Anche il Veneto si prepara alle elezioni regionali di settembre, che vedranno la ricandidatura di Luca Zaia alla presidenza della giunta (per la terza volta: ciò è possibile perché il suo primo mandato è iniziato nel 2010, prima cioè che fosse introdotto il limite dei due mandati consecutivi da presidente).
Tra coloro che intendono sfidare il presidente uscente c'è Arturo Lorenzoni, professore di Economia dell’Energia ed Electricity Market Economics alla Scuola di Ingegneria Industriale dell'Università di Padova e dal 2017 vicesindaco sempre di Padova: lui è stato scelto come candidato alla guida del Veneto dal centrosinistra, con il sostegno di componenti civiche. Tra queste, si annuncia anche la formazione Il Veneto che vogliamo, un progetto nato dopo il lancio di un appello l'11 dicembre, che nel giro di alcune settimane ha ricevuto un numero significativo di adesioni.
"Il Veneto che vogliamo - si legge nel sito - è nato come un percorso di ascolto, in tutto il territorio, partendo dai temi e non dai nomi o dalle identità. Negli ultimi mesi abbiamo fatto moltissimi incontri, e sette assemblee in tutta la regione, una per provincia. Abbiamo incontrato una quantità grande ed insperata di veneti attivi e radicati nel territorio, convinti che il futuro non sia scritto e che serva mettersi in gioco tutti assieme per disegnarlo. Abbiamo capito che in questo momento è veramente possibile rimettere al centro le grandi questioni della Regione, connettere e riconnettere le persone e le esperienze che hanno saputo individuare risposte concrete sul territorio. Per farlo serve costruire un progetto politico ampio, generoso, alternativo, concreto e reale, che metta al centro i contenuti e i temi da cui è necessario partire per costruire una regione più equa, pulita, sana e innovativa".
L'appello, che contiene il nucleo del programma politico, si snoda su alcuni punti fondamentali (riconversione ecologica ed energetica al posto di grandi opere e consumo di suolo, investimenti nel trasporto pubblico e sostenibile, sanità pubblica accessibile a tutti, valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, politiche attive del lavoro e innovazione, riduzione delle diseguaglianze e lotta alla povertà, contrasto alla criminalità organizzata); questi caratterizzeranno l'impegno della lista, che nel frattempo era chiamata a darsi un'identità, anche visiva.
Per questo, il 5 e il 6 giugno i firmatari dell'appello sono stati invitati a scegliere online il contrassegno. All'evento è stato dato un nome significativo, Vanti col logo! ... che l'elesion se 'ngruma: "In Veneto - spiegano dal gruppo comunicazione del Veneto che vogliamo - si usa dire 'Vanti col Cristo che la procesion se 'ngruma', che significa 'avanti col Cristo che la processione si blocca': un modo per dire 'Muoviamoci che dobbiamo andare avanti". Abbiamo modificato quel detto per intendere, appunto: sbrighiamoci a decidere il logo che abbiamo un'elezione da vincere".
A coloro che hanno votato sono state presentate quattro opzioni (elaborate da Leonardo "Dodo" Nicolai, grafico freelance che collabora con Quorum). Elementi fissi erano ovviamente il nome della lista e il riferimento al candidato presidente: una prassi ormai codificata alle elezioni regionali e spesso seguita tanto dai partiti quanto dalle formazioni civiche. Quanto alle soluzioni grafiche, sono state proposte sostanzialmente due coppie di emblemi, ciascuna legata a un'idea visiva e sviluppata in due varianti, per sviluppo e impiego dei colori.
In particolare, due potenziali simboli avevano come elemento grafico caratterizzante la silhouette della regione: il primo si basava sulle tonalità di verde (più scuro per la sagoma, intermedio per la sua proiezione, più chiaro per il fondo) e con la dicitura "Lorenzoni presidente" assai più chiara, (il verde e il giallo) e il nome della lista scritto in bianco; il secondo emblema presentava invece la regione in colore bianco, contenente per intero il nome della lista, colorato come lo sfondo di un singolare "verde laguna", mentre il riferimento al candidato presidente era collocato in basso su un grande segmento arancione, che finiva per abbracciare l'intero cerchio.
La seconda coppia di loghi, invece, si basava sui "segni del territorio", cercando di abbracciare tutto il Veneto senza citarne la forma geografica. Il primo emblema conteneva i profili della Specola (Padova), dell'Arena di Verona, di piazza Vittorio Emanuele II di Rovigo, del Ponte di Rialto (Venezia), della Basilica palladiana (Vicenza) e della torre civica di Piazza dei Signori (Treviso); sullo sfondo si stagliava il profilo delle Dolomiti per rappresentare anche la provincia di Belluno; i monumenti erano rappresentati in azzurro, fusi all'elemento che conteneva il cognome del candidato, mentre sul fondo verde pino emergeva in bianco (e in minuscolo) il nome della lista. Il secondo logo conteneva invece il solo profilo dei monumenti ma come se fosse stato visto dal basso, guardando il cielo (e quindi, metaforicamente, verso le cime montuose): non a caso il fondo qui era azzurro, mentre il nome della lista si tingeva di giallo.
Alla fine coloro che hanno votato hanno preferito il simbolo con il Veneto bianco su fondo "verde laguna" bordato di arancione (lo ha scelto il 31,6%); sono risultate vicine tra loro le proposte "monumentali", con una leggera preferenza per quella con il profilo montuoso (27,1%) rispetto a quella senza montagne (25,9%); ha riscosso meno gradimento il Veneto a gradazioni di verde (lo ha indicato il 15,4%).
La scelta dell'emblema è stata accolta con soddisfazione da coloro che guidano Il Veneto che vogliamo: "In questo logo - ha spiegato la portavoce del movimento civico, Elena Ostanel - il Veneto è il Mondo, il Mondo è Veneto! È un logo ambizioso, perché vediamo un Mondo, che è anche il Veneto: quello che vogliamo rappresentare, quello impegnato, lavoratore, ecologista, innovatore, solidale. Un Mondo verde laguna contornato di arancione, quello delle più belle e importanti esperienze civiche della nostra Regione. E su questo Mondo si staglia 'Lorenzoni presidente': il Presidente che abbiamo scelto, che vogliamo e che il Veneto merita". "Con un logo riusciamo a rappresentare insieme il Veneto e i veneti - ha aggiunto l'altro portavoce, Giorgio De Zen -. Il simbolo, che si contraddistingue per l’uso di un colore unico nel panorama politico veneto (il verde…laguna!), è stato scelto all'esito di una bella sfida dal risultato non scontato, che ha dimostrato come la partecipazione per noi sia uno dei valori che ci contraddistingue, pur con tutte le difficoltà incontrate per trovarsi in questi mesi fisicamente." Ha commentato positivamente l'emblema lo stesso candidato alla presidenza della regione Lorenzoni: "Questo logo rappresenta bene la freschezza del movimento che oggi si presenta e comunica insieme l’idea di un Veneto che vuole tornare centrale a livello internazionale, nel mondo del sociale, della cultura e del terzo settore".
Scelto il simbolo - che è stato presentato il 13 giugno - è ripreso l'impegno per le elezioni, in attesa che queste siano effettivamente indette, una volta stabilita la data. Ci sarà tempo per vedere la composizione delle coalizioni che si affronteranno; i tasselli,in ogni caso, si aggiungono via via e pare che anche in Veneto la scheda sarà piuttosto affollata.
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