Le operazioni di presentazione delle candidature - con deposito dei relativi documenti - per le elezioni regionali previste per il 23 e 24 novembre 2025 sono terminate alle ore 12 di sabato 25 ottobre; nelle ore successive gli uffici elettorali preposti hanno deciso sull'ammissione delle liste e delle candidature alla presidenza delle rispettive giunte regionali. Non mancano situazioni delicate, in tal senso, che saranno sciolte in queste ore (in Puglia, per esempio, ci sono contestazioni nella circoscrizione di Foggia circa l'autenticazione di varie firme per alcune liste, così come in Veneto sarebbe a rischio la candidatura di Fabio Bui, aspirante presidente per Popolari per il Veneto, per la consegna di un documento - a quanto si intuisce, il modulo di designazione dei delegati - ritenuta tardiva), alcune delle quali riguardavano anche i simboli impiegati.
Si è comunque risolta questa mattina una delle contestazioni più rilevanti sul piano "simbolico", relativa alla lista Resistere Veneto, formazione elettorale nata come comitato a sostegno della candidatura a presidente di Riccardo Szumski, medico di base, già sindaco di Santa Lucia di Piave (Tv): "Durante l'emergenza Covid-19 - si legge testualmente nel sito - ha scelto la via della cura tempestiva e della libertà di coscienza, opponendosi a protocolli imposti dall'alto. Per questa scelta è stato radiato, ma non ha mai smesso di lottare per la dignità della persona e il diritto alla cura". Il nome stesso della lista riporta all'esperienza dell'associazione Resistere con Szumski (fondata nel 2022); la lista ha ottenuto il sostegno, tra le altre sigle, di Popolo Veneto (formazione nata dall'impegno di ex leghisti, a partire dall'ex parlamentare veronese Vito Comencini, già parte della lista Libertà legata a Cateno De Luca), di Vita (progetto legato all'ex parlamentare Sara Cunial), del Partito popolare del Nord (guidato da Roberto Castelli), di Soccorso Veneto e dei gruppi Popolo de San Marco e La Gente come Noi non molla mai. "Szumski - si legge ancora nel sito - rappresenta chi non si sente più rappresentato: cittadini liberi, forze indipendenti, delusi da una Regione sempre più distante. [...] Oggi si candida per una sanità pubblica e vicina, per una Regione autonoma e responsabile, per la libertà di scelta e il rispetto dei diritti fondamentali. [...] Resistere Veneto è un movimento di cittadini liberi. Non cerchiamo poltrone, ma verità. Non vogliamo comandare, ma rappresentare chi non si sente più rappresentato. Crediamo in un Veneto autonomo, giusto, consapevole. Parliamo chiaro. Chi tace è complice".
La lista ha dovuto raccogliere le sottoscrizioni richieste dalla legge, punto sempre problematico; in questo caso, però, il traguardo è stato raggiunto e le liste sono state regolarmente presentate. Nel fine settimana, tuttavia, si era diffusa la notizia in base alla quale il simbolo della lista, a fondo rosso e blu riportante nella parte superiore una raffigurazione del leone di San Marco "in moléca" (vale a dire accovacciato e in posizione frontale, con le ali a ventaglio come le chele aperte di un granchio, in veneto moléca o moéca), sarebbe stato contestato presso gli uffici circoscrizionali e la candidatura di Szumski sarebbe stata a rischio. Un rischio ormai lasciato alle spalle: se il contrassegno, a quanto avevano scritto i giornali, era stato temporaneamente "in bilico" a Verona, quest'oggi la lista è stata definitivamente ammessa e lo stesso è avvenuto nelle altre circoscrizioni.
Ma a cosa era dovuta la contestazione? Non potendo questa riguardare il cognome del candidato o i colori impiegati, al centro della contesa doveva esserci proprio l'immagine del leone raffigurata in quel modo (e lo stesso sembra di capire guardando alcuni post delle scorse ore). Indicazioni esplicite sull'identità del contestatore non sono state date, così occorre cercare qualche elemento utile per capire. In particolare, pensando a usi elettorali precedenti del leone in moléca, almeno in tempi recenti, la mente torna alle regionali di cinque anni fa, quando non fu ammessa la candidatura di Loris Palmerini come aspirante presidente del Veneto, col sostegno della lista Venetie per l'autogoverno. Il problema, vale la pena sottolinearlo, non riguardava affatto il simbolo impiegato, ma la scelta di presentare le candidature senza raccogliere firme a sostegno, pur al di fuori delle ipotesi di esenzione previste dalla legge. Il Tar del Veneto confermò l'esclusione delle liste e altrettanto fece il Consiglio di Stato, così Venetie per l'autogoverno e il suo candidato presidente non finirono sulle schede. Il sito di Palmerini contiene varie riproduzioni - legate a diversi progetti a lui riconducibili - del leone in moléca, così non è impossibile - pur in mancanza di elementi di certezza - che egli abbia ritenuto di poter rivendicare qualche titolo di "priorità" sull'uso di quel simbolo.
La Gazzetta del Mezzogiorno, peraltro, proprio oggi parlava di un altro caso "simbolicamente" rilevante, questa volta in Puglia: questo sarebbe legato, in particolare, alla candidatura di Sabino "Marco" Mangano, già consigliere comunale a Bari (per il M5S) dal 2014 al 2019 e candidato in questo caso per la sua lista Alleanza civica per la Puglia. A quanto sembra di capire, per i simboli interni di Marziani per la Puglia e Next Italia (contenente anche il riferimento Antonio Marzo per la Puglia) sarebbe stata contestata dall'Ufficio centrale circoscrizionale di Foggia la mancata produzione degli atti di consenso all'uso degli emblemi nel contrassegno (oltre che un problema legato alle autenticazioni); mentre si scrive, tuttavia, non è dato sapere di più.
PRECISAZIONE: la lista Alleanza civica per la Puglia ha pubblicato sui suoi account una nota in cui precisa quanto segue:
Con la presente informiamo la stampa ed i media [...] delle motivazioni che hanno indotto la Commissione di Foggia a ricusare la lista Alleanza Civica per la Puglia.
Le motivazioni rilevate sono sostanzialmente due:1) Nonostante le liberatorie dei due simboli siano state correttamente depositate, a loro parere dovevano essere allegate le autentiche dei due firmatari.2) Questione autentiche: 4 autentiche sono state effettuate da soggetti che non hanno esplicitato la funzione di autenticatore allegando delega del Sindaco ma hanno solo firmato con timbro e descrizione firmatario.
Dal nostro punto di vista, così come da storicità di deposito di liste effettuate in circa 10 anni di politica attiva, entrambe le evidenze non risultano essere disposte nei manuali di compilazione e deposito che si fermano nel primo caso ad indicare di allegare liberatoria in caso di utilizzo di simboli all’interno del simbolo principale (cosa avvenuta), nel secondo che l’accettazione della candidatura può essere effettuata esclusivamente dai soggetti abilitati (cosa avvenuta) citando normativa e soggetti.
Questa mattina, a dimostrazione della assoluta correttezza e veridicità di quanto depositato, abbiamo presentato comunque tutta la documentazione atta a chiarire la situazione, ovvero PEC degli scriventi delle liberatorie e delega dei Sindaci che hanno autorizzato (da tempo) il personale preposto alle autentiche nei propri comuni. Siamo dunque certi che con tale documentazione la lista verrà riammessa.




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