Ha mosso i suoi primi passi negli ultimi mesi del 2020, lo scorso ottobre si è dato un gruppo su Facebook; non ha ancora un suo sito internet, ma da un paio di mesi ha un regolare statuto consacrato in un atto notarile e, ovviamente, da tempo si è dotato di un simbolo piuttosto riconoscibile. Si tratta del Partito liberalsocialista, il cui segretario nazionale è Alessandro Pacifico, di Roggiano Gravina (Cs).
Le ragioni della nascita del partito si trovano direttamente nello statuto: il partito (che nel documento è indicato come "LiberalSocialista", per marcare bene le due parti del nome scelto), in base all'art. 1, "nasce dalla convergenza di differenti tendenze culturali e politiche ispirate al pensiero socialista, socialdemocratico, liberal-socialista, laico e nella pluralità delle esperienze storiche riconducibili alla tradizione democratica e riformista". I fondatori sono consapevoli della necessità di rielaborare di continuo i portati di quelle esperienze "per reggere il confronto con le sfide della modernizzazione e del mondo globalizzato, nonché per contribuire alla costruzione di una società aperta e plurale, libera e solidale, giusta e sicura, fondata sulla valorizzazione del merito e sulla capacità di soddisfare i bisogni economici, umani, civili, sociali ed ecologici dei cittadini". La Costituzione è ovviamente alla base dell'attività del partito, avendo come idee e principi di fondo l'economia sociale di mercato, il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (il che significa anche, "nell'ottica del riformismo socialista", la partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali delle imprese). L'obiettivo è "costruire una grande forza socialista e democratica, laica, riformista, progressista e di governo".
In effetti, cercando in rete, si apprende che in passato Alessandro Pacifico figurava tra gli aderenti a un altro soggetto politico, di cui questo sito si è già occupato poco più di un anno fa: i Liberalsocialisti per l'Italia. "L'anno passato - spiega Pacifico - io e altri siamo stati contattati per dare corpo alla presenza organizzata di un'area liberalsocialista ed avevamo iniziato col dare il nostro contributo". Qualcosa non dev'essere andato per il verso giusto, per cui le strade si sono divise ed è nata una nuova forza collocata nella stessa area politica. "Vogliamo superare - riprende - la staticità teorica ed empirica, superando il vincolo di appartenenza quasi fideistica di collocazione. Crediamo che i cittadini non siano più vincolati staticamente, anche perché le organizzazioni li espellono o non li rendono partecipi delle decisioni, figuriamoci se affiderebbero loro la rappresentanza: occorre riportare questa rappresentanza in organismi sani e democratici, lo stesso va fatto con le domande che pone il territorio e le risposte che questo merita, perseguendo la speranza senza perdere di vista la concretezza, mettendo comunque al centro la persona, non la finanza".
Ci sarebbe la tentazione di dire che il partito - organizzato su base territoriale, con autonomia statutaria dei livelli regionali - si colloca nettamente a sinistra, ma occorre prestare attenzione: le persone che aderiscono a questo progetto politico spiegano di voler superare divisioni e strappi che hanno caratterizzato (in abbondanza) la storia della sinistra, "riaggregandosi in forme nuove, forse anche nei termini da usare, se si vuole schiodare l'oppio del personalismo".
Seconda versione del simbolo |
Al momento il simbolo non ha ancora raggiunto le schede elettorali, ma questo potrebbe accadere nelle prossime tornate (magari partendo da qualche realtà territoriale chiamata al voto), in coincidenza con l'espandersi del partito e il crescere dell'impegno dei suoi aderenti, interessati a costruire un progetto nuovo che tenga insieme più storie vicine.
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