A dicembre si era dato conto della richiesta di registrazione come marchio - fatta conoscere da Antonio Atte dell'Adnkronos - del simbolo "Gilet gialli" ad opera dell'imprenditore sardo (già vicino al MoVimento 5 Stelle) Salvatore Bussu; se n'era parlato per qualche giorno, poi della notizia si sono perse sostanzialmente le tracce, mentre a Parigi e dintorni si è continuato a sfilare ogni sabato - ieri compreso, ed è stato il ventesimo - con il giacchetto catarifrangente. Nel frattempo, però, quell'immagine è apparsa politicamente appetibile anche per qualcun altro, non del tutto nuovo in ambito politico-elettorale: il 14 febbraio, infatti, risulta depositata presso l'Ufficio italiano brevetti e marchi una nuova domanda di marchio per un emblema intitolato Gilet Gialli Italia.
Il marchio - così descritto: "cerchio esterno a tre colori - rosso-verde, contenente fondo blù, contenente: gilet giallo interrotto nella zona pancia da scritta (colore giallo) GILET GIALLI ITALIA e in zona petto lato sinistro riporta nuovamente la scritta (colore blù) Gilet Gialli Italia. In basso al cerchio vi è la scritta giletgialli.it (colore giallo). Bordi gilet colore grigio. Carattere: LATO" - risulta depositato per due classi della Classificazione di Nizza: la 41 (Educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e l'immancabile 45 (Servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali), di solito impiegata per tutelare segni distintivi in ambito politico.
E chi è il richiedente? La domanda di registrazione di marchio risulta depositata dal napoletano Antonio Del Piano. Un nome che può passare inosservato, ma non a un #drogatodipolitica cronico e del tutto irrecuperabile. Già, perché (salvo omonimia) era stato proprio Del Piano, nel 2016, il promotore di Ricomincio da 10, progetto di lista civica per le elezioni comunali del capoluogo campano nato sotto il segno della fede nel Napoli e nel suo indimenticabile numero 10 (Diego Armando Maradona, ça va sans dire); la lista, tuttavia, era stata esclusa dalla competizione per problemi legati ai documenti presentati, dunque Del Piano non era riuscito a correre come aspirante sindaco alle ultime elezioni amministrative.
Il simbolo di cui si chiede la registrazione, come si è visto, contiene anche l'indicazione di un sito web, che in effetti è attivo. Se si va su www.giletgialli.it, infatti, si finisce nelle pagine del "movimento popolare per la sovranità diretta": "Parte anche da noi in Italia - si legge - la protesta dei gilet gialli. Un movimento che democraticamente sceglie di manifestare il proprio dissenso contro l’elite finanziaria e i governi al servizio dei banchieri internazionali! Donne, uomini, artigiani, lavoratori, studenti, esclusi e delusi dalla politica e sfruttati da un capitalismo incontrollato e distorto. Nasce un movimento fatto di persone come noi che si vedono ormai rubare il futuro e che non possono formare o sostenere una famiglia! Oggi e in pericolo la nostra libertà e quella dei nostri figli, è in gioco la nostra identità e il nostro patrimonio culturale e artistico. Insomma, è arrivato il momento di RIBELLARSI!" Una ribellione che avrebbe come meta la sovranità diretta, da raggiungere attraverso l'impiego di quattro forme di referendum (propositivo, revocativo - per revocare l'eletto che non rispetta il mandato dei cittadini - e abrogativo, più quello costituzionale per introdurre nella Carta gli altri tre... una costruzione che denota qualche lacuna di diritto costituzionale...) e un programma che, tra l'altro, contempla l'uscita dell'Italia dall'Unione europea; il programma contempla molti altri punti - tra cui "No al 5G e Scie chimiche" - ma al momento risultano ancora vuoti, senza spiegazioni.
