venerdì 7 febbraio 2020

Suppletive per la Camera: Roma, addirittura sette simboli

Dopo quello del 23 febbraio, il successivo turno di elezioni suppletive si svolgerà il 1° marzo, con riguardo al collegio uninominale 1 - Roma della Camera, lasciato libero da Paolo Gentiloni: la circoscrizione del collegio comprende i quartieri della capitale Rione Monti, Rione Trevi, Rione Colonna, Rione Campo Marzio, Rione Ponte, Rione Parione, Rione Regola, Rione Sant'Eustachio, Rione Pigna, Rione Campitelli, Rione Sant'Angelo, Rione Ripa, Rione Borgo, Rione Esquilino, Rione Ludovisi, Rione Sallustiano, Rione Castro Pretorio, Rione Celio, Rione San Saba, Rione Testaccio, Rione Trastevere, Trionfale, Rione Prati, Flaminio, Della Vittoria.
Dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle candidature e il sorteggio degli aspiranti deputati per l'ordine sulla scheda, il quadro è completo e chiaro. Per cominciare, la citata scheda sarà più affollata per gli elettori romani rispetto a quella per quelli napoletani chiamati a votare una settimana prima: se in quest'ultimo caso i concorrenti saranno cinque, a Roma si sfideranno in sette per lo scranno della Camera rimasto libero. Il sorteggio ha collocato in prima posizione Marco Rizzo, segretario del Partito comunista, che continua nel suo tentativo di essere presente il più possibile negli appuntamenti elettorali, soprattutto quando hanno un certo peso. Il suo simbolo sarà l'unico a contenere una riproduzione di falce e martello.
Al secondo posto, la sorte ha inserito un personaggio ben noto ai romani, che quattro anni fa lo hanno avuto anche come candidato sindaco: si tratta di Mario Adinolfi, che come allora si presenta con le insegne del Popolo della Famiglia, di cui è tra i fondatori. In questi quattro anni, il simbolo è sempre rimasto lo stesso, dunque anche stavolta gli elettori troveranno sulla scheda la famigliola tradizionale tracciata a matita su fondo blu, con il monito-programma "No gender nelle scuole" nella parte alta del contrassegno. Anche se è stato necessario raccogliere le firme, evidentemente a Roma Adinolfi ha il potenziale per poter essere presente senza grossi problemi al cimento elettorale.
Esprime una propria candidatura autonoma anche il MoVimento 5 Stelle, che candida in quel seggio Rossella Rendina. Dopo le elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria, i test delle elezioni suppletive saranno rilevanti anche per vedere i risultati del M5S: non si tratta naturalmente di dati comparabili, ma l'esito non proprio esaltante per il progetto politico fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio induce inevitabilmente a guardare con occhio più attento i dati che usciranno dalle urne per la formazione attualmente guidata da Vito Crimi. Il simbolo utilizzato, naturalmente, è lo stesso noto dal 2018, con la dicitura Ilblogdellestelle.it al di sotto della grafica consolidata dal 2010.
Domenica scorsa si era già parlato della candidatura di Roberto Gualtieri per il centrosinistra, con il sostegno al ministro dell'economia da parte di Partito democratico, Italia viva, Sinistra italiana, Partito socialista italiano e Articolo Uno. Per evitare la moltiplicazione di emblemi - e in analogia con quanto si è già visto con riguardo a Napoli e, probabilmente, con quanto avverrà nel collegio senatoriale di Terni - le forze politiche hanno scelto di presentare il contrassegno unitario denominato Roma con Gualtieri, con il tricolore e dominato dal rosso, senza alcun riferimento ai partiti che appoggiano unitariamente la candidatura (a dispetto delle tensioni che a livello nazionale si avvertono in queste settimane).
Le elezioni suppletive romane saranno anche il debutto per il simbolo generico, senza indicazioni locali, di Volt, partito paneuropeo che aveva fatto la sua prima comparsa alle elezioni regionali in Emilia-Romagna (appunto con il riferimento alla regione all'interno del contrassegno a fondo viola). Per questa prima partecipazione al voto politico, che mira essenzialmente a far conoscere il progetto e a offrire una prima sede per confrontarsi con le altre forze politiche, Volt ha candidato Luca Maria Lo Muzio Lezza, di professione architetto, "varese di nascita, romano di adozione" come si legge nella sua breve biografia su Facebook. 
Ha cercato e trovato una soluzione unitaria anche il centrodestra, che per questo appuntamento elettorale ha rimesso in pista Maurizio Leo, avvocato, già deputato di Alleanza nazionale e assessore al bilancio della giunta guidata da Gianni Alemanno. Lo sostengono Lega, Fratelli d'Italia (in cui si riconosce ora), Forza Italia e Udc, per cui stavolta il contrassegno contiene le miniature di tutti e quattro i simboli di partito: il risultato grafico si commenta da sé. 
Ultimo emblema secondo l'ordine determinato dal sorteggio è quello di Potere al popolo!, che sostiene la candidatura di Elisabetta Canitano, già aspirante presidente della regione Lazio nel 2018 per quel progetto politico. Il simbolo non è cambiato in questi due anni, anche se i risultati sono stati pochi, non è stato possibile partecipare alle elezioni europee e nel frattempo Rifondazione comunista e il Partito del Sud hanno scelto di abbandonare il gruppo che aveva scelto di evolvere in soggetto politico più strutturato. Come a Napoli, in ogni caso, l'emblema amaranto e nero con la stella finirà sulle schede.

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