lunedì 1 luglio 2024

Indipendenza!, il cammino prosegue senza Exit (Di Stefano)

Esauriti del tutto i riti delle elezioni amministrative di giugno (ballottaggi compresi), vale la pena segnalare che dopo il voto - europeo, regionale e locale - alcuni progetti politici hanno già subito mutamenti, scomposizioni e defezioni. 
Tra questi, non è passata inosservata la scelta di Exit, associazione fondata e guidata da Simone Di Stefano, di abbandonare il Movimento Indipendenza! - guidato da Gianni Alemanno e Massimo Arlechino. Proprio Arlechino e Di Stefano, lo scorso aprile, avevano presentato insieme al Viminale il simbolo di Indipendenza! (realizzato da entrambi), provvedendo al deposito cautelativo prima delle elezioni europee; il 21 giugno, però, Di Stefano sulla sua pagina Facebook e sul nuovo sito del partito ha condiviso una nota in cui ha dato conto della scelta di non concorrere più al progetto politico che aveva contribuito ad avviare. 
Vale la pena riportare per intero il comunicato, per cercare di comprendere meglio questa decisione.

L'associazione Exit-Sovranità per l’Italia, cessa di aderire al movimento politico Indipendenza, di cui è stata inizialmente fra i promotori e fondatori. 
Exit aderì ai comitati "Fermare la guerra" e successivamente al "Forum dell'indipendenza italiana" che diede vita nel novembre del 2023 al movimento politico Indipendenza, con la speranza di creare un partito più ampio che mirasse a diventare punto di riferimento per milioni di italiani che ormai da anni hanno rotto completamente i ponti con i vecchi partiti, i vecchi schemi logori del centrodestra, con menzogne ripetute a pappagallo ad ogni campagna elettorale e puntualmente tradite negli anni di Governo. 
Il movimento Indipendenza a cui abbiamo aderito fino ad oggi, non vuole o non riesce a dotarsi di un programma politico chiaro, non vuole o non riesce a dotarsi di regole e metodi interni che lo facciano percepire come un vero e proprio partito, non vuole o non riesce ad uscire dalla dinamica del partito personale: ovvero il partito non ha un programma, quindi il programma del partito coincide con le dichiarazioni del segretario. 
Questa mancanza di chiarezza programmatica ha tenuto insieme un gruppo troppo eterogeneo, che ha portato il partito a candidarsi nella stessa tornata elettorale delle amministrative 2024 sia da solo, sia in alleanza con Democrazia Sovrana e Popolare di Rizzo e Toscano, sia in coalizione con il centrodestra a Vibo Valentia. Contemporaneamente si dava indicazione per le Europee su diversi territori di votare Lega con preferenza a Vannacci. 
Noi riteniamo che gli uomini, le donne e soprattutto l'elettorato in grado di interpretare il sentimento di ribellione che sta scuotendo le nazioni e i popoli europei non sia da ricercare nella parte sempre più minoritaria che si reca alle urne votando acriticamente "il partito del cuore", ma principalmente nei milioni di italiani che non si recano alle urne. I partiti che hanno già governato hanno tradito TUTTE le aspettative e le speranze riposte. 
Ricercare quindi un dialogo, una sponda, o anche solo l’idea che ad esempio Fratelli d'Italia o Lega possano o debbano avere una sorta di "redenzione", rientra nella mancanza di volontà di dare al partito una sua linea chiara, univoca e di rottura INSANABILE del rapporto con questi partiti di sistema, premessa fondamentale per la nostra adesione, e motivo principale della nostra uscita. 
Così come la mai chiarita posizione sull'Unione europea e sull’Euro o il fatto di ventilare l'ipotesi di "un'altra Europa possibile" o di "cambiare l’Europa" o di volere "meno Europa" che è la posizione propria di Lega e di Fratelli d'Italia. Per noi indipendenza significa ZERO EUROPA e ammainare per sempre l'odiata bandiera blu con le stelline. Ovvero prefigurare un percorso di USCITA dell'Italia dalla Unione europea, unica vera INDIPENDENZA di cui l’Italia ha bisogno. 
Non ci dilunghiamo oltre, rimarchiamo le nostre posizioni non per additare segretario e dirigenti, ma per farvi capire che siamo incompatibili. Ci auguriamo che la nostra uscita, togliendo una componente radicale, aiuti Indipendenza a trovare una via, quale che sia.

Simone Di Stefano, Davide Di Stefano, Marcello Pianu, Enrico Rinaldi, Andrea Gallini, Franco Napolitano, Paolo Di Matteo, Massimiliano Pugliese
 
Come si può evincere dalla nota pubblicata da Di Stefano, la questione delle alleanze non è stata certo il problema scatenante alla base dell'addio di Exit a Indipendenza!, ma ne è stata certo una manifestazione tangibile. E se non era passata inosservata la scelta di sostenere con Democrazia sovrana popolare a Modena la candidatura a sindaco di Daniele Giovanardi, già direttore del pronto soccorso del policlinico di Modena e proposto da Dsp già alle suppletive di Monza, dev'essere pesata come incoerente la decisione di fare altre scelte in territori diversi e di appoggiare in qualche modo Vannacci all'interno delle liste della Lega alle europee (dopo che non era andato a buon fine il progetto di liste unitarie con Sud chiama Nord in quella stessa competizione), rinvenendo un deficit di chiarezza nel programma e nell'identità che avrebbe dovuto compattare le persone e le loro scelte.
In concomitanza con la separazione di Exit da Indipendenza!, in ogni caso, l'associazione guidata da Di Stefano ha rispolverato il proprio simbolo giallo, con una freccia che punta in alto a destra ricavata all'interno della "x" del nome. Quel logo, tuttavia, è stato arricchito con un segmento circolare blu collocato nella parte bassa del cerchio: all'interno trova posto la dicitura "Sovranità per l'Italia", sopra a una piccola fascia tricolore, quasi a voler rimarcare che il blu scelto non ha niente a che vedere con "l'odiata bandiera blu con le stelline". La scelta di mantenere la forma circolare suggerisce l'intenzione di mantenere una certa contiguità con la forma partito o almeno con la partecipazione alle competizioni elettorali, da soli o federati ad altre forze. 

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