sabato 5 aprile 2014

Simboli per le europee: in diretta dalla fila

Il primo, tale Carlo Piastra, è arrivato alle 7 di ieri. Parla continuamente al telefono, ma a chiedergli chi rappresenta si ottiene solo un evasivo: “Mi hanno detto di essere molto cucito”. Per sapere il suo simbolo, bisognerà aspettare domani mattina, qualche minuto dopo le 8.

Sembra più tranquilla del solito, la fila davanti al Ministero dell’interno che da domani fino a lunedì pomeriggio alle 16 si prepara a depositare i contrassegni da usare alle elezioni europee. Qualcuno degli “animatori” dell’anno scorso ancora non si vede e forse non verrà: qualche mentitore di professione è convinto che temono un’accoglienza poco simpatica dei presenti e delle forze dell’ordine.

Qualche furbastro forse c’è già: qualcuno lascia solo il nome, segno che tengono il posto per simboli “coperti”, da non mostrare o potenzialmente devastanti. Due ragazzi, per dire, sono convinti: “Chi rappresentiamo? Dio”, spillare loro qualcosa di più è impossibile.

Al numero 8 invece c’è lei, Mirella Cece, ingrediente fondamentale per la fila davanti al Viminale. Quando arriva, alle 11, ha già i suoi blocchetti pronti per distribuire i numeri di arrivo a chi si mette in fila, dietro le transenne, dopo di lei. Di gente, in realtà, non ne arriva molta: entra persino qualche turista, che si siede lì con la cartina e la guida, probabilmente ignorando il rito che si compie.

L’età media dei depositati o di coloro che tengono la fila è di 30-35 anni, ma i veterani tengono la posizione. Col numero 5 c’è Carlo Gustavo Giuliana, che insiste nella sua battaglia della lista “Io non voto” (“Quest’anno rischiamo di essere la maggioranza”) e Luciano Gesuelli, che per una vita ha depositato simboli e liste prima per la Dc, poi per i popolari e ora continua col Pd. 
E poi ci sono tre ragazzi per CasaPound Italia, che sono sulla piazza dalle 7.30 e fanno turni di 4 ore per presidiare il loro numero. Nell’attesa ascoltano incuriositi la storia della Cece e del suo Sacro Romano Impero Liberale Cattolico: chissà che non sia una buona giornata, per fare proseliti...

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