giovedì 23 ottobre 2025

MoVimento 5 Stelle, vecchio sito rinato: liti (anche sul simbolo) in arrivo?

Un tempo
- i #drogatidipolitica lo sanno bene - dei partiti contavano e si citavano anche le sedi: Piazza del Gesù, (via delle) Botteghe Oscure, Via del Corso evocavano i tre partiti maggiori, alla pari dei loro nomi e simboli (anzi, erano loro stesse simboli, al punto che il loro abbandono, da parte di democristiani, comunisti e socialisti - o dei loro "eredi" - fece puntualmente notizia). Qualche scampolo di quella stagione è rimasto: di fatto sopravvivono il (largo del) Nazareno - anche se l'indirizzo ufficiale del Partito democratico è via Sant'Andrea delle Fratte, 16 - o via Bellerio (e nessuno ha bisogno di precisare che la sede della Lega, anzi, delle Leghe è a Milano, non a Roma; parla ancora Via della Scrofa (sede già del Movimento sociale italiano e poi di Alleanza nazionale, ora di Fratelli d'Italia), mentre per Forza Italia occorre fare uno sforzo per ricordare che il quartier generale da settembre del 2013 sta in via in Lucina (e non più in via di Santa Maria dell'Anima o in via dell'Umiltà).
E insomma, si parlava e si parla tuttora di sedi, ma quasi mai di siti. Beninteso, per un partito un sito è necessario, per legge: l'art. 5, comma 1 del decreto-legge n. 149/2013 (convertito dalla legge n. 13/2014) sancisce che "I partiti politici assicurano la trasparenza e l'accesso alle informazioni relative al proprio assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci, compresi i rendiconti, anche mediante la realizzazione di un sito internet che rispetti i principi di elevata accessibilità, anche da parte delle persone disabili, di completezza di informazione, di chiarezza di linguaggio, di affidabilità, di semplicità di consultazione, di qualità, di omogeneità e di interoperabilità". Proprio la necessità di pubblicare e mantenere consultabili i rendiconti prescritti dalla legge, per esempio, spiega come mai siano tuttora conservati siti di partiti non più attivi da tempo, ma ancora esistenti (per esempio quello dei Democratici di sinistra, quasi certamente non ancora sciolti, o quello della Margherita); a volte anche i siti hanno fatto notizia, per esempio quando sono finiti al centro di contesa tra forze politiche o tra esponenti del medesimo partito.
A conquistare spazio tra le notizie di questi giorni è il sito del MoVimento 5 Stelle, per l'esattezza dell'associazione costituita nel 2012, alla vigilia della partecipazione alle elezioni politiche del 2013: che il sito www.movimento5stelle.it sia riferibile a questa emege dal codice fiscale indicato (95162920102) e dall'indirizzo della sede legale (via Roccatagliata Ceccardi n.1/14 a Genova). Il simbolo che compare in alto a sinistra è quello entrato in uso nel 2015 e divenuto ufficialmente il simbolo del M5S nel 2016, dopo che Beppe Grillo aveva scelto di togliere il suo nome - presente attraverso il suo sito - dall'emblema-marchio che lui aveva registrato. 
Dopo l'entrata in uso, nel 2018, del sito www.ilblogdellestelle.it, il sito precedente del MoVimento era rimasto per un paio d'anni come "deposito" dei documenti legati alla trasparenza (statuti, rendiconti, contributi, curricula e certificati penali dei candidati) tanto per il M5S fondato nel 2012, quanto per quello fondato nel 2017, guidato inzialmente da Luigi Di Maio, poi ad interim da Vito Crimi e poi da Giuseppe Conte. Qualche mese dopo la "separazione" tra M5S e Associazione Rousseau nel 2021 - con la conseguente apertura del sito www.movimento5stelle.eu - all'indirizzo www.movimento5stelle.it non sono state legate pagine funzionanti; il dominio era comunque stato rinnovato (del resto ancora nel rendiconto 2023 si era precisato che si sarebbe mantenuta l'attività dell'associazione "proprietaria dei simboli MoVimento 5 Stelle e dei domini www.beppegrillo.it e www.movimento5stelle.it"), ma tutto sembrava essere rimasto fermo, almeno fino a un annetto fa. 
