Possibile rappresentazione del PRiMo |
Il concetto di partito, da alcuni anni, non sembra andare più di moda, ma ancor più del concetto è la parola stessa - "partito" - a essere sparita da gran parte delle denominazioni delle formazioni politiche nate di recente. Così, se si consulta la banca dati dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, si può restare stupiti nel constatare che il 12 febbraio era stata depositata una domanda di marchio relativa a un nome che inizia con la parola "Partito", ossia Partito riforma monetaria, in acronimo PRiMo. Aprendo la scheda e guardando con più attenzione, si scopre che si tratta in realtà di un rinnovo di marchio, perché questo era già stato depositato a febbraio del 2009 (e registrato, con molta calma, a ottobre dell'anno successivo) e ora che la protezione decennale si era esaurita ne è stata richiesta l'estensione.
Titolare del marchio e richiedente del rinnovo risulta essere l'avvocata mantovana Rosanna Montecchi, che conferma l'intenzione di mantenere la titolarità su quel segno distintivo e di trasformarlo in qualcosa di più visibile e tangibile: "In effetti avevo immaginato il nome di questo progetto politico una decina di anni fa, poi è rimasto nel cassetto e non ci ho più pensato, preferendo dedicarmi ad altro, ma l'idea è rimasta e credo avesse un valore. Secondo me ormai i tempi sono più maturi per parlare di questi temi: oggi si discute molto sull'opportunità di mantenere o abbandonare l'euro, ma si parla anche anche di altri strumenti, come la criptovaluta, ad esempio il Bitcoin, o la moneta complementare e credo che sia ora di fare qualcosa".
Quest'ultima soluzione, in particolare, per Montecchi sarebbe da perseguire: "Nel 2007 si era sviluppata nel napoletano una moneta complementare chiamata Scec, acronimo di Sconto che cammina. Io avevo fatto alcune letture e mi interessavo a questo tipo di strumenti, così anche io avevo partecipato alla sperimentazione di questa moneta. Nel frattempo ho conosciuto Nino Galloni, collaboratore di Federico Caffè e grande studioso di moneta complementare; sono poi amica di Marco Della Luna, avvocato e saggista, esperto di questioni monetarie e bancarie. I numerosi scambi che ho avuto in questi anni mi hanno convinto del fatto che sia utile una moneta destinata a circolare solo all'interno del territorio italiano, che possa aiutare a rimettere in moto l'economia".
Quest'ultima soluzione, in particolare, per Montecchi sarebbe da perseguire: "Nel 2007 si era sviluppata nel napoletano una moneta complementare chiamata Scec, acronimo di Sconto che cammina. Io avevo fatto alcune letture e mi interessavo a questo tipo di strumenti, così anche io avevo partecipato alla sperimentazione di questa moneta. Nel frattempo ho conosciuto Nino Galloni, collaboratore di Federico Caffè e grande studioso di moneta complementare; sono poi amica di Marco Della Luna, avvocato e saggista, esperto di questioni monetarie e bancarie. I numerosi scambi che ho avuto in questi anni mi hanno convinto del fatto che sia utile una moneta destinata a circolare solo all'interno del territorio italiano, che possa aiutare a rimettere in moto l'economia".
Anche se, accanto alla sua professione di avvocata, Montecchi ha curato maggiormente un altro suo progetto - quello del Gruppo acquisto terreni (che ora fa capo alla Fondazione Gat), vale a dire l'acquisto condiviso di una tenuta agricola a scopo di investimento da parte di piccoli investitori, per sostenere l'agricoltura con progetti di qualità - non ha dimenticato l'idea relativa alla moneta complementare: "Credo che ci si debba muovere in questo senso e questo governo dovrà trovare qualche soluzione: tutti si chiedono come faranno a onorare i tanti impegni finanziari presi e la soluzione più a portata di mano potrebbe essere questa". La registrazione per il momento riguarda soltanto il nome del progetto politico, ma a questo ha cercato di dare anche una rappresentazione grafica: in essa, la riforma monetaria appare come un sole che sorge su un mare di cartamoneta, con l'idea che tutto il sistema monetario attuale debba essere visto (o rivisto) sotto una nuova luce, perché riacquisti senso e praticabilità.
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