martedì 20 luglio 2021

Il secondo congresso di +Europa: le cariche, le liste e i simboli

Si è svolto dal 16 al 18 luglio, presso l'Hotel Hilton di Roma Fiumicino, il secondo congresso di +Europa, a valle di un periodo di profondo travaglio durato diversi mesi, dopo che anche il primo congresso si era svolto in modo tutt'altro che piano (con gli arrivi collettivi sui pullman e le accuse di "truppe cammellate") e l'avvento del governo Conte-bis aveva visto la compagine parlamentare del partito frammentarsi
A marzo si era dato conto di uno dei passaggi più tesi del percorso verso il congresso, deflagrato con la sfiducia votata al tesoriere Valerio Federico a seguito della vicenda delle iscrizioni pagate "in blocco" e ritenute contrarie allo statuto da chi aveva presentato la sfiducia, nella convinzione che quegli episodi avrebbero falsato il congresso e che questo dunque non si sarebbe potuto tenere. Com'è noto, l'episodio della sfiducia - su cui si era innestata una diatriba sul regolamento congressuale, con le incertezze sulle forme di svolgimento legate alla pandemia a complicare ulteriormente la situazione - aveva provocato prima l'addio a +Europa da parte di Emma Bonino, poi le dimissioni del segretario Benedetto Della Vedova, fatto che statutariamente ha reso necessario l'avvio del procedimento congressuale straordinario, con un regolamento approvato il 29 maggio e un doppio cambio di tesoriere (Carmelo Palma, eletto il 23 marzo, si era dimesso due mesi dopo e al suo posto era stato scelto Michele Usuelli).
Quell'iter, come si diceva, si è chiuso domenica, anche se il congresso ha rischiato di non tenersi e formalmente è ancora sub iudice: alcuni dei membri dell'assemblea di +Europa che avevano sollevato il problema delle iscrizioni "cumulative" (Riccardo Lo Monaco, Diana Severati, Alessandra Senatore, Cristina Bibolotti, Nico Di Florio, Matteo Di Paolo ed Emanuele Pinelli) si erano rivolti al Tribunale di Roma lamentando vizi nelle ultime delibere assembleari e chiedendo in via cautelare la sospensione del congresso stesso. Nella prima udienza di ieri, assegnata peraltro nel giorno successivo alla celebrazione del congresso (il primo disponibile), il giudice - che in precedenza non ha ritenuto opportuno adottare un provvedimento inaudita altera parte per sospendere il congresso - ha precisato che il procedimento cautelare va avanti anche se l'assise si è già svolta (e in ogni caso più in là ci sarà il giudizio di merito), invitando comunque le parti a trovare un accordo. Ci saranno evidentemente sviluppi sulla questione e si darà conto di eventuali novità. 
Per capire che il clima non è certo rasserenato, basta leggere quanto ha scritto sul suo profilo una delle ricorrenti (nonché vicepresidente vicaria dell'assemblea del partito), Alessandra Senatore, per spiegare perché lei e varie altre persone (che attualmente sembrano riconoscersi soprattutto nell'associazione e spazio di confronto Italia Europea, evoluzione dell'omonima lista che si era presentata nel 2019 al primo congresso di +Europa, ma che ovviamente con il partito nulla ha a che vedere) non avrebbero partecipato all'assise congressuale.


Il congresso, in ogni caso, si è tenuto e ha visto tornare alla segreteria Benedetto Della Vedova, mentre alla presidenza del partito è stato eletto Riccardo Magi. Si era candidato a entrambe le cariche anche Giulio Del Balzo, raccogliendo 59 voti per la segreteria (a fronte dei 195 di Della Vedova) e 106 per la presidenza (Magi ne ha avuti 160). Nuova tesoriera di +Europa è diventata invece Maria Saeli, unica candidata a quel ruolo. 
Accanto a queste cariche, si è provveduto all'elezione dei componenti dell'assemblea e della direzione nazionale, sulla base di una competizione tra liste: queste, come due anni fa, sono state contrassegnate da un simbolo e meritano di essere rapidamente passate in rassegna. Va subito detto che, rispetto al 2019, si è esercitata meno fantasia sul piano grafico per identificare le diverse liste concorrenti; questo sia perché per tutte le liste si è "normalizzata" la forma (imponendo di fatto la forma circolare a tutti gli emblemi), sia perché alcune delle liste presentate in questa occasione si erano già viste due anni fa e hanno mantenuto la stessa grafica.
