domenica 26 marzo 2017

Palermo, il "tetto" dei Comitati civici per Ferrandelli

Se all'interno della coalizione che dovrebbe sostenere Fabrizio Ferrandelli nella corsa a sindaco di Palermo si è aperta la querelle legata all'uso del simbolo di Forza Italia (e, a monte, alla stessa presenza dei forzisti nella compagine a sostegno di quel candidato sindaco), non dovrebbero esserci dubbi sull'appoggio di un altro contrassegno, quelIo del Movimento Comitati civici, presieduto da Leonardo Canto e che ha come segretario generale Claudio Castronovo.
Qui, peraltro, vale la pena sottolineare che non si tratta di una realtà nata in prossimità del voto, bensì di un'associazione nata a febbraio del 2013, dall'impegno di "un ristretto gruppo di ragazzi (alcuni dei quali neo laureati, o avviati da poco al mondo del lavoro)": un gruppo che - si legge nel sito dell'associazione stessa - era "stanco di vivere una quotidiana realtà fatta di disagi, disservizi e caratterizzata da una totale e pressoché onnipresente sfiducia verso il futuro", per cui era venuto spontaneo fondare "un gruppo civico di protesta". Comuni denominatori erano la voglia di cambiare, la mancanza di esperienza politica alle spalle, "uno sconfinato amore per la propria terra" e la "folle ambizione, ma concreta, di contribuire alla sua definitiva rinascita".
Il nome stesso - che a chi ha buona memoria ricorda l'esperienza del 1948 di Luigi Gedda, ma la realtà odierna non ha nulla a che fare con quei gruppi - vuole dare il senso dell'aggregazione spontanea dal basso, di cittadini che si mettono insieme per qualcosa. Non per contestare soltanto, ma per proporre e, soprattutto, senza una collocazione politica tradizionale: "Chi fa parte dei Comitati civici - si legge ancora nel sito - non ha un preciso colore politico, se non il proprio, perché perfettamente consapevole di dover cambiare il punto di vista in merito alla realtà circostante: occorre avere a cuore un solo obiettivo, la buona politica della cosa pubblica".
Sono gli stessi fondatori dei Comitati a rivendicare la necessità di avere "una voce libera e scevra da qualsiasi logica delle appartenenze" per ogni vicenda che riguardi la gestione del comune di Palermo o questioni economiche, sociali e culturali del territorio. Per questo occorreva ripartire "dai quartieri e dai comuni", domandandosi da quel punto di vista quali siano "le reali priorità ed i reali bisogni" dei cittadini. Il gruppo, al motto similkennediano "Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, ma chiediti cosa sei disposto a fare tu per il tuo Paese", affianca una massima di padre Pino Puglisi: "Qualcuno potrebbe dire che dovrebbero pensarci le istituzioni, noi intanto agiamo così il nostro agire diventa anche protesta". Tutto questo per evitare ogni disfattismo o atteggiamento rinunciatario.
La prova delle urne a Palermo, in ogni caso, non sarebbe la prima per i Comitati civici: in vari comuni la lista ha corso con successo, tra cui Isola delle Femmine, Montelepre e Piana degli Albanesi. Tra questi c'è anche Carini, sempre in provincia di Palermo, in cui i Comitati nel 2015 hanno eletto due consiglieri, essendo collegati a Giuseppe "Giovi" Monteleone, poi eletto sindaco. Il contrassegno fu caratterizzato in modo particolare (in particolare con lo slogan "Identità e futuro" e un accenno di stretta di mano), ma rimanevano i due elementi fondamentali del simbolo dei Comitati: il nome scritto in carattere Nyala e un segno composto da due parallelogrammi - uno bianco e uno rosso - disposti a specchio, come a ricordare il tetto di una casa. Nell'emblema originale (sempre su fondo blu), questo disegno è molto più evidente, mentre l'aggettivo "Civici" è più marcato rispetto al resto del nome; nella parte inferiore, poi, è presente un piccolo elemento tricolore. Non è dato sapere se l'emblema sulla scheda arriverà così; in ogni caso, è già pronto all'uso e fin da febbraio si è registrata la disponibilità di una settantina di persone a candidarsi. In quella stessa sede è maturata - nella maggioranza delle persone legate al progetto - la decisione di schierarsi a fianco di Ferrandelli. Il quale non poteva non apprezzare un sostegno "tutto civico" come questo.

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