domenica 26 gennaio 2020

Suppletive di Roma, il centrosinistra candida Gualtieri (e il tricolore)

Un ministro candidato al Parlamento. Viene spontaneo dirlo, dopo aver appreso la notizia che sarà Roberto Gualtieri il candidato unitario del centrosinistra alle elezioni suppletive che si terranno il 1° marzo a Roma nel collegio uninominale 1 (che comprende i quartieri della capitale Rione Monti, Rione Trevi, Rione Colonna, Rione Campo Marzio, Rione Ponte, Rione Parione, Rione Regola, Rione Sant'Eustachio, Rione Pigna, Rione Campitelli, Rione Sant'Angelo, Rione Ripa, Rione Borgo, Rione Esquilino, Rione Ludovisi, Rione Sallustiano, Rione Castro Pretorio, Rione Celio, Rione San Saba, Rione Testaccio, Rione Trastevere, Trionfale, Rione Prati, Flaminio, Della Vittoria), liberatosi dopo che Paolo Gentiloni, che lo aveva conquistato il 4 marzo 2018, è entrato a far parte della Commissione europea.
L'accordo vede convergere, oltre al Partito democratico, anche Italia viva, Sinistra italiana, Partito socialista italiano e Articolo Uno: si tratta, dunque, della stessa compagine di centrosinistra che sostiene il governo di Giuseppe Conte assieme al MoVimento 5 Stelle (che in quel collegio, invece, presenterà Rossella Rendina, unica altra candidatura già nota oltre a quella di Rossella Canitano di Potere al Popolo!). La candidatura di Gualtieri si accompagna a un simbolo in cui domina decisamente il rosso, con la dicitura Roma con Gualtieri e due elementi curvilinei di colore bianco e verde nella parte alta: in un certo senso, si tratta di una scelta grafica analoga a quella già compiuta a Napoli da Pd e DemA con la candidatura di Sandro Ruotolo.
In attesa che si completi il quadro delle candidature (soprattutto con il nome del centrodestra), non può non colpire la scelta del Pd e di tutto il centrosinistra, non ordinaria e volendo piuttosto coraggiosa. La candidatura di un ministro (entrato in carica poco dopo la fine del suo mandato di europarlamentare) per un'elezione della medesima legislatura, infatti, risulta sostanzialmente senza precedenti e non è priva di rischi: se il ministro in carica - per giunta di un dicastero di peso come l'economia - dovesse essere sconfitto alle urne in un collegio storicamente feudo del centrosinistra, il governo certamente non ne trarrebbe vantaggio; una vittoria, invece, sarebbe un segnale di maggiore tranquillità. C'è ancora qualche giorno, in ogni caso, per conoscere nuovi concorrenti ed eventuali novità simboliche.

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