Se nelle prossime settimane, magari a fine agosto, qualche drogat* di politica si trovasse a passare le proprie vacanze nella zona di Ercolano (Na), potrebbe trovare di un certo interesse seguire le elezioni amministrative che si terranno il 20 e 21 settembre prossimi. Nel 2015 era stato eletto sindaco Ciro Bonajuto, con il sostegno principale del Pd (ma anche di Centro democratico, Verdi, Sel, Psi, Idv e della lista civica Rinnovare Ercolano). Nel frattempo, Bonajuto ha aderito a Italia viva; per alcuni giorni era parso che si arrivasse a una sfiducia sostenuta dallo stesso Pd (ma poi i dem, pur abbandonando la giunta, hanno ritirato le loro firme dalla mozione e la sfiducia non è stata approvata) e ora lui stesso si ricandida nel tentativo di ottenere il secondo mandato.
Non è ancora definita la coalizione che sosterrà questa nuova corsa elettorale del sindaco uscente (anche se pare si sia raggiunto un nuovo accordo tra Pd e Italia viva), in compenso si è già definita quella che al momento appare l'unica guida alternativa per il comune (anche se naturalmente da qui alla metà inoltrata di agosto potrebbero emergere altre candidature).
Pochi giorni fa, infatti, si è presentata alla stampa Colomba Formisano, dottoressa dell'Asl Napoli 3 Sud, eletta in consiglio comunale nel Pd nel 2015 (fuoriuscita nel 2019) e ora sostenuta da una coalizione civica denominata "Ercolano bella". Questo nome era già circolato negli ultimi mesi dello scorso anno ad opera del consigliere comunale ed ex segretario Pd di Ercolano Piero Sabbarese (in seguito legatosi ad Azione), proponendo allora le primarie per "sfidare" Bonajuto: non stupisce che una delle liste in campo - per quanto abbia come dicitura più evidente Colomba Formisano sindaco - sia effettivamente denominata Ercolano in Azione (senza alcun riferimento grafico alla A "frecciata", ma il fondo è tinto dello stesso blu) e che questa faccia proprio riferimento a Sabbarese. Un'altra formazione in campo è Ercolano in marcia, organizzata da Luigi Reale (imprenditore della ristorazione piuttosto noto in zona, come "Gigino dei panini"): nel simbolo si vede appunto un gruppo di persone in cammino, con le loro orme sul terreno, mentre vanno verso il Vesuvio (per l'occasione tinto di bianco, per fare il tricolore con il cielo rosso).
Si era già vista alle elezioni di cinque anni fa la lista Cambiamo Ercolano, dalla grafica chiaramente legata al centrodestra: nel 2015 era tra le tre formazioni che sostenevano la candidatura di Gennaro Miranda, allora sostenuto soprattutto da Fratelli d'Italia. E in effetti c'è ancora lui a capo di questa lista, che tuttavia questa volta è schierata a sostegno di un progetto civico; il simbolo tuttavia è rimasto lo stesso, con l'arcobaleno tricolore che esce dal cerchio (oppure vi entra, chissà) sovrapponendosi in parte alla corona blu, al di sotto del nome della formazione conservatosi integralmente, quanto a dimensione e tinte cromatiche,
Appare invece di nuovo conio la lista Marittimi per Ercolano, voluta e guidata proprio da un marittimo, Gaetano Romaniello (che è anche vicesegretario Ugl Mare). L'idea di presentare questa formazione è nata dall'esigenza di rappresentare nel consiglio comunale i problemi dei lavoratori marittimi di Ercolano (un numero significativo in quel comune, non pochi dei quali sono giovani): a loro dire quelle difficoltà sono poco considerate dalla politica perché sono poco note, così quella categoria rilevante per il territorio si sente abbandonata e cerca di farsi spazio all'interno della competizione elettorale. Il simbolo della lista ha al centro un'ancora con un cartiglio sopra.
L'attenzione maggiore, tuttavia, viene inevitabilmente attirata dalla lista Gruppo ecologia territorio ambiente, promossa da Giampiero Perna, già assessore della giunta Bonajuto (fino a gennaio di quest'anno, quando il sindaco gli ha revocato le deleghe). La vocazione ecologista si evince pure dal programma (per ora è stato reso noto che si punta innanzitutto su economia circolare, green economy, ciclo dei rifiuti e polo ambientale), ma non può passare inosservato il fatto che il nome sia stato abbreviato nell'acronimo GR.E.T.A., posto sotto alla corolla di un girasole (anche se in parte è stato tagliato proprio per far posto alla sigla). Risulta ben difficile pensare che quell'acronimo sia frutto di una scelta casuale e non crei invece una voluta assonanza con il nome di Greta Thunberg, l'attivista svedese che per molti mesi è finita al centro delle cronache per le sue iniziative a favore dello sviluppo sostenibile e contro i cambiamenti climatici. Non era facile pensare che a qualcuno venisse in mente di chiamare in causa quella figura in una competizione locale (anche se da parte di una coalizione in effetti attenta ai temi che riguardano la "bellezza" del territorio) e per giunta in un periodo in cui - anche a causa del Coronavirus - l'attenzione per le opere di Greta è almeno in parte scemata. Certo, ufficialmente il nome di Greta non è presente sul simbolo, ma il tentativo di trasformare quella figura in un simbolo, evocandola pur senza riferimenti diretti, sembra esserci tutto. Toccherà a elettrici ed elettori di Ercolano dire se questa scelta pagherà oppure no.
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