Ha tutte le ragioni chi pensa che il ritorno delle elezioni suppletive, dovuto alle norme elettorali approvate alla fine del 2017, abbia restituito alla categoria dei #drogatidipolitica una discreta fonte di ispirazioni e di colpi di scena. Nonché, ovviamente, di nuovi simboli: l'ultimo, in ordine di tempo, è quello reso noto oggi da Elisabetta Trenta, ex ministra della difesa del primo governo Conte, che si prepara a candidarsi nel collegio uninominale di Roma-Primavalle.
Va subito premesso che, se per il turno previsto il 3 e il 4 di ottobre molti occhi sono puntati sulle suppletive del collegio di Siena (soprattutto per la scelta del Pd di candidarvi proprio il segretario, Enrico Letta), era prevedibile che le notizie "simboliche" più interessanti sarebbero arrivate dalle suppletive del collegio di Roma-Primavalle, poiché la Capitale è un palcoscenico che si presta più di ogni altro a esperimenti, test, sortite e colpi di teatro, senza doversi nemmeno prendere la briga di trovare le persone disponibili a mettersi in lista per le elezioni comunali (in condizioni normali scoraggerebbe anche l'ostacolo della raccolta delle firme, ma con la riduzione a un terzo prevista dal decreto-legge n. 25/2021 l'ostacolo si è decisamente abbassato: per concorrere alle comunali a Roma, che ha più di un milione di abitanti, occorrono 334 firme, anche se sono sempre più delle 300 - senza alcuna riduzione - richieste per le suppletive).
Se dunque nei giorni corsi era stata annunciata la possibile presenza di Valentina Valenti, candidata per la Democrazia cristiana (guidata da Nino Luciani) e Luca Palamara aveva presentato in conferenza stampa il simbolo e il progetto della sua candidatura, oggi ad annunciare la sua corsa alle suppletive è stata Elisabetta Trenta. In effetti, lei era già riapparsa nelle cronache politiche all'inizio di luglio - a una certa distanza dalla sua cessazione dalla carica ministeriale, il 5 settembre 2019 - per la notizia dell'adesione all'Italia dei Valori, insieme al senatore Elio Lannutti (per lui si trattava in realtà di un ritorno) e alla deputata Piera Aiello, che come Trenta avevano abbandonato il MoVimento 5 Stelle.
Chi si attendesse un ritorno del simbolo dell'Idv su una scheda elettorale delle elezioni politiche (come contrassegno integrale e non come "pulce" in un emblema condiviso con altre forze, com'era avvenuto con la partecipazione alla lista Civica popolare nel 2018) resterebbe però deluso (dovrebbe esserci invece alle comunali di Roma, a sostegno di Rosario Trefiletti, storico leader di Federconsumatori). Ad accompagnare la candidatura di Elisabetta Trenta - che cerca così dunque la sua prima elezione a livello nazionale, dopo l'approdo in consiglio comunale a Velletri nel 1997 con la lista del Ccd - è infatti Noi, nel senso plurale da contrapporre a "io", ma anche come sigla che sta per Nuovi orizzonti per l'Italia. "Oggi nasciamo #NOI, per continuare a battermi per gli ideali che hanno animato sempre il mio passato!", si legge sulla pagina Facebook di Trenta, in cui si spiega anche che Nuovi orizzonti per l'Italia è un "contenitore di pensiero, idee e programmi che vuole rappresentare chi non si riconosce più nelle metamorfosi involutive di diversi movimenti e partiti politici nazionali", mentre occorre lavorare da subito "con lo sguardo rivolto ai Nuovi Orizzonti che tutti NOI meritiamo". Nello stesso post di lancio, Trenta spiega:
Considero la politica l’arte più bella, quella attraverso la quale si possono veramente migliorare le vite dei #cittadini e si può tentare di costruire un futuro migliore. #Noi vuole essere la voce di chi non si arrende a una politica autoreferenziale e lontana dai bisogni dei cittadini, di chi vuole la persona e il bene collettivo al centro, di chi pensa a NOI piuttosto che all’IO, di quelli che considerano il mondo e il nostro Paese come un corpo umano che sta bene solo quando tutte le sue parti sono in armonia. #Noi crediamo anche in un patto tra generazioni perché quella attuale smetta di consumare il #futuro di quelle che verranno. #Noi sarà il luogo di incontro di chi non ha paura di cercare soluzioni nuove a problemi vecchi, perché il mondo cambia e dobbiamo cambiare anche #NOI. A tal fine, metterà insieme l’esperienza degli anziani, la forza e concretezza degli adulti e soprattutto l’energia e libertà di pensiero dei giovani.Fin qui i contenuti della candidatura. Passando al simbolo, va detto che sembra essere quello meno efficace tra quelli visti finora (ma ne mancano ancora e di molto rilevanti). Il contrassegno, infatti, contiene sia l'espressione "NOI", sia il nome intero del progetto di Trenta: la prima è scritta in giallo con una font manoscritta (nemmeno troppo fine), la seconda è invece più piccola, bianca, sempre maiuscola e su tre righe, in carattere bastoni, con "Nuovi orizzonti" in tratto più corposo. Ancora al di sotto, ma in corpo ancora minore, c'è il nome della candidata, con una sottolineatura tricolore. Questo contenuto testuale è incorniciato da quattro "angoli" con pallino (uno verde, uno bianco, uno rosso e uno giallo, in senso antiorario) ed è collocato su un fondino azzurro sfumato, sufficientemente "moderato" (non lontano, a volerlo notare, dall'attuale sfondo dell'Idv) e "armonico". Il fatto è che difficilmente il simbolo salta agli occhi, mancando un elemento grafico caratterizzante; in più, persino il nome di Trenta rischia di perdersi nel cerchio - soprattutto nella dimensione da scheda, di 3 centimetri di diametro - stemperato nel fondo e stretto dagli altri elementi. Certo, le elezioni e i collegi non si vincono con un simbolo, ma questo può aiutare a emergere: francamente - e senza alcuna offesa a chi ha creato l'emblema e a chi lo ha scelto per candidarsi - non sembra proprio questo il caso.
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