venerdì 17 luglio 2020

Veneto ecologia solidarietà, corsa autonoma per una regione solidale

In Veneto le date del voto per le elezioni regionali sono già certe: il presidente uscente (e ricandidato) Luca Zaia ha confermato in conferenza stampa che si andrà alle urne il 20 e il 21 settembre, contemporaneamente alle amministrative e al referendum costituzionale (oltre che alle suppletive, che però non riguarderanno collegi veneti). A sfidare Luca Zaia, oltre a Enrico Cappelletti per il MoVimento 5 Stelle e ad Arturo Lorenzoni (candidato di buona parte del centrosinistra), ci saranno altre persone candidate. Circolano da giorni i nomi di Antonio Guadagnini per il Partito dei Veneti, di Gianluca Busato (per altre forze venetiste: varrà la pena parlarne) e di Daniela Sbrollini per Italia viva; da poco si è aggiunto anche quello di Patrizia Bartelle, sostenuta dalla lista Veneto ecologia solidarietà.
L'idea, in effetti, non è certo delle ultime settimane: è il sito stesso della nuova formazione a ricordare come il 23 novembre 2019 si sia riunito il Forum Veneto per la Salute, l'Ambiente e la Solidarietà e all'inizio dell'anno nuovo sia stato diffuso un appello "a tutte le persone, i giovani, le associazioni, i comitati e le forze ambientaliste attive nei territori della regione" perché si potesse formare una lista unitaria alle regionali per mettere in campo "una reale alternativa ambientalista e solidale all'attuale sistema di potere e di devastazione del Veneto". Le adesioni, arrivate prima e dopo l'esplosione dell'emergenza Coronavirus, hanno portato alla redazione di un programma già piuttosto strutturato ma ancora in fieri, aperto a modifiche e integrazioni provenienti da nuovi contributi. Vale giusto la pena precisare che non fanno parte della lista i Verdi - Europa Verde, che ufficialmente sostengono la candidatura di Arturo Lorenzoni. 
In un primo tempo come nome per la lista si era pensato a Veneto Verde, mettendo in luce altri valori ritenuti fondamentali (salute, giustizia, solidarietà) ed era circolato alla fine di aprile per la candidatura a presidente il nome di Carlo Costantini, architetto e tra i primi firmatari dell'appello lanciato a gennaio (assieme, tra gli altri, a Massimo Benà, Ivaldo Vernelli e Francesco Gennaro). In seguito, tuttavia, per la guida della regione è stata individuata Bartelle (consigliera regionale uscente, eletta nel 2015 con il MoVimento 5 Stelle e uscita da lì nel 2018) ed è stato modificato il nome della lista in quello attuale. 
Non è dato sapere cosa abbia suggerito il cambio di etichetta; il verde resta comunque protagonista nella struttura del simbolo, fatta da tre cerchi eccentrici l'uno interno all'altro, con i colori della bandiera nazionale e il verde in primo piano. Quella struttura era già presente nella prima versione del contrassegno di lista, così come i tre alberi stilizzati bianchi (che ora hanno acquistato più visibilità) e la dicitura gialla "territori in comune", che in qualche modo richiama anche il fatto che Patrizia Bartelle, dopo aver lasciato il M5S, aveva aderito a Italia in Comune. 
La lista porterà avanti battaglie a difesa della salute e dell'ambiente, opponendosi "alle grandi opere, inutili e devastanti, vantaggiose solo per poche grandi imprese", avendo piuttosto come obiettivo "la manutenzione e la cura diffusa dei territori, delle infrastrutture esistenti (strade, ponti, scuole, ospedali, edifici residenziali), a partire dalla tutela della salute e sicurezza e della produzione del cibo, dalla riconversione ecologica delle attività produttive". Si punterà sulla sanità pubblica, sulla tutela dell'ambiente e la lotta all'inquinamento, senza trascurare l'attenzione al sistema produttivo (ma sempre tenendo ferma la sostenibilità ambientale e sociale delle attività economiche) e al turismo; sono chiare le idee sulle principali emergenze ambientali (verifica immediata del progetto del MoSE prima che i lavori proseguano per correggere determinati errori, blocco assoluto alle grandi navi in laguna a Venezia, riqualificazione meno impattante della linea Milano-Venezia, attenzione alla programmazione territoriale in vista di Cortina 2026, bonifica delle aree inquinate a Marghera, alternative rispetto al nuovo inceneritore a Fusina, revisioni pesanti dei progetti su nuove infrastrutture stradali e sanitarie) come è chiaro il no a un'autonomia regionale indiscriminata (meglio dare più poteri agli enti locali). La corsa solitaria si annuncia tutt'altro che semplice, ma la sfida sarà comunque raccolta.

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