Forse è ancora presto per capire se effettivamente, al di là degli oltre 2500 like su Facebook, l'idea potrà evolvere in un vero progetto politico. E, al momento, non si può nemmeno essere certi che il simbolo di Del Piano venga registrato come marchio: è innegabile infatti, al di là della reinterpretazione grafica, la notevole somiglianza dell'idea del gilet giallo rispetto all'emblema di Bussu, depositato mesi prima (e la cui domanda risulta tuttora in esame), dunque è ben possibile che si contesti al marchio la mancanza di novità. Nel frattempo, e giocando d'anticipo, Del Piano ha comunque inserito la sigla "TM" (trade mark) all'interno del suo simbolo: chissà che l'idea dei gilet gialli non faccia gola anche a qualcun altro...
Il marchio - così descritto: "cerchio esterno a tre colori - rosso-verde, contenente fondo blù, contenente: gilet giallo interrotto nella zona pancia da scritta (colore giallo) GILET GIALLI ITALIA e in zona petto lato sinistro riporta nuovamente la scritta (colore blù) Gilet Gialli Italia. In basso al cerchio vi è la scritta giletgialli.it (colore giallo). Bordi gilet colore grigio. Carattere: LATO" - risulta depositato per due classi della Classificazione di Nizza: la 41 (Educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e l'immancabile 45 (Servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali), di solito impiegata per tutelare segni distintivi in ambito politico.
E chi è il richiedente? La domanda di registrazione di marchio risulta depositata dal napoletano Antonio Del Piano. Un nome che può passare inosservato, ma non a un #drogatodipolitica cronico e del tutto irrecuperabile. Già, perché (salvo omonimia) era stato proprio Del Piano, nel 2016, il promotore di Ricomincio da 10, progetto di lista civica per le elezioni comunali del capoluogo campano nato sotto il segno della fede nel Napoli e nel suo indimenticabile numero 10 (Diego Armando Maradona, ça va sans dire); la lista, tuttavia, era stata esclusa dalla competizione per problemi legati ai documenti presentati, dunque Del Piano non era riuscito a correre come aspirante sindaco alle ultime elezioni amministrative.
Il simbolo di cui si chiede la registrazione, come si è visto, contiene anche l'indicazione di un sito web, che in effetti è attivo. Se si va su www.giletgialli.it, infatti, si finisce nelle pagine del "movimento popolare per la sovranità diretta": "Parte anche da noi in Italia - si legge - la protesta dei gilet gialli. Un movimento che democraticamente sceglie di manifestare il proprio dissenso contro l’elite finanziaria e i governi al servizio dei banchieri internazionali! Donne, uomini, artigiani, lavoratori, studenti, esclusi e delusi dalla politica e sfruttati da un capitalismo incontrollato e distorto. Nasce un movimento fatto di persone come noi che si vedono ormai rubare il futuro e che non possono formare o sostenere una famiglia! Oggi e in pericolo la nostra libertà e quella dei nostri figli, è in gioco la nostra identità e il nostro patrimonio culturale e artistico. Insomma, è arrivato il momento di RIBELLARSI!" Una ribellione che avrebbe come meta la sovranità diretta, da raggiungere attraverso l'impiego di quattro forme di referendum (propositivo, revocativo - per revocare l'eletto che non rispetta il mandato dei cittadini - e abrogativo, più quello costituzionale per introdurre nella Carta gli altri tre... una costruzione che denota qualche lacuna di diritto costituzionale...) e un programma che, tra l'altro, contempla l'uscita dell'Italia dall'Unione europea; il programma contempla molti altri punti - tra cui "No al 5G e Scie chimiche" - ma al momento risultano ancora vuoti, senza spiegazioni.
Forse è ancora presto per capire se effettivamente, al di là degli oltre 2500 like su Facebook, l'idea potrà evolvere in un vero progetto politico. E, al momento, non si può nemmeno essere certi che il simbolo di Del Piano venga registrato come marchio: è innegabile infatti, al di là della reinterpretazione grafica, la notevole somiglianza dell'idea del gilet giallo rispetto all'emblema di Bussu, depositato mesi prima (e la cui domanda risulta tuttora in esame), dunque è ben possibile che si contesti al marchio la mancanza di novità. Nel frattempo, e giocando d'anticipo, Del Piano ha comunque inserito la sigla "TM" (trade mark) all'interno del suo simbolo: chissà che l'idea dei gilet gialli non faccia gola anche a qualcun altro...
Nessun commento:
Posta un commento