venerdì 15 marzo 2019

Fratelli d'Italia, sovranisti e conservatori verso le europee

La marcia di avvicinamento alle elezioni europee 2019 è ufficialmente iniziata. Non solo e non tanto perché al deposito dei simboli al Viminale mancano tre settimane, ma perché si è vista la prima grafica pensata ad hoc per questa consultazione elettorale. Si tratta di quella di Fratelli d'Italia, resa nota proprio oggi a Firenze, nell'ambito dell'assemblea nazionale del partito: il crisma dell'ufficialità è stato dato dalla presentazione del contrassegno fatta direttamente dalla leader Giorgia Meloni nonché da Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di Fdi (oltre che deputato in questa legislatura dopo un impegno da consigliere regionale in Toscana, lui che è fiorentino d'origine anche se sta a Prato).
Si tratta, com'è facile notare, di una variante del contrassegno utilizzato alle elezioni politiche del 2018, con il simbolo ufficiale del partito inserito nella parte bassa di un cerchio, dominato nella parte alta (su semicerchio blu) dal nome di Giorgia Meloni. Proprio nel precedente appuntamento delle elezioni europee - 2014 - il partito aveva iniziato a puntare molto sull'immagine della leader, inserendo (solo) il suo cognome sempre nella parte superiore dell'emblema; in quell'occasione, tuttavia, quell'inserimento era parso molto forzato, perché "Meloni" era letteralmente incastrato tra il nome del partito e il confine del simbolo. Già nel 2018 l'inserimento del nome intero era stato curato meglio, con maggior attenzione agli spazi e a far "respirare" il contrassegno; la struttura "a cannocchiale" è rimasta simile (e a qualcuno non era piaciuta né allora né ora), ma indubbiamente ora c'è maggior attenzione grafica. Certo, se nel 2014 l'inserimento del simbolo di Alleanza nazionale - concesso dalla Fondazione An - era stato deciso per marcare l'origine del partito e impedire ad altri soggetti politici di utilizzare lo stesso fregio, questa volta l'impressione (almeno in parte) è che sia il partito a cedere passo e rilevanza alla sua leader, nella speranza che questa forte identificazione porti un numero di voti sufficienti (nel 2009 fu sfiorata la soglia del 4%, ma per un soffio non si riuscì ad eleggere alcun rappresentante al Parlamento europeo).
Rispetto al simbolo del 2018, questa volta sono state aggiunte le diciture "sovranisti" e "conservatori": la prima parola punta a dare rappresentanza e ospitalità a coloro che nel corso degli anni hanno manifestato quelle posizioni, che fino a questo momento non sono state esplicitate da altri partiti (nemmeno - per ora - dalla Lega, in questo momento collocata su un fronte diverso a livello nazionale dopo un lungo percorso in sintonia con Fdi); la seconda dà conto della collocazione a livello europeo di Fratelli d'Italia - che ha aderito all'Alleanza dei conservatori e dei riformisti europei (Acre), lo stesso partito europeo cui aderisce Direzione Italia (ex Conservatori e riformisti) di Raffaele Fitto, ormai federati con Fratelli d'Italia. Sarà sufficiente quest'immagine, assieme a quella "in carne e ossa" di Giorgia Meloni, a convincere almeno il 4% di coloro che si recheranno a votare il 26 maggio? 

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