martedì 28 marzo 2017

Palermo, Democratici e Popolari per Orlando senza simboli. Tranne uno

Alla fine la lista di Pd, Centristi per l'Europa e Alternativa popolare che appoggerà Leoluca Orlando nel tentativo di farsi confermare sindaco di Palermo si è data un nome, Democratici e Popolari, e un contrassegno. E se il nome, tutto sommato, è sufficientemente generico per includere tutti (anche se con riferimenti precisi alle due anime della lista, quella dem e quella dell'asse tutto siciliano Alfano-D'Alia), la vera partita delicata era quella dell'emblema: Orlando aveva ripetuto più volte di non volere alcun emblema di partito a sostegno della propria corsa e la richiesta, fermissima, non era stata accolta senza malumori dalle forze politiche interessate all'appoggio. 
Il contrassegno presentato ieri pomeriggio, tecnicamente, non contiene alcun simbolo di partito, per lo meno non ne raccoglie di interi. Eppure non serve un occhio allenato per dire che, in realtà, i simboli ci sono eccome, soprattutto uno. Spezzettato come un puzzle, magari, ma c'è. Perché la D bianca individuata grazie al fondo rosso è chiaramente quella del Pd, come la forma e la piccola "unghiata" del traforo della lettera testimoniano; la stessa D di "Democratici" è proprio quella del simbolo dem ideato da Nicola Storto nel 2007. 
E che il Pd sia, in qualche modo, un "azionista di maggioranza" della lista - che, non a caso, esprimerà metà dei candidati della lista, mentre l'altra metà se la dovranno dividere le altre due sigle - lo mostra il fatto che la P dell'emblema dei dem è stata usata come iniziale di "Popolari", praticamente fagocitando il partito di Alfano e Dore Misuraca: l'impressione è consolidata dall'uso della font Din, spesso presente nelle grafiche del Pd, anche per la parola "Popolari", se non altro tinta di blu scuro, come il vecchio logo di Ncd. Ancora più ridotto, se possibile, appare il peso grafico dei Centristi per l'Europa, di fatto richiamati solo dal segmentino inferiore blu con quattro delle dodici stelle d'Europa (un po' più dinamiche rispetto al simbolo originale, in verità) e, volendo, dalla stessa etichetta di Popolari, che non farà parte del nome del nuovo partito di Pierferdinando Casini e Gianpiero D'Alia, ma appartiene pur sempre alla loro storia politica.
La versione ufficiale fornita da Antonio Rubino, responsabile organizzativo del Pd siciliano, è un trionfo degli sforzi inclusivi: "Il simbolo che abbiamo presentato tiene dentro le istanze dei nostri alleati, del Sindaco ma soprattutto dei tanti iscritti e militanti del Pd che ci hanno spronato a tenere insieme unità e identità. Siamo convinti di esserci riusciti e che adesso ci sono tutte le condizioni per fare una bella ed entusiasmante campagna elettorale". Bisogna dare atto - quel che è vero va detto - che graficamente il risultato finisce per essere gradevole: il contrassegno è piuttosto armonico, spazi e colori sono ben studiati; anche da piccoli dettagli - come l'angolino del fondo rosso della D, ripiegato per mostrare il retro verde - dimostrano l'attenzione messa nell'elaborare un emblema che doveva mettere d'accordo varie esigenze. Certo, cura e attenzione non bastano a rendere originale un contrassegno che proprio non può esserlo, così come continuare a sostenere che in quel cerchio non c'è nemmeno un simbolo diventa per lo meno difficile.

Nessun commento:

Posta un commento