Merita di essere considerato con attenzione, proprio come nei suoi tre appuntamenti precedenti, il congresso nazionale di +Europa - il quarto, appunto - svoltosi dal 7 al 9 febbraio a Roma, all'auditorium Antonianum (lo stesso luogo in cui si sono svolti nel corso del tempo molti altri eventi politici, inclusi il "cantiere" di Italia al Centro e il congresso del Psi nel 2022, nonché - ironia della sorte - il congresso del Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito del 2019). Il primo motivo di interesse è una conferma di ciò che è stato rilevato già nelle tre occasioni precedenti: anche questa volta, infatti, le liste concorrenti per la formazione della platea si sono distinte con un proprio simbolo, caso pressoché unico nel panorama congressuale partitico italiano. Pure questa volta, dunque, si porrà attenzione alle liste che hanno partecipato alle fasi che hanno portato al congresso da poco concluso e, ovviamente, ai loro simboli.
Accanto a questo motivo, però, ce n'è anche (almeno) un altro: pure questo congresso di +Europa, infatti, come il primo (quello delle molte tessere fatte e pagate "in blocco" nelle ultime ore di tesseramento aperto e del clamore per gli iscritti - giunti a Milano in pullman ma non solo - riconducibili tra l'altro al gruppo di Bruno Tabacci e risultati determinanti per la vittoria di Della Vedova come segretario) e il secondo (con riguardo alle vicende che lo hanno preceduto e ai contenziosi che lo hanno seguito), ha fatto registrare polemiche circa il tesseramento e i suoi effetti sull'assetto del partito e sugli esiti congressuali. Esiti che hanno visto la conferma alla segreteria dell'unico candidato, Riccardo Magi (205 voti a favore, a fronte di 72 schede bianche e 20 nulle) e l'elezione alla presidenza di Matteo Hallissey (con 198 voti, a fronte degli 87 espressi per l'ex segretario Benedetto Della Vedova, delle 7 schede bianche e delle 4 nulle), mentre come tesoriera è stata confermata la collaboratrice storica di Emma Bonino Carla Taibi (con 201 voti, a fronte delle 90 schede per Valerio Federico - che già aveva ricoperto quel ruolo dal 2019 al 2021 - delle 3 bianche e dell'unica nulla).
Nella prima fase congressuale - chiusa il 28 gennaio - sono state sottoscritte e votate le liste per l'elezione dei delegati che avrebbero formato la "platea" del congresso stesso; in quell'occasione sono state ammesse cinque formazioni. Aveva ottenuto il maggior numero di delegati (123 su 300, il 41%) la lista ImMagina la rivoluzione europea, che fin dal suo nome metteva in chiaro chi avrebbe sostenuto per la carica politicamente più rilevante, vale a dire il segretario uscente Riccardo Magi: la prima parola della denominazione - collocata al centro di un cerchio bianco con contorno sfumato rosa-viola-blu-azzurro - infatti, ha visto evidenziato con un fumetto rosa le quattro lettere centrali, corrispondenti proprio al cognome di Magi. Proprio Magi era il primo della lista dei potenziali delegati, seguito da Taibi e Franco Corleone; in lista, tra gli altri, c'erano anche Antonella Soldo, Ennio Ferlito, Arcangelo Macedonio, Tania Pace e Francesco Moxedano. Di fatto questa è stata l'unica lista in sostanziale continuità con il congresso precedente (allora si chiamava ImMagina +Europa).
76 delegati (il 25,3%) sono stati ottenuti dalla lista Operazione Millennium: dopo i nomi di Angelo Cenicola e di Giovanna Caterina De Luca, si trovano quelli dell'ex tesoriere Valerio Federico e - scorrendo un altro poco la lista - emergono quelli dell'ex deputato (Prc, poi Sel, Pd e Italia viva) Gennaro Migliore, di Alessandro Massari, del docente di diritto dell'Unione Europea Dino Guido Rinoldi, di Marco Ajello, Zeno Gobetti e Dario Boilini. Il simbolo costituiva una variante della bandiera europea, con una delle stelle gialle sostituita da una stella tricolore che si stava spezzando, mentre al centro del circolo di stelle trovava posto il nome in corsivo della lista, con le due "M" in evidenza in verde e in rosso a ricreare il tricolore insieme al resto della scritta riportata in bianco: emblema semplice, ma forse non del tutto soddisfacente sul piano grafico.
Si è aggiudicata invece il 14% dei delegati la lista Stati Uniti d'Europa, che nelle posizioni più alte della lista riportava l'ex segretario Della Vedova, Anna Lisa Nalin, Marco Taradash e Manuela Zambrano (presidente uscente dell'assemblea); tra i nomi presenti si individuavano anche quelli di Giordano Masini, dell'ex presidente del partito Simona Viola, di Giorgio Pasetto e dell'ex tesoriere di Radicali italiani Michele Capano. Pure questo simbolo aveva come base la bandiera europea, ma il nome bianco collocato al centro - decisamente in evidenza - copriva due delle stelle e una terza (quella collocata più in basso) era seminascosta dal fondo blu, che risultava "tagliato" al centro, come se fosse una sorta di sipario; anche qui una delle stelle era tricolore, ma stavolta era integra.
Si distaccava decisamente sul piano grafico dagli altri simboli di lista il contrassegno che distingueva la lista Eretika!, volta più delle altre a "rompere gli schemi" (ha ottenuto 33 delegati, l'11% del totale). Capolista era il presidente (e segretario uscente) di Radicali italiani Matteo Hallissey, seguito da Debora Striani, Bruno Gambardella, Irene Zambon (ma in lista c'era anche l'ex deputato ed ex tesoriere del Partito radicale Paolo Vigevano). Il nome della lista (provvisto di punto esclamativo) era riportato in bianco su un romboide fucsia obliquo - a ben guardare il testo di tutti questi emblemi Era di fatto in stile Italic - su un fondo con una texture multicolore ma velata di rosa: i colori erano molto simili alla campagna #giovaniunca*zo condotta da Radicali italiani nel 2024 nelle città universitarie italiane.
Gli ultimi 26 delegati (8,67%) se li era aggiudicati la lista "Europeismo o fascismo", che nel proprio nome riprendeva dichiaratamente il titolo di un articolo di Carlo Rosselli pubblicato nel 1935 su Giustizia e libertà; il contrassegno era il solo a riprendere il carattere e tutti i colori del simbolo di +E (il cui logotipo è presente - anche qui, unico caso delle cinque formazioni presentate - nel segmento biconvesso inferiore), aggiungendo all'interno del fregio i valori "autonomia", "diritti", "innovazione" e "ambiente", scritti appunto con i colori della texture del logo. Tra i primi nomi della lista figuravano Federico Eligi (ex assessore toscano e coordinatore regionale del partito) Agnese Balducci, Federico Parea e Monica Balbinot.
Nella seconda fase del congresso, insieme alle candidature, sono state presentate le liste per la composizione dell'assemblea. Qui è comparsa una "sorpresa", vale a dire la presenza di una sesta lista, Radichiamo +Europa sui territori: il simbolo - che, visto a dimensioni originali, appare il più sgranato di tutti - riprende di più il logotipo del partito (citato direttamente e con una texture simile nella parola "Radichiamo", mentre il carattere è usato in tutti gli elementi testuali) e al centro porta una sagoma bianca di albero stilizzato su un cerchio blu. Scorrendo la lista presentata per l'assemblea, molti dei nomi (a partire dai primi indicati, quelli di Riccardo Volpe, Rita Leone, Michele Di Lorenzo e Maria Cristina Ferrucci) si ritrovano all'interno della lista ImMagina la rivoluzione europea. Al momento della conta per l'assemblea, Radichiamo ha ottenuto 57 voti, uno in più della lista ImMagina (56); se il maggior numero delle schede sono state attribuite a Operazione Millennium (70), le altre se le sono divise Stati Uniti d'Europa (45), Eretika! (36) ed "Europeismo o fascismo" (28), mentre 3 schede sono rimaste bianche.
Vari media hanno messo in luce il risultato inatteso di Radichiamo (che tra i suoi candidati nella lista assembleare mostrava un cognome ricorrente) e lo hanno connesso con il singolare caso di circa 1900 iscrizioni giunte tutte insieme "in zona Cesarini" - prima della chiusura del tesseramento valido per il congresso - e provenienti in gran parte dalla Campania, soprattutto da due suoi comuni. Si sarebbero registrate contestazioni (invocando gli interventi degli organi di controllo interni) circa la validità di tali iscrizioni (che avrebbero influito sulla composizione della "platea congressuale"), eventi che potrebbero far presagire - dopo quello relativo al secondo congresso - un ricorso al giudice civile per invalidare l'assise. Vale la pena sottolineare che, se le 72 schede bianche (e le 20 nulle) registrate per l'elezione del segretario possono segnalare un certo disagio all'interno del congresso, i 57 voti per la lista Radichiamo hanno sicuramente concorso al risultato, ma - visti i numeri ricordati all'inizio - avrebbero potuto dirsi determinanti per l'elezione di Hallissey alla presidenza di +Europa e per la conferma di Taibi alla tesoreria (a danno rispettivamente di Della Vedova e Federico) solo se tutti i delegati avessero votato in blocco per l'altra persona candidata.
Si vedrà cosa accadrà in seguito, non necessariamente nelle aule giudiziarie. Nel frattempo si apprende che, per votazione dei delegati a modifica dello statuto, la cadenza del congresso è diventata da biennale a triennale (per cui il prossimo dovrebbe celebrarsi nel 2028, dopo le elezioni politiche), mentre la direzione nazionale del partito sulla partecipazione alle elezioni e sulla composizione delle liste non deciderà più a maggioranza dei due terzi, ma a maggioranza assoluta degli aventi diritto. Cambiamenti da registrare, per chi studia il "diritto dei partiti".
Nessun commento:
Posta un commento