Il passaggio, alla fine, è arrivato, anzi quasi, visto che ufficialmente manca qualche ora, ma il punto di arrivo della mutazione del Nuovo centrodestra è ormai definito. Questa mattina al Centro congresso di Roma Angelino Alfano ha presentato il simbolo di Alternativa popolare, in quella che è l'ultima assemblea nazionale di Ncd.
Il cambiamento non è radicale, a ben guardare: il cuore giallo - senza stelle, dopo la diffida del Ppe - è lo stesso che ormai dalle amministrative dell'anno scorso caratterizza le liste locali presentate o ispirate da Ncd (giusto il fondo blu è più scuro, un omaggio all'Europa che gli alfaniani vogliono cambiare senza volerla abbandonare), come è uguale nella font la parola "Popolare", che prima si accompagnava al nome "Area". Al suo posto, in stile comunque grassetto, ora c'è "Alternativa", che in parte si sovrappone al cuore e in parte ne è nascosta.
Che la parola "destra" dovesse sparire da nome ed emblema era ormai chiaro. Il suggello definitivo alla scelta di non collocarsi formalmente nel vecchio schieramento è arrivata dalle parole di Alfano di questa mattina: "Oggi - ha detto - è tecnicamente impossibile la missione di innovare il centrodestra, anche perché un pezzo di centrodestra fondamentale, Forza Italia, ha deciso di allearsi con i lepenisti e c'è un travaso di voti da Fi alla Lega Nord e a altri a destra di Fi". L'area, già anticipata dalla scelta del nome "Area popolare" (che peraltro in un primo tempo era condiviso con l'Udc) è invece quella dei popolari europei, contro gli antieuropeisti ma anche - almeno nelle premesse e nelle dichiarazioni - a debita distanza dalla sinistra.
Una scelta "altra", insomma, nemmeno da "terza via" ma semplicemente "altra". La scelta del nome viene proprio da lì: "Noi - è ancora Alfano a parlare - siamo alternativi ai vaffa, alle ruspe, ai lepenisti, a chi dice no all'Europa, alla sinistra che guarda ad un passato che non torna". L'idea del ministro degli esteri, dunque, è di "realizzare un'alternativa che nasca dal popolo e che sia per il popolo": l'etichetta da adottare per dare una casa a liberali e moderati, dunque, era praticamente ovvia.
Il fatto che Alfano ieri su Twitter abbia parlato del "nuovo volto di Ncd" fa pensare che la scelta che tra poche ore sarà ufficializzata si traduca in un semplice cambio di nome. Allo studio, in ogni caso, ci sarebbero state anche altre opzioni: anche se l'emblema sarebbe già stato depositato presso il Viminale - secondo il racconto fatto oggi da Pasquale Napolitano per Il Giornale - accanto al nome effettivamente scelto ci sarebbero state altre opzioni, in particolare "Patto per l'Italia" (già usato da Mariotto Segni alle politiche del 1994, senza troppa fortuna), Unione Popolare (dizione già vista sul simbolo depositato alle politiche del 2013 da Maria Di Prato) e Iniziativa Popolare (nuovo, almeno sul piano nazionale: a livello locale il nome risulta avere corso per lo meno a Guanzate, in provincia di Como, nel 2012, ma si tratta evidentemente di tutt'altra cosa).
Sempre Napolitano svela che il nuovo nome alfaniano sarebbe stato benedetto da una ricerca di Ipr Marketing, che lo descriverebbe come "in grado di riscuotere maggior consenso tra gli elettori". Non è dato sapere, al momento, se sarà davvero così. Resta naturalmente l'incognita della legge elettorale: lo sbarramento al 3% potrebbe dare poche preoccupazioni (anche se avere certezze sui risultati non è mai opportuno: vedere alla voce "Monti"), ma un sistema elettorale fondato sulle liste e non sulle coalizioni certamente darebbe al partito di Alfano, come a molti altri, assai meno potere contrattuale e meno prospettive in termini di eletti. A quel punto, avere cambiato nome potrebbe non bastare.
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