sabato 30 marzo 2019

Pd, ecco il primo simbolo composito (con Siamo Europei) per le europee

L'annuncio di pochi giorni fa è stato rispettato: il Partito democratico guidato da Nicola Zingaretti alle elezioni europee si presenterà con un contrassegno in cui ha pari dignità grafica con Siamo Europei, progetto politico di Carlo Calenda. Il simbolo è stato presentato da poco in una conferenza stampa tenutasi sulla terrazza della sede nazionale del Pd, in via Sant'Andrea delle Fratte a Roma e scoperto da Zingaretti e Calenda, che hanno sollevato insieme la bandiera europea che lo copriva.
Si tratta di un emblema diviso in orizzontale in due parti, quasi uguali nella loro dimensione, ma con una leggera prevalenza dello spazio dedicato al Pd, anche per farci stare il logo disegnato da Nicola Storto, renderlo ben visibile e non lasciare troppo spazio bianco nella parte superiore. Il segmento inferiore riservato a Siamo europei, in compenso, ha un peso visivo maggiore rispetto alle dimensioni che ha grazie al fondo blu, lo stesso che era stato utilizzato nei bozzetti che Calenda aveva diffuso su Twitter; anche la font utilizzata per il nome è rimasta la stessa (e, come già detto, è proprio quella del Ppe), mentre sono presenti tutte le dodici stelle della bandiera europea, pur se ridotte notevolmente nelle dimensioni e disposte ad arco, come una sorta di "ponte" tra le due parole d'ordine calendiane.
Non sfugge, poi, la presenza del logo attuale del Partito del socialismo europeo, per la prima volta utilizzato in forma integrale (col "fumetto" quadrato) all'interno di un contrassegno per le elezioni europee, con anche la dicitura "Socialisti e democratici" adottata dal gruppo parlamentare a Bruxelles: il loghino è stato posizionato nella parte destra del cerchio, "appoggiato" sulla base del segmento assegnato al Pd, con la punta del "fumetto" che finisce in area calendiana. 
Per Nicola Zingaretti quello appena presentato è il simbolo dell'unità e del pluralismo culturale, senza voler rappresentare un insieme di sigle, ma anche dell'Europa stessa (anche se lui e Paolo Gentiloni non hanno mancato di sottolineare la scelta di +Europa di correre da sola): in questo senso, le liste contrassegnate da quell'emblema vorrebbero essere la traduzione in pratica di un richiamo a "tutte le forze europeiste e progressiste a unirsi per essere più forti" nello scontro con gli antieuropeisti e per arginare il rischio nazionalista. 
Quelle liste dovranno essere "sarà costruite insieme, aperte alla società civile", come sottolineato da Calenda, che sarà capolista nel nord-est (mentre nella circoscrizione nord-ovest quel ruolo sarà di Giuliano Pisapia): lo scopo è creare un "grande movimento unitario europeista", anche se certamente non sarà omogeneo. Non è affatto un caso che Calenda abbia sottolineato che "nella parte di Siamo Europei il logo del Pse rimane sopra", volendo rimarcare come l'offerta politica della lista sia rivolga "non solo ai socialdemocratici, ma anche ai popolari e ai liberali" (Calenda, da poco entrato in direzione nazionale Pd, si iscriverà dunque al Pse o altrove?). Un giudizio definitivo grafico-politico ha tentato di darlo il neopresidente Pd Paolo Gentiloni: "Un bel simbolo, rappresenta il massimo di unità possibile che siamo riusciti a mettere in campo, penso che farà strada", rivendicando l'impegno per costruire una lista "aperta a sinistra, ma anche al centro" (echi veltroniani?), nonché alla cultura liberale e a quella cattolica. Il livello di apertura lo si vedrà tra il 16 e il 17 aprile, con il deposito delle liste, ma soprattutto a spoglio terminato al mattino del 27 maggio; il simbolo, intanto, è largo ma non troppo. Non un capolavoro, ma - c'è da giurarci - non sarà certo il più brutto della prossima tornata elettorale.

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