Domani, per chi non lo sapesse, scoccherà l'ora F. F come Fede. Nel senso di Emilio. Già, perché domani pomeriggio a Milano, in un teatro di piazza San Babila (in zona "predellino", sarà un caso?), l'ex direttore del Tg4 terrà il primo raduno della sua creatura politica, "Vogliamo vivere". Parlare di "raduno" fa pensare molto di più a un fan club che a un partito che, a detta dello stesso Fede, è accreditato da qualche sondaggio al 3% dei voti (con tutto il rispetto per Mannheimer, dovessimo sommare tutte le percentuali sciorinate dai vari partiti viventi e nascenti in questi giorni, rimarremmo sotto il 300%?)
Intendiamoci, non è la prima volta che l'Emilio scende in campo, e non solo perché è stato il più fedele ufficio stampa del Cavaliere per anni. Nel 1979 si candidò alle elezioni politiche per il Psdi, lo stesso partito di Italo De Feo, di cui sposò la figlia Diana, eletta al Senato nel 2008 sotto le insegne del Pdl. Ora, invece, Fede prova a mettersi in proprio, scegliendo una propria sigla e vedendo chi lo segue: all'appuntamento di domani si è preparato a dovere, facendo scodellare anche un inno al dj Paolo Manila, "cantato" addirittura da Valeria Marini (ohilà!) e candidato ad essere il successo di non si sa quale hit parade.
Mentre Fede ritocca il programma da proporre, pur non volendosi porre come candidato a dutti gli effetti, ha messo in circolo mille copie contate del suo manifesto politico - ha detto di non avere abbastanza soldi per farne di più - con lo slogan "La dignità è un diritto" (potrebbe dirlo chiunque, da un'associazione di consumatori a chi invoca carceri meno affollate o la possibilità di staccare la spina) e un simbolo verde e blu. "Ho
chiesto al grafico di mettere qualcosa che ricordasse una foglia che
cresce" ha spiegato Fede a Libero, anche se l'effetto non è chiarissimo, sembra essenzialmente quello di una V a forma di "tick" un po' alato e ricorda cose già viste (ad esempio questa). Stavolta, però, niente tricolore, né a bandierina né ad arcobalenino: a prima vista, sembra la cosa meno berlusconiana che Fede abbia mai fatto negli ultimi vent'anni.
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