martedì 21 luglio 2020

Forza nuova cambia simbolo: "Una rondine per le libertà"

Di fronte a epoche nuove, anche l'immagine di un movimento può cambiare, se le priorità devono essere comunicate in modo ritenuto più efficace e adatto ai tempi. Da due giorni Forza nuova ha diffuso il suo nuovo simbolo, in cui il lettering non ha più un ruolo prevalente e si è fatta una scelta grafica rilevante, che la guida del movimento ha voluto indicare come risposta "contro la dittatura sanitaria, finanziaria, giudiziaria e mass-mediatica".
Le lettere della sigla sono rimaste le stesse - nere, in carattere Twentieth Century Black - già presenti nell'ultima versione dell'emblema, ma sono state decisamente rimpicciolite e private della struttura rossa a parallelogrammo in cui erano inserite nella grafica precedente. L'elemento che spicca, sul fondo bianco, questa volta è il disegno stilizzato e spigoloso - quasi futurista, per certi versi - di una rondine, ovviamente nera, ad ali spiegate: tra le due parti della coda biforcuta trova posto la sigla del movimento, comunque riconoscibile per essere scritta nero su bianco; la biforcazione, in realtà, inizia ben prima, quasi a partire dalla testa, che qui appare quasi come un pennino. A delimitare la grafica provvede una corona circolare sottile, tinta del tricolore italiano - che si riaffaccia dunque nella grafica di Forza nuova - a bande verticali.  
La scelta iconografica non è affatto casuale: per il fondatore di Forza nuova Roberto Fiore, il soggetto intende comunicare un riferimento alla libertà attiva e laboriosa"Fin dall'antichità - spiega - la rondine era l'araldo della primavera, il messaggero della buona stagione, il simbolo positivo di un cambiamento, il ritorno delle libertà dopo un lungo inverno. Era anche il simbolo dell'operosità e del risveglio: annunciava la vita che ricomincia anche nell'arco della singola giornata, cantando sul far del giorno e segnando la fine della notte, risvegliando così gli uomini dal sonno ed esortandoli a mettersi all'opera. Ed è laboriosa essa stessa: costruisce mescolando paglia e fango, e se il fango manca lo produce, rotolandosi con le ali bagnate nella polvere; tappezza il nido con piume o fiocchi di lana, per custodire prima le uova al caldo e poi nella comodità i nuovi nati". 
Per Fiore, tuttavia, occorre mettere in luce anche il legame della rondine primaverile con l'idea "pasquale" della resurrezione che segue alla passione (con ovvi riferimenti al bagaglio religioso cristiano): "Quale immagine migliore può esserci per un Movimento che assume ogni giorno di più il profilo di unico paladino della necessaria ricostruzione nazionale mostrando la strada di una risurrezione della Patria su cui il sistema ha fatto rotolare il masso pesantissimo di una dittatura sanitaria che dovrebbe chiudere definitivamente la partita? Puntiamo in alto, come la rondine che abbiamo scelto, tra mille infamie, tra mille tradimenti e proprio durante l'offensiva del nemico. Quale avanguardia rivoluzionaria che punta verso il cielo, perché è solo in alto che si trova l'obiettivo, indichiamo alla Patria la via della Resurrezione e della Riconquista delle libertà naturali, le uniche davvero concrete".
Quello annunciato ieri è almeno il terzo cambio di simbolo operato da Forza nuova dopo la sua fondazione a Cave, il 29 settembre 1997. Il primo emblema del movimento era decisamente schematico, nato probabilmente al di fuori di una forma circolare (si prestava innanzitutto alle bandiere e