giovedì 8 luglio 2021

InnovAzione Italia, progetto nuovo con una storia articolata

Non c'è una stagione ideale per fondare un partito: qualunque momento dell'anno può andare bene, se si vuole iniziare una nuova avventura politica. Così non ci si stupisce ad apprendere che il 2 luglio, in una Roma ben più calda del solito, è nato ufficialmente un nuovo soggetto politico, denominato InnovAzione Italia, grazie all'opera di cinque soci fondatori: Sabina Fattibene, Stefano Garzino, Vincenzo Palmieri, Aldo Franco Scalisi e Roberto Sensoni
Il nome sembra piuttosto in linea con le esigenze del momento: l'innovazione è necessaria per far ripartire l'economia il più possibile, a maggior ragione dopo gli effetti deleteri della pandemia Covid-19; per perseguirla occorre soprattutto l'impegno concreto anche dei militanti, rappresentato dal concetto di "azione". Non a caso, nel simbolo - apparso in rete per la prima volta il 22 maggio scorso - la parola è stata sottolineata con la A maiuscola; lo stesso emblema contiene nella parte inferiore un segmento curvilineo a fasce arancioni e gialle leggermente sfumate, quasi a voler dare l'idea del movimento, mentre gli stessi colori tingono due "foglioline" curvilinee, simili a una fiammella che si sprigiona dalla I di "InnovAzione". Il simbolo, peraltro, nella sua parte superiore contiene anche l'espressione maiuscola - ma dal corpo ridotto - "Verso un futuro sostenibile", per sottolineare la sensibilità ambientalista, necessaria perché l'innovazione non distrugga l'ambiente. Non a caso, sulla bacheca di uno dei fondatori, Roberto Sensoni, si legge che l'ispirazione del partito "è quella centrista (quale fu quella della Dc), ed anche ambientalista".
In effetti non è casuale nemmeno il riferimento alla Dc perché Sensoni - che intende candidarsi come sindaco a La Spezia alle elezioni comunali del prossimo anno - è anche il coordinatore provinciale spezzino per la Democrazia cristiana, per lo meno quella che si riconosce nella segreteria nazionale di Emilio Cugliari e che sta cercando - al pari di altri percorsi che ritengono, a loro dire, di disporre legittimamente di nome e simbolo democristiani - di riorganizzarsi in varie parti d'Italia (prima il nome di Sensoni risultava invece abbinato a iniziative legate al gruppo guidato da Angelo Sandri).
InnovAzione Italia, tuttavia, non nasce certo dal nulla. Almeno tre dei cinque fondatori del nuovo soggetto politico risultano essere tuttora tra i dirigenti di un altro partito, Federazione Italia (in particolare, Scalisi è indicato come segretario politico nazionale, Palmieri come segretario organizzativo e Fattibene come direttrice amministrativa). Il sito del partito è attivo dall'inizio di quest'anno, ma la pagina Facebook è stata creata prima. Dallo statuto si apprende che il soggetto politico ha "progetti e ideali delle politiche liberali democratiche, cattolici liberali, laici e riformisti" e che i suoi aderenti "ispirano la loro azione politica ai valori universali di libertà, giustizia e solidarietà, concretamente operando a difesa della persona in ogni sua espressione, per il bene comune, per lo sviluppo di una moderna economia di mercato e per una corretta applicazione dei principi etici e civili". 
Sempre dal profilo di Sensoni, peraltro, si apprende che quello stesso soggetto politico si colloca al centro e raccoglie, anch'esso, l'eredità della Dc (per lui, vista la difficoltà di ricostituire la Democrazia cristiana con un congresso davvero unitario, era importante costruire "un soggetto nuovo [...] ripartendo dall'unione di alcune delle molte schegge generate dalla ormai mitica "diaspora" democristiana, soggetto che faccia propria la tradizione politica moderata ma che si apra pure alle nuove esigenze della modernità"). Nello statuto di Federazione Italia è descritto anche il simbolo, rappresentato da "un cerchio così formato: sfondo celeste scuro, con la scritta 'Federazione' lettere in stampatello; 'Italia', I in stampatello romanico, e 'talia' in lettere in corsivo; sul lato destro in alto, 12 stelle da piccola a crescere fino alla settima poi a decrescere fino alla dodicesima; poi tre apostrofi, realizzati: la parte alta erta, fino ad arrivare a finire stretto; sotto a formare la bandiera italiana, primo interno verde, secondo centrale bianco, terzo rosso". In effetti non era facile leggere il tricolore come fatto di apostrofi, né si capisce bene il senso di quella scelta (l'apostrofo non fa nemmeno parte di quel nome), mentre l'uso dei quattro colori nazionali e il nome "ecumenico" individuato sembravano far pienamente parte della strategia di un partito catch-all.
Nemmeno Federazione Italia (di cui a marzo dello scorso anno era circolata una diversa versione del simbolo, con stelle e un altro tricolore, abbinata al nome Democratici italiani uniti) sembra però essere la "puntata iniziale" di questa storia politica. Lo si comprende sia guardando la cronologia della pagina, sia guardando - di nuovo - il profilo di Sensoni: alla fine di marzo, infatti, si trova notizia della scomparsa improvvisa del presidente di Federazione Italia, Giulio Tomassi, cui lui e altre persone tributavano un'affettuosa memoria. Il suo nome, tuttavia, ai drogati di politica allo stadio profondo poteva forse ricordare qualcosa, come se fosse già stato letto o sentito in un'altra occasione.
La sensazione, va detto, era corretta: Tomassi nei primi mesi del 2019 risultava infatti presidente di Uniti per l'Italia, altro progetto politico (a sua volta dotato di stelle e fascia/nastro tricolore) nato alla fine di marzo del 2019 su impulso di "imprenditori preoccupati dello scarso andamento economico italiano, che propongono nuove opportunità di rilanciare la crescita attraverso giuste condizioni di sviluppo ambientale, territoriale, urbanistico". Per i fondatori era importante puntare sul lavoro, sulla crescita economica attraverso lo sviluppo delle infrastrutture, del turismo e della cultura, senza dimenticare il rinnovamento morale e la lotta alla corruzione. Il partito era stato fondato poco prima del deposito dei contrassegni delle elezioni europee del 2019: in effetti, il simbolo era stato presentato e nella bacheca era visibile con il numero 22 (tra la Sinistra e Pensa Italia per l'Europa). Uniti per l'Italia non fu ovviamente tra le forze politiche finite sulle schede, visto il numero consistente di firme necessario per presentare le liste, ma ebbe per un giorno il suo momento di gloria. L'attività proseguì, sempre con attenzione all'area di centro; lo stesso concetto di "Federazione Italia" non sembra molto distante da quello di "Uniti per l'Italia", essendo invariato lo scopo comune. Lo stacco maggiore sul piano nominale e grafico, in fondo, è arrivato da pochi giorni, con la nascita di InnovAzione Italia: si vedrà se il gruppo dirigente riuscirà a far arrivare il simbolo sulle schede (e dove), magari anche grazie alla riduzione del numero di firme da raccogliere alla tornata elettorale d'autunno.

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