mercoledì 8 gennaio 2014

Spegnete quelle stelle!

Tanto vale ammetterlo subito: ci siamo sbagliati. Solo ieri avevamo scritto che il simbolo della lista civica "Nuovo movimento Sardegna" era impossibile da confondere con quello del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, per la forma delle "stelle" e per la loro disposizione, oltre che per il diverso contesto grafico-cromatico (il bordo giallo e non rosso, la presenza del profilo della Sardegna, la diversa font utilizzata). Non sarebbero confondibili per un bambino, ma - a quanto pare - per l'Ufficio elettorale regionale della Sardegna sì.
Non risultano - al momento - altri inviti alla sostituzione di emblemi, se non proprio quello della lista in questione. Dopo un primo momento, in cui sembrava che i problemi fossero essenzialmente relativi alla documentazione (questioni in ogni caso risolte), pare sia rimasto il caso della "confondibilità", a questo punto in senso latissimo (quasi come una maglia di Ollio indossata da Stanlio) dell'emblema appena coniato con quello ormai ben noto del M5S. Lascia un po' di sorpresa il verdetto, e non tanto per l'assenza di una lista riconosciuta da Grillo a queste elezioni (anche se non viene presentato, un simbolo "famoso" e presente in Parlamento ha comunque diritto alla tutela), quanto per le ragioni viste prima: riesce davvero difficile immaginare che qualcuno possa essere tratto in inganno dalle stelle (che per anni sono state sparse a pioggia sulle schede elettorali), che peraltro del rassicurante pentacolo grillesco non hanno nemmeno la forma, né tanto meno dalla presenza della parola "movimento", che rappresenta solo una parte del testo ospitato dal contrassegno ed è una parola che più generica non si può (come "partito" o "lega", parole il cui uso è sempre stato libero, con la benedizione dei magistrati di Cassazione).
Al più, si potrebbe pensare che ai componenti dell'ufficio non sia andata giù la contestuale presenza delle cinque stelle (o presunte tali) e della parola "movimento", temendo che l'abbinamento avrebbe potuto trarre in inganno qualcuno. Ce ne accorgeremo solo vedendo l'emblema modificato, che i presentatori del contrassegno hanno tempo di presentare fino a venerdì: se una delle due parti mancherà, il motivo sarà chiaro. Certo che è il precedente che si crea è un po' pericoloso: voler vedere una somiglianza a tutti i costi anche quando non c'è rischia di trasformarci in un eccesso di cautela, che limita molto le scelte di chi presenta gli emblemi. Soprattutto, fa sospettare che il corpo elettorale che hanno in mente i giudicanti si faccia prendere facilmente per il naso: poco edificante, non c'è che dire...

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