sabato 18 luglio 2020

Terra, la sfida ecologista, civica e democratica per la Campania

In attesa che anche per le elezioni regionali in Campania sia indicata la data - formalmente è ancora possibile votare in anticipo rispetto al 20 e al 21 settembre, date immaginate dal governo per lo svolgimento in contemporanea del referendum costituzionale e degli altri appuntamenti elettorali, ma con il passare dei giorni è sempre più probabile che anche le singole regionali si tengano negli stessi giorni - si è data un nome e anche un proprio simbolo una delle formazioni che si preparano a sfidare il presidente uscente, Vincenzo De Luca. Si tratta di Terra, un movimento civico-politico, non rivolto solo alle elezioni, che unisce comitati e associazioni di cittadini impegnate in battaglie ambientali, con il supporto di forze politiche. A illustrare il progetto e il simbolo per I simboli della discordia è Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra italiana e tra coloro che hanno aderito al progetto fin dal primo incontro.

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Scala, Terra si sta preparando a partecipare alle prossime elezioni regionali campane: cos'è e come nasce?
Terra nasce dall'idea di rimettere al centro la terra, devastata nel corso di questi anni, soprattutto in Campania. Non a caso la prima assemblea, con circa trecento persone, l'abbiamo tenuta a Taverna del Re, simbolo del fallimento della politica degli ultimi vent'anni: milioni di ecoballe che sono ancora lì, in attesa di essere smaltite, mentre nello stesso tempo non si è riusciti a costruire nessuna forma di ciclo integrato di rifiuti. Nei suoi cinque anni di mandato, la giunta De Luca non ha fatto costruire alcun tipo di impianto e non mi riferisco solo a quelli finali come i termovalorizzatori. Il problema è che l'idea di fondo diffusa è ancora quella del "forno da pizza": si prende e si butta dentro tutto e si pensa che il problema si risolva. Quelle ecoballe sono lì perché non c'è stato alcun revamping degli impianti esistenti, né appunto si è costruito alcun impianto intermedio, dedicato per esempio al compostaggio. Partire, anzi ripartire dalla terra, dunque, era inevitabile ed è stata una scelta simbolica.
Lei è il segretario regionale di Sinistra italiana: che ruolo hanno i partiti nella costruzione di questa lista?
Preciso che c'è la nostra idea è stata quella di aderire a un percorso politico lanciato dai comitati. In particolare esiste una rete denominata Stop Biocidio e che riunisce al suo interno un'ottantina di associazioni costituitesi sul territorio campano: ciascuna di queste è nata per seguire fronteggiare una specifica vertenza. Quell'organizzazione aveva lanciato un appello, che tra l'altro si apriva e si chiudeva citando l'enciclica Laudato si' di papa Francesco dedicata all'ambiente: si partiva dalla constatazione che "La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. Tanto i rifiuti industriali quanto i prodotti chimici utilizzati nelle città e nei campi possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe", ma ancora più significativa era la frase finale, per cui "Se i cittadini non controllano il potere politico - nazionale, regionale e municipale, neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali". L'appello, diffuso il 24 giugno, chiedeva di mettere in campo per la regione un progetto ecologista, civico e democratico: molte forze politiche che nel loro Dna hanno quei temi hanno deciso di aderire, ma hanno fatto un passo di alto, stando a disposizione di questo progetto civico. 
Di quali forze politiche parla?
Mi riferisco soprattutto a Sinistra italiana, a Rifondazione comunista, al Partito comunista italiano, al Partito del Sud, ma anche ad altre formazioni, come i Cobas. Il primo appuntamento è stato appunto a Taverna del Re il 4 luglio. Attraverso un percorso democratico si è pensato ad alcune tappe, compresa soprattutto la definizione del simbolo, dunque dell'immagine con cui presentarci alle elettrici e agli elettori.
Come avete deciso i contenuti del simbolo?    
Alcune prove grafiche intorno al nome Terra e libertà
Prima di arrivare al disegno definitivo, peraltro tutto prodotto in autonomia all'interno del nostro gruppo, si è svolta una discussione molto ampia che aveva prodotto varie ipotesi. erano state fatte alcune altre ipotesi. Alcune di esse riguardavano anche un nome più ampio di quello poi scelto: noi di Si per esempio avevamo proposto "Terra e libertà", il che avrebbe tra l'altro richiamato un famoso film di Ken Loach; alla fine però si è deciso di conservare solo il riferimento alla terra, perché dava comunque il senso dell'operazione "dal basso" che noi avevamo deciso di proporre. C'era poi chi intorno al simbolo voleva mettere alcune parole chiave, come "diritti", "salute", "uguaglianza"; qualcuno, anche giustamente, avrebbe voluto inserire una parola chiave per la sinistra come "lavoro"; alla fine però abbiamo scelto di lasciare "Terra" come unico elemento verbale forte.
Una curiosità: "sinistra" non è mai stata considerata come parola da inserire nel simbolo?
No, sostanzialmente per un motivo: noi siamo di sinistra senza bisogno di doverlo specificare, anzi scriverlo sarebbe diventato forse ridondante. Nel momento in cui si dice che si mette al centro del discorso politico la terra e il rapporto tra l'essere umano e la natura, si dice chiaramente che si è di sinistra anche se quella parola non è scritta nel simbolo. Questa dovrebbe essere, secondo noi, la forza della sinistra 3.0.
Torniamo al vostro simbolo e contrassegno elettorale: come siete arrivati alla versione finale?
Versione intermedia del logo
Ci sono stati vari apporti, dati un po' da tutti, soprattutto dai giovani che partecipano a questo movimento civico, perché tengo a precisare che di questo si tratta, non di una lista elettorale. Alla fine la costruzione è avvenuta in modo democratico, unendo appunto gli elementi delle varie proposte e bilanciandoli tra loro: la decisione è stata presa il 14 luglio in un altro luogo simbolo del degrado ambientale della nostra regione, la spiaggia Boccaperti di San Giovanni a Teduccio. Ciascuno ha dato il suo contributo attraverso dei fogliettini e alla fine è uscito il simbolo con il quale ci presenteremo alle elezioni. 
Che lettura dà di questi elementi?
C'è l'acqua del mare, il cui colore azzurro tinge anche il nome del movimento, dando il senso dell'unione dei beni comuni; c'è appunto la terra, qui tinta di verde chiaro, con quelle "onde" che richiamano i nostri campi lavorati ma che necessitano di quelle bonifiche che la nostra terra martoriata non ha ricevuto in tutti questi anni. C'è poi una figura umana che, dietro di sé, proietta l'ombra di un albero: la si può intendere in molti modi, come la persona destinata a tornare alla terra e alla natura - una sorta di "polvere sei e polvere ritornerai", per riprendere accenti biblici - oppure come uomo e albero elementi paritari e armonici di un ecosistema di grande rispetto reciproco.
Sul piano cromatico mi colpiscono due particolari: il fatto che Terra si tinga dei colori del mare, il che può sembrare anomalo, e il rosso usato per la figura umana. Ci sono ragioni particolari per queste scelte?
In effetti in un primo tempo avevamo anche pensato di scrivere "Terra" in rosso, ma quando abbiamo provato abbiamo visto l'effetto che faceva l'accostamento con l'azzurro del mare e non ci aveva convinto. Il rosso però abbiamo voluto che ci fosse comunque, appunto, in quella figura umana: il rosso è il colore della lotta, per il lavoro o per la natura, dunque un elemento cromatico che richiama la persona che lotta nel simbolo c'è.
In questi giorni avete detto che avete intenzione di candidare una coppia di persone alla presidenza: in che senso?
Noi vogliamo presentarci alle elettrici e agli elettori con un ticket uomo-donna, perché riteniamo giusto che alla presidenza non si candidi un uomo o una donna, ma il genere umano; anche all'interno di Sinistra italiana, per esempio, in certe realtà esiste una doppia segreteria, con un segretario e una segretaria. I nomi ancora non ci sono, ma l'idea c'è e vorremmo che fossero due giovani, anche per uscire dalla logica che vede per la terza volta sfidarsi Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro. La settimana prossima, in una nuova assemblea, dovremmo indicare i nomi.
Giuridicamente, però, non è possibile candidare due persone, occorrerà "spacchettare" la coppia....
In effetti non si può, quindi decideremo insieme quale nome candidare ufficialmente per la presidenza della giunta regionale: sui manifesti ufficiali e sulle schede dovrà esserci soltanto quella persona, ma troveremo il modo di valorizzare quest'idea che secondo noi completa il nostro progetto politico e dà più senso alla complessità dell'operazione.
Per concludere: oggettivamente, la partita in Campania sembra già definita, come molti sostengono, o crede che sia ancora aperta?
Mi pare che De Luca si stia prendendo tutto il possibile: credo che il suo obiettivo non sia solo vincere, ma anche distruggere il Partito democratico. Si delinea sempre più una sorta di armata Brancaleone, di suk che comprende prodotti di vario tipo, a volte scaduti da tempo: anche quella parte di sinistra che pensava di poter stare all'interno di quel contenitore di fatto in queste ore sta scomparendo. In sostanzia, in Campania ci troviamo di fronte a due destre: quella di De Luca e quella di Caldoro che tra l'altro inizia la campagna elettorale sulla questione morale, fatto del tutto inedito per il centrodestra. La nostra risposta a tutto questo riparte da Terra.

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