domenica 1 agosto 2021

Potere al Popolo approda in Senato con Mantero

Una caratteristica costante delle ultime tre elezioni politiche è stata l'esclusione della sinistra dichiarata dalle aule parlamentari. Al di là di Sel nel 2013 e Liberi e Uguali nel 2018 (di area sinistra, ma certo non le formazioni più a sinistra dei rispettivi turni elettorali), le liste costituite per cercare di superare lo sbarramento mettendo insieme varie forze che si riconoscevano nella stessa area erano rimaste lontane dalle soglie di sbarramento di volta in volta previste: niente da fare per la Sinistra - l'Arcobaleno nel 2008 (3,08% alla Camera), per Rivoluzione civile nel 2013 (2,25%) e per Potere al popolo! nel 2018 (1,13%). A differenza delle altre due liste, rimaste fuori dalle Camere durante tutta la rispettiva legislatura, Potere al popolo! il 20 luglio è approdata in Parlamento, come componente del gruppo misto del Senato: è stata infatti accolta la richiesta in tal senso di Matteo Mantero, eletto nel 2018 con il MoVimento 5 Stelle (dopo la prima elezione sotto lo stesso simbolo nel 2013). 
 
 
La notizia è stata data dallo stesso Mantero con un post su Facebook: 
"Dal 20 luglio ho l’onore di rappresentare ufficialmente Potere al Popolo in Senato. Il mio percorso politico nelle istituzioni si chiuderà con questo mandato, penso che il limite di mandati sia un principio sacrosanto per contrastare una politica autoreferenziale che pensa solo a tutelare se stessa. Continuerò ad occuparmi di politica come cittadino. Questa mi ha dato la libertà di accostarmi alla forza politica che più sentivo vicina ai miei valori e principi. Ho visto in Potere al Popolo molti aspetti comuni con il Movimento delle origini. Una forza politica nata dal popolo che rivendica la propria sovranità, cittadini attivi che si spendono per il bene comune e si pongono come alternativa (unica ormai) ai partiti che hanno mal governato il nostro paese. Da subito ho provato grande vicinanza con questo movimento: sono, anzi siamo, una forza giovane, dinamica e proattiva e ho sentito grande sintonia sui temi che ho seguito in questi anni, la difesa dell’ambiente, la lotta all’illegalità, le battaglie per i diritti, dall’eutanasia alla legalizzazione della Cannabis. Sono molto contento di poter essere il loro terminale in Parlamento per questo scampolo di legislatura, spero di rappresentarli degnamente e non posso fare altro che ringraziarli per la fiducia e per avermi dato modo di chiudere la mia carriera politica con un ritorno alle origini, le mie radici affondano nei valori della sinistra, ma con una nuova avventura. Ridiamo voce e potere al popolo". 
Mantero, che il 19 febbraio scorso aveva aderito al gruppo misto (all'indomani del voto contrario all'insediamento del governo Draghi e della dichiarazione con cui Vito Crimi aveva annunciato l'espulsione dal M5S per chi non aveva votato la fiducia), è riuscito a costituire la componente in base alle ultime decisioni della Giunta per il regolamento di Palazzo Madama. L'organo, in un parere formulato a maggio, aveva stabilito che - in sostanziale coerenza con quanto previsto dalle modifiche al regolamento approvate alla fine della scorsa legislatura per la formazione dei gruppi, ma senza che a maggio sia stato seguito il procedimento per modificare "ufficialmente" il regolamento, inclusa l'approvazione a maggioranza assoluta, come pure l'art. 64 Cost. richiederebbe - si potevano costituire componenti del gruppo misto purché fossero espressione di una forza politica che aveva presentato candidature con il proprio contrassegno alle ultime elezioni politiche (e purché i senatori interessati fossero espressamente autorizzati a rappresentare il partito dal legale rappresentante dello stesso). Proprio la partecipazione alle ultime elezioni di Potere al popolo! - a dispetto del risultato certo non soddisfacente - ha consentito la costituzione della componente.
L'adesione di Mantero è stata commentata con grande favore dai portavoce nazionali di Potere al Popolo!, Giuliano Granato e Marta Collot: "Questa notizia ci rende estremamente felici e siamo orgogliosi di essere rappresentati in Parlamento da una persona come Matteo, che da anni porta avanti con trasparenza e coerenza battaglie importantissime e che si è fatto portavoce di istanze molto spesso dimenticate. La sua adesione è significativa di una sempre più crescente credibilità del nostro progetto: se fino ad adesso ne abbiamo avuto prova sui territori, ora si manifesta finalmente anche da un punto di vista nazionale. Ma è solo l’inizio: siamo in una fase particolare, di ristrutturazione del sistema nel suo complesso e di riconfigurazione dello spazio politico. La crisi del M5S, la disintegrazione di quel progetto, è palese e sappiamo che in tanti sono in cerca di un'alternativa e possono riconoscersi nei nostri principi e nelle nostre innumerevoli battaglie sui territori. Da oggi inizia un'importante attività di controllo popolare all’interno del Senato, che ci consentirà di portare la voce, gli interessi, i bisogni di tante e tanti che da anni non hanno una reale rappresentanza e che noi ogni giorno intercettiamo nelle vertenze e nelle attività mutualistiche e solidali. Questo è un piccolo-grande passo che ci spinge ad osare sempre di più e a portare avanti il nostro progetto complessivo di trasformazione della realtà".
Per completare la notizia manca solo un piccolo dettaglio "simbolico", che a chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica non può sfuggire. Nella foto con cui ha dato notizia della nascita della componente di Potere al popolo! al Senato, infatti, Matteo Mantero ha in mano il suo iPhone e sullo schermo appare un'immagine ben riconoscibile: non il simbolo di Pap, come ci si potrebbe aspettare, ma l'immagine complessiva che raccoglieva diverse varianti cromatiche dell'emblema, postata a dicembre del 2017 sul gruppo Fb di Potere al popolo! per un sondaggio "artigianale", quando ancora la grafica elettorale non era definitiva e si cercava di capire quali colori potessero rendere meglio e incontrare il favore di militanti, elettrici ed elettori. Si trattava in fondo di una grafica "cotta e mangiata", fatta solo di simboli di prova affiancati e pensata solo per quello specifico uso, senza essere destinata a durare o a essere ricordata. La memoria di chi appartiene ai #drogatidipolitica, però, ha meccanismi strani e si attiva anche solo grazie a un dettaglio, a un particolare, a un ricordo. Ed è bastato uno sguardo veloce per far riemergere la composizione, a più di tre anni e mezzo di distanza.

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