Utilizzando il sito archive.org, infatti, si apprende che già a giugno del 2024 appariva la dicitura "Pagina in costruzione", ma soprattutto che dalla metà di giugno di quest'anno la schermata era cambiata, con un esplicito riferimento al MoVimento 5 Stelle. La formula riportata - "Under Construction / Il sito sarà presto disponibile. Grazie per la pazienza!" - in effetti è tra quelle standard utilizzate quando un sito è appunto in costruzione o in manutenzione, ma in qualche modo poteva manifestare l'idea che il legale rappresentante, Beppe Grillo, intendesse riappropriarsi intanto di quello spazio web, anche per continuare a far "esistere" e far risultare "attivo" il M5S di cui è presidente (segretario è Enrico Maria Nadasi). Se ci si affida alle informazioni presenti in Rete (e consultabili da chiunque, per esempio sul sito domaintools.com), si scopre che l'ultimo aggiornamento relativo al dominio www.movimento5stelle.it risale al 23 agosto scorso e che il dominio scadrà il 7 agosto 2026. 
Per ora i contenuti del sito sono pochissimi, ma ugualmente significativi: c'è innanzitutto e soprattutto il rendiconto relativo al 2024, indirizzato da Grillo alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. I rendiconti precedenti del M5S-2012 erano stati pubblicati e sono tuttora consultabili sulla pagina della trasparenza del M5S-2017, mentre manca proprio quello di quest'anno, approvato dall'assemblea dei soci del 28 aprile scorso e inviato alla commissione l'11 giugno scorso (guarda caso, proprio nei giorni in cui si iniziava a lavorare alla riattivazione del sito e pochi giorni dopo la diffusione della notizia di una possibile azione legale in preparazione).
Il sito contiene anche il rendiconto e i documenti relativi al "Comitato promotore elezioni europee MoVimento 5 Stelle": la lettura fa capire che si tratta del soggetto collettivo nato prima delle elezioni europee del 2014 - le prime e uniche cui il M5S-2012 abbia partecipato - per la raccolta fondi relativa a quelle elezioni e che, come si legge alla fine della relazione, sarebbe stato sciolto entro il 2025 (con convocazione dei soci per la chiusura). Interessa molto di più, inevitabilmente, il rendiconto del M5S-2012, ma più che "spulciare i conti" - come ha giustamente fatto Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera - sembra utile guardare altri elementi. Innanzitutto si nota che il verbale dell'assemblea dei soci (firmato da Grillo e Nadasi) si conclude con la decisione del M5S-2012 di "proseguire la propria attività istituzionale, in continuità con la propria origine, preservando l'identità fondativa del Movimento 5 Stelle svolgendo un ruolo di presidio del suo nucleo valoriale originario". Una frase che, alle orecchie di qualcuno, può suonare come una dichiarazione - o, per lo meno, un annuncio - di guerra; la stessa frase è stata riportata, tra l'altro, nella relazione al rendiconto, firmata dallo stesso Grillo, in cui si dichiara di voler continare l'attività "istituzionale" dell'associazione, "mantenendo la titolarità dei simboli storici del 'Movimento 5 Stelle" e dei domini già riconducibili in passato, si enunciano gli intenti di tutelare l'identità fondativa del M5S e si aggiunge che "eventuali iniziative future saranno valutate nell'ambito delle finalità statutarie e nel rispetto della normativa vigente". 
Quanto al rendiconto, non è inutile ricordare che, come in passato, alla voce "immobilizzazioni materiali" (sub "Costi per attività editoriali, di informazione e di comunicazione") sono state indicate le spese sostenute per la registrazione del simbolo come marchio europeo. Quella registrazione - che in origine costò oltre 4500 euro - avvenne nel 2015 e ha durata decennale: la banca dati europea dei marchi precisa che il titolo di proprietà industriale scadrà il 18 novembre 2025, dunque è lecito attendersi innanzitutto che quel marchio sia rinnovato dal M5S-2012 (diversamente da quanto era accaduto con i precedenti simboli depositati come marchi in Italia e in Europa). 
  
 
L'articolo di Buzzi mette in relazione il ritorno online del sito precedente del MoVimento 5 Stelle con un post pubblicato l'altro ieri sui propri canali social da Paolo Becchi, ordinario di filosofia del diritto all'università di Genova assurto in fretta grazie ai media a "ideologo" del M5S nei suoi primi tempi di attività parlamentare. E proprio come "L'Ideologo" Becchi ha firmato il post sopra riportato, in cui si rivolge a un "Caro amico" (parafrasando, all'inizio, L'anno che verrà di Lucio Dalla), facilmente identificabile in Beppe Grillo. Dopo aver evocato "il sogno di un'Italia diversa e anche di un mondo diverso" condiviso con Grillo e con GR, cioè Gianroberto Casaleggio (che "se n'è andato presto all'altro mondo"), Becchi ha mestamente ricordato "l'inizio della fine", arrivato quando - secondo la sua visione - "i tonni nella scatoletta hanno cominciato piano piano a trovarcisi bene dentro", fino alla consunzione del sogno, di cui rimarrebbe "un cadavere di tuoi miracolati, guidati da un ingrato, su cui è meglio stendere un velo pietoso. Un cadavere che ancora cammina". Una situazione tale per cui i soggetti citati non sarebbero "degni di usare un simbolo che ha una sua storia e che finirà nei libri di storia. Ed è proprio per salvare quella storia che dovresti recuperare quel simbolo. Per farne che cosa, mi dirai, per farne niente, ti rispondo. Solo una degna sepoltura, con dispersione delle ceneri in un bel prato verde o ancora meglio nel bosco di GR. È chiederti troppo?"
Già la relativa vicinanza temporale del ritorno online del sito del M5S-2012 (23 agosto, per quello che se ne sa) e della lettera-appello di Becchi (21 ottobre) ha fatto pensare che il tempo per l'azione legale del MoVimento presieduto da Grillo fosse maturato. A questo occorre aggiungere altre tre scadenze: la prima, incombente, è la presentazione delle liste per le elezioni regionali di novembre, che dovrà avvenire tra le ore 8 di domani - 24 ottobre - e le ore 12 di sabato 25 ottobre: gli occhi di molti sono puntati sulla Campania, in cui il centrosinistra allargato al M5S-2017 propone come candidato presidente Roberto Fico, tra i volti più noti del "primo" MoVimento 5 Stelle (anche grazie al ruolo di presidente della Commissione di vigilanza Rai), poi divenuto presidente della Camera e considerato sempre più lontano dallo stesso Grillo. La seconda scadenza, ricordata prima, è quella del 18 novembre 2025, giorno della scadenza del periodo di tutela del marchio europeo riproducente il simbolo del M5S recuperato nel sito da poco riaperto: quasi certamente Grillo, come presidente dell'associazione del 2012, ne chiederà il rinnovo, anche per poter opporre un valido titolo al M5S-2017, che nel 2018 ha depositato il simbolo con il dominio Ilblogdellestelle.it (sito peraltro tuttora esistente e riferito all'Associazione Rousseau di Davide Casaleggio, con lo "storico" dei post del MoVimento), mentre si è vista rifiutare la registrazione del simbolo attuale (col riferimento al 2050). La terza scadenza la si apprende non appena si apre il sito attuale del M5S-2017: tra le ore 10 di oggi, 23 ottobre, e le ore 18 del 26 ottobre gli iscritti saranno chiamati a votare sulla conferma alla presidenza del MoVimento di Giuseppe Conte, colui che volle la "rivoluzione statutaria" del 2021-2022 (che ha trasformato ufficialmente il M5S in un partito, permettendone l'iscrizione - deliberata a maggioranza dall'apposita Commissione - al Registro dei partiti politici) e che siede alla Camera dopo essere stato per tre anni Presidente del Consiglio (con due diversi governi). La concentrazione di tutti questi eventi in un periodo limitato può ovviamente essere una coincidenza, ma per qualcuno - anche guardando a quel che accade in casa M5S, dopo le dimissioni di Chiara Appendino da vicepresidente - potrebbe non esserne troppo convinto.

Nessun commento:

Posta un commento