martedì 4 novembre 2014

Calabria: un piccolo tetto (della Casa) per il centrodestra (di Mauro Bondì)

Aria di ritorni nel centrodestra, anche se sotto abiti diversi. Che il marchio tutto berlusconiano della Casa delle Libertà - elaborato nel 2000 e varato a tutti gli effetti alle elezioni politiche dell'anno successivo - fosse pronto per essere riesumato dalla soffitta in cui era stato relegato nel 2008 (con la nascita del Pdl) era qualcosa di più che una voce da alcuni mesi; che la "riesumazione" avrebbe avuto contorni assai più striminziti di quelli di una grande corazzata di sigle, capaci di unirsi e sconfiggere il "renzismo", era assai meno prevedibile. 
Come che sia, su uno dei simboli depositati dieci giorni fa in Corte d'appello a Catanzaro è riemerso il nome "Casa delle Libertà" e lo stesso ricomparirà sulle schede elettorali il prossimo 23 Novembre, in occasione delle elezioni regionali della Calabria. A valersi del brand, tuttavia, è una semplice "lista del presidente", a sostegno della candidata del centrodestra Wanda Ferro accanto a Forza Italia e Fratelli d'Italia. Di grandi alleanze, dunque, nemmeno l'ombra (Nuovo Centrodestra e Udc difatti correranno da soli, particolare che potrebbe spianare la strada, già ben disposta, al candidato Pd Mario Oliverio): resta solo un piccolo richiamo grafico, in un contrassegno che non brilla per l'impatto. La font utilizzata per la Casa, tra l'altro, è quella storica del Popolo della Libertà, così come i colori sono gli stessi, classici del "sugo berlusconiano" proprio a partire dalla Cdl; poco gradevole, soprattutto sul piano grafico, l'espressione "Ferro Presidente", testimonianza della causa molto locale e poco ampia cui è stato piegato il vecchio nome. Sembrano davvero lontani i fasti di un tempo per il marchio, sia sul piano grafico (anche se la Cdl inaugurò la serie dei simboli "affollati"), sia nei numeri che probabilmente usciranno dalle urne. 

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