Si prenda, per esempio, la lista Europa in comune, che in direzione ha eletto Valerio Federico, Manuela Zambrano, Alessandro Massari e Layla Yusuf. Proprio come nel 2019, il simbolo è basato sul nome scelto per la lista, composto con lo stesso carattere di +Europa e con la medesima 
texture geometrica per il riempimento delle lettere: in questo caso, però, come colori sono stati scelti il giallo, l'arancione e il blu, per dare un'ambientazione decisamente più europea (senza però sacrificare il concetto della pluralità). "La nostra lista - iniziava così il documento programmatico - ha nel proprio nome una chiara visione dell’Europa che vogliamo: una federazione democratica costituita dai tanti popoli che ne caratterizzano la peculiare identità fondata sul pluralismov culturale, sul rispetto degli autonomi principi e delle differenze. In poche parole, gli Stati Uniti d’Europa." Nel 2019 il fondo dell'emblema era bianco, in questo caso si è leggermente tinto di grigio (e, come detto, la forma da quadrata è stata resa circolare per la diffusione cumulativa dei simboli), ma tutto il resto è rimasto uguale.
In un certo senso si ricollegava al precedente congresso anche la lista +Europa fuTUra, di cui in direzione sono espressione Riccardo Magi, Silvja Manzi e Arcangelo Macedonio. "Noi siamo le iscritte, gli iscritti, militanti e dirigenti che dopo diversi mesi di aspro confronto interno hanno portato la barca di +Europa fuori dalle secche in cui era rimasta incagliata - si legge nel documento politico -. Lo abbiamo fatto nella convinzione di avviare così una riflessione e un’azione più ampia sulle regole e sull’organizzazione del partito che vogliamo, più inclusivo, più accogliente per tutti e in particolare per i più giovani che continuano a scegliere +Europa più di altri partiti. 
Lo abbiamo fatto perché continuiamo a vivere il partito come strumento per portare nel dibattito politico italiano ed europeo alcune istanze, lotte, proposte, che senza +Europa non troverebbero alcuna rappresentanza." Antecedente di questa lista è Per una Europa fuTura (2019), della quale ha ripreso buona parte del nome (inserendo anche il "più"), il "tu" evidenziato nella parola "futura" per mettere al centro l'apporto delle singole persone e, in qualche misura, lo stesso sfondo: al posto delle "pezze geometriche di colore" del 2019, questa volta c'erano fasce cromatiche leggermente sfalsate, collocate sopra e sotto al testo posto su fondo azzurro.
Nuova, come anche il nome testimonia, è invece la lista Next Generation +EU, che in direzione ora può contare su Federico Eligi, Annalisa Nalin, Mauro Gradi, Elena Buratti e Francesco Cottafavi. "
Next Generation +EU - si legge nel documento politico - significa [...] prendere un impegno deciso sia dentro al nostro partito ma anche nella comunità politica italiana per dare - o meglio ridare - voce ai diritti e al diritto. Dobbiamo divenire la forza propulsiva per portare avanti la bandiera della libertà individuale e dell’autodeterminazione, spronando le forze politiche a noi vicine ma a volte troppo timide su questi temi percepiti come impopolari." Il nome raccoglie chiaramente quello del piano europeo per la ripresa dopo la pandemia (pensata mettendo al centro il benessere delle future generazioni): quell'etichetta è stata ovviamente personalizzata, tingendo le prime due parole con parte dei colori del partito (e con la stessa struttura cromatica) e collocando inevitabilmente il "+" sulla "E" di "EU". Piuttosto evocativo, anche se tutto "bandierato" a sinistra e con molto bianco sul fondo.
Il bianco era il colore dominante anche della versione circolare del simbolo di Forward - generazione +Europa, di cui in direzione saranno espressione Fabrizio Ferrandelli, Maria Saeli (presidente de I Coraggiosi), Roberto Baldi, Monica Bracco e Bruno Gambardella. "Crediamo che +Europa, ancor più in questo periodo di incertezze, abbia bisogno di guardare avanti - è scritto nel documento politico -. Crediamo che il nostro partito debba puntare ancora di più lo sguardo verso posizioni liberal-democratiche ed ecologiste, aggregando, in un’ottica federativa, anche nuove energie politiche e sociali che mettano a fattor comune esperienze, idee, progettualità e talenti. [...] Siamo certi che +Europa debba rivolgersi sempre di più ai giovani, includendoli nei processi decisionali, esercitandoci ad osservare il futuro anche con i loro occhi". Il concetto di "guardare avanti" è dato dalla parola "Forward" e dalle freccette dell'avanti veloce (una tinta d'Italia, l'altra d'Europa); da segnalare nella lista una netta prevalenza di persone che hanno avuto esperienze più o meno lunghe nell'Italia dei valori (e più di un nome figurava anche nella lista In Europa sì ma non così, esclusa allo scorso congresso).
Almeno in parte diversa - ma nemmeno troppo - è risultata la grafica della lista Scossa liberale, l'unica a sostenere un candidato messo addirittura all'interno del logo. Si trattava di Giulio Del Balzo, classe 1993, che già a settembre aveva lanciato la sua candidatura a segretario, dopo essere stato il candidato n. 60 (cioè l'ultimo inserito) nella lista Italia europea del 2019, suo primo impegno da freschissimo iscritto al partito (dopo essere stato tra i fondatori di FutureDem nel 2013). "+Europa ha bisogno di una scossa! - si legge nel documento di programma -. 
Nata come una delle principali novità della politica italiana, oggi sta assistendo a un lento declino che rischia di farla sparire dallo scenario politico. [...] il Partito oggi non sta cogliendo una delle più grandi opportunità politiche che ci siano mai capitate: un Presidente del Consiglio che incarna i valori stessi di +Europa; la possibilità di incidere, finalmente, sull'agenda presente e futura del Paese con un messaggio ancora più coraggioso: gli Stati Uniti d’Europa. [...] Nel corso degli anni, tanti delusi hanno scelto di abbandonare +Europa senza affrontare fino in fondo i problemi di cui si lamentavano. L’unico modo per rilanciare il Partito, invece, è resistere impegnandosi per promuovere, con pazienza e nonviolenza, il cambiamento che si vuole vedere. [...] Con Scossa Liberale, vogliamo portare più concretezza nei contenuti, più attenzione alla partecipazione e più efficacia nella comunicazione." Al di là del fondo bianco, il simbolo spicca per l'uso di un unico colore (magenta), per il fulmine che simboleggia appunto la scossa.
Al di là delle votazioni su persone, è importante rilevare che il congresso ha approvato alcune modifiche allo statuto di +Europa, dopo quelle che erano state apportate il 27 aprile - dopo altri interventi approvati alla fine dello scorso anno - per accogliere le osservazioni fatte dalla Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici (in particolare per esplicitare la durata di permanenza in carica degli organi). Si è tra l'altro provveduto a stabilire che il tesoriere viene eletto direttamente dal congresso (e non invece dall'assemblea del partito), com'è avvenuto appunto per Maria Saeli, e che le candidature sono proposte alla direzione congiuntamente dal segretario e dal presidente (non più solo dal segretario); si è anche approvata un'ulteriore modifica di rilievo, in base alla quale la rappresentanza legale di +Europa passa dal tesoriere al segretario (come generalmente chiesto in un primo tempo anche dalla Commissione sui partiti) e la maggioranza richiesta per la sfiducia del tesoriere da parte dell'assemblea è innalzata dalla maggioranza assoluta ai due terzi degli aventi diritto al voto (uniformando così il meccanismo di sfiducia a quello delle altre cariche: non si dimentichi, tra l'altro, che proprio a maggioranza assoluta era stato sfiduciato Valerio Federico a marzo).
Il congresso si è chiuso con l'intervento di Emma Bonino, che ha annunciato il suo ritorno nel partito: "Ora che improvvisamente sono tutti europeisti, a me viene da precisare che non siamo solo europeisti generici e quando ci fa comodo: noi siamo federalisti europei - ha detto nel suo discorso -. A marzo ho fatto quel passo di lato perché mi pareva che +Europa si fosse veramente avvitata in una discussione introvertita, incomprensibile a chiunque fuori dalla nostra stanza; [...] ho pensato di dover fare un unico tentativo per riportare un po' alla ragione. L'ho fatto, l'ho pagato [...]. Sono contenta che abbiate dimostrato la capacità di arrivare a un accordo, correggendo anche degli errori che erano di certo stati fatti [...]. In tutto questo bailamme, dopo aver votato contro il Conte-bis con la stessa convinzione con cui abbiamo votato contro il primo governo Conte, Draghi è una fortuna che secondo me dobbiamo anche meritarci. Abbiamo bisogno di +Europa in Italia per lo stato di diritto e i diritti [...]. A parte i costi, politicamente pesanti, dell'immobilismo di otto mesi, credo sia venuto fuori un gruppo dirigente particolarmente tenace, che ci ha portato fin qui".
Come procederà questa volta il cammino di +Europa lo si vedrà nei prossimi mesi. Intanto il rito congressuale si è chiuso, peraltro senza ritocchi al simbolo: alle elezioni regionali e amministrative di autunno potrà tornare sulle schede, si scoprirà presto in quali forme.

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