mercoledì 13 gennaio 2021

Mistipé, il primo partito nazionale di Rom e Sinti

La costituzione per atto pubblico risale al 4 dicembre dello scorso anno, ma il 9 gennaio è stata ufficialmente divulgata la nascita di un nuovo partito, denominato Mistipé: si tratta del primo partito nazionale di Rom e Sinti, fondato da un gruppo di persone a Lanciano, in provincia di Chieti, con l'idea di ampliare la propria presenza ad altre zone dell'Italia non appena questo sarà possibile. 
Presidente del partito è Giulia Di Rocco, assistente legale e mediatrice culturale nelle scuole, nonché membro del Forum Rom Sinti Camminanti (istituito dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso il Ministero delle pari opportunità) e dell'International Romaní Union, che rappresenta i Rom al Consiglio d'Europa e all'ONU. Con lei fanno parte del direttivo nazionale la vicepresidente Virginia Morello (attivista), il segretario Anthony Guarnieri (attivista e studente) e la tesoriera Concetta  Sarachella, (attivista, stilista e presidente dell'associazione Rom in progress).
Il tempo della costituzione del partito non è affatto casuale: "L'idea di costituire questo partito - spiega Di Rocco a I simboli della discordia - è nata circa due anni fa, quando si erano fatte molto forti alcune campagne mediatiche veramente sgradevoli nei confronti dei Rom. Allora sentivamo il bisogno di difenderci sulla stampa e sui mezzi di comunicazione dagli attacchi che ricevevamo, per dire chiaramente che non è vero che il popolo Rom è fatto di delinquenti. Le 'mele marce' ci sono ovunque, anche se in Italia c'è la mafia nessuno può dire che tutti gli Italiani sono mafiosi, anzi per fortuna gran parte degli Italiani è contro la mafia: lo stesso vale per la comunità Romaní, ma a noi non è dato di difenderci allo stesso modo nella società. Nell'ordinamento giuridico la responsabilità penale è personale, ciascuno è responsabile dei propri errori, mentre quando a compiere un reato o un atto sgradevole è un Rom viene colpevolizzata l'intera etnia e chi vi appartiene finisce spesso discriminato, anche solo magari nella ricerca di un appartamento in affitto. Naturalmente questo non significa giustificare gli atteggiamenti e i comportamenti scorretti o criminali quando sono tenuti da una persona Rom: mi rendo però conto che si tratta di una condizione non facile, di fronte alle discriminazioni occorre un carattere forte per continuare a combattere e a impegnarsi e chi non ce l'ha rischia di pensare 'la società non mi accetta, tanto vale vivere di espedienti'. Per evitare questo serve l'impegno delle associazioni di volontariato e la solidarietà tra noi, ma abbiamo capito che non basta, occorrono anche azioni politiche mirate che facciano valere anche le nostre istanze e permettano di riconoscere in pieno la nostra dignità. Possiamo essere un ponte tra lo Stato e le persone Rom in Italia, cittadine e cittadini italiani che hanno diritto di sentirsi rappresentati".
Nemmeno il nome, naturalmente, è stato lasciato al caso, come puntualizza Di Rocco: "La parola Mistipé, nella lingua romaní, riconosciuta a livello internazionale, esprime uno dei concetti più belli in assoluto: significa amore, bene e rispetto reciproco. L'abbiamo scelta proprio perché comunica ciò che abbiamo in mente: vogliamo il rispetto per il popolo Rom, ma appunto in una dimensione reciproca, con il rispetto da parte nostra verso la società civile".
Il simbolo scelto per il partito richiama, in sostanza, la bandiera della popolazione Roman
í, che contiene una ruota rossa di carro al centro (simbolo del nomadismo) su un fondo a due bande orizzontali, in alto di colore azzurro e in basso di colore verde (rappresentando rispettivamente il cielo e la terra). In questo caso si è voluto rendere riconoscibile il segno senza copiare pedissequamente il vessillo: "Volevamo che Rom e Sinti potessero riconoscere subito il simbolo e identificarsi in esso - ricorda ancora Di Rocco - ma senza impiegare direttamente la bandiera, ci sembrava inopportuno pretendere di usarla senza alcuna modifica". Si è dunque scelto di far occupare quasi tutto il cerchio dalla ruota, lasciando intravedere i colori del fondo della bandiera sul lieve contorno dell'emblema e negli spazi tra una razza e l'altra; per consentire più facilmente la lettura del nome del nuovo soggetto politico (che nel simbolo è riportato senza l'accento acuto, utilizzato nella versione diffusa in Italia, per fare riferimento anche alle pronunce praticate negli altri paesi e offrire una grafia omogenea, valida per tutti i gruppi Rom) si è poi rinunciato alle cavità a livello del diametro orizzontale. 
Il partito è stato fondato a Lanciano, in Abruzzo, per ragioni precise: "La comunità Romaní abruzzese e molisana - nota ancora la presidente del partito - ha una storia lunga e consolidata: ha iniziato a insediarsi qui già alla fine del Trecento, quindi abbiamo pensato di ripartire proprio da questo territorio per un progetto così importante. Abbiamo già preventivato di aprire circoli altrove: pensiamo a grandi città come Milano e Roma, ma anche ad altri centri come Lamezia Terme e al Molise, dove abbiamo avuto disponibilità a impegnarsi per questo progetto. Al momento la partenza è lenta a causa della pandemia Covid-19, non ci è possibile spostarci per cercare luoghi idonei da adibire a sede; speriamo che nei prossimi mesi ci siano le condizioni per lavorare di più e meglio". 
Nel proporsi di rappresentare Rom e Sinti nel panorama politico italiano, Mistipé si propone tra l'altro di operare perché si arrivi al riconoscimento di quel popolo come minoranza linguistica, di compiere azioni per combattere le discriminazioni e l'odio verso Rom e Sinti, nonché per migliorare l'inclusione sociale e scolastica in quelle comunità e la parità di genere. Si vedrà con il tempo se questi scopi saranno perseguiti solo con l'interlocuzione con i vari livelli di governo e con le altre forze politiche o se si riterrà opportuno partecipare anche alle competizioni elettorali.

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