteva dirsi rappresentante del Maie in origine - qui l'omogeneità partitica è ridotta pressoché allo zero. 
In più, volendo portare avanti la lettura che sembra aver consentito la costituzione di questo gruppo, si deve ammettere che a questo punto qualunque partito abbia partecipato alle elezioni "unito o collegato" (Verdi, Unione per il Trentino, L'Italia è popolare, Italia dei valori, Udc...) potrebbe consentire la nascita di un nuovo gruppo, anche senza aver eletto nessuno al Senato: basterebbe che uno o più eletti aderissero a quella formazione per far dichiarare a questa che il gruppo ne è espressione. Si avrebbe, di nuovo, una situazione che agevola la frammentazione e somiglierebbe tanto a quella "nascita eterodiretta" delle componenti del gruppo misto della Camera contro le quali Salvatore Curreri si è scagliato tante volte (a partire dal caso 10 volte meglio).

Litigare sull'inserimento di un nome/simbolo... o no?

In tutto ciò, secondo Adnkronos ci sarebbe stato spazio anche per accapigliarsi sulla presenza di un nome all'interno del gruppo appena costituito. Si è infatti notato che nella nuova compagine non c'è uno dei nomi che con più insistenza era stato fatto nei giorni scorsi, quello di Alessandrina Lonardo, nota come Sandra Lonardo Mastella. L'assenza sarebbe stata legata, secondo quanto l'agenzia avrebbe appreso "
da fonti parlamentari della maggioranza" a "un acceso botta e risposta con Mariarosaria Rossi sul simbolo del costituendo gruppo": posto che un gruppo non ha certamente un simbolo, la questione avrebbe potuto riguardare casomai il nome da adottare, già piuttosto composito (ma certo molto più sobrio di quanto si è visto in passato con Grandi autonomie e libertà o Iniziativa responsabile). Tornando alle voci riportate da Adnkronos, "Lonardo avrebbe voluto inserire accanto al logo del Maie e del Centro democratico anche il suo simbolo ‘Noi campani’ con cui si era presentata alle ultime regionali in Campania a sostegno di De Luca ma l’ex forzista Rossi si sarebbe opposta. Al punto di minacciare di lasciare il tavolo delle trattative, rischiando, con un senatore in meno necessario a creare il gruppo come da regolamento, di mandare tutto all'aria. Alla fine, ad avere la meglio [...] sarebbe stata Rossi", la quale peraltro ha smentito nettamente queste voci. L'unico fatto è che Lonardo non fa parte del gruppo, quindi è stato necessario un inserimento ulteriore: si spiega anche così la presenza di Tatjana Rojc, fino a ieri parte del gruppo Pd.
Ovviamente #sischerza
Qui non interessa sapere se effettivamente quelle tensioni ci siano state o meno: ci si limita a riportare quanto detto dalle agenzie e la stessa smentita. Nella consapevolezza che Lonardo avrebbe avuto la legittima aspettativa di veder messa in luce la sua forza politica attuale (in futuro Meglio noi?), visto anche l'impegno dichiarato a favore della costruzione di una nuova maggioranza come "costruttrice"; non è da escludere, allo stesso modo, che altri soggetti - non necessariamente Rossi - avessero invece interesse a non far figurare forze minori nel nome ufficiale del gruppo, col rischio magari di doverne mettere altre e ricreare una denominazione chilometrica come in passato, che mettesse in luce l'eterogeneità del gruppo (ponendo a rischio magari la rappresentanza di Centro democratico).
In tutto ciò, che sia vera o meno la storia del litigio sul simbolo di Noi campani, l'unica certezza sembra essere la scarsa efficacia delle nuove norme regolamentari antiframmentazione. Si ammette che l'hanno contenuta, ma è un dato di fatto che, nei due momenti in cui sarebbe stato ragionevole impedire la nascita di nuovi gruppi secondo lo spirito originario delle norme, si sono trovate interpretazioni o soluzioni politiche che l'hanno comunque consentito, per giunta senza troppe spiegazioni. L'11 ottobre 2017 Luigi Zanda, in Giunta per il regolamento, illustrando le "norme antiframmentazione in materia di costituzione dei Gruppi parlamentari" aggiunte all'art. 14, precisò: "ciascun Gruppo, composto da almeno 10 senatori, dovrà infatti rappresentare un partito o un movimento politico che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con il medesimo contrassegno e non sarà più consentita la costituzione successiva di nuovi Gruppi che non abbiano analoghe caratteristiche" (così si legge nel resoconto sommario). Formalmente Psi e Centro democratico hanno partecipato alle elezioni, quindi se ci si limita a questo non ci sono problemi; è altrettanto chiaro però che l'appoggio dell'unico senatore riconducibile al Psi è stato necessario per consentire a Italia viva di emergere come gruppo e non risulta che tra i nuovi componenti del gruppo oggi annunciato ci siano altri iscritti al Cd oltre a De Falco. Bene, se volete; certo non benissimo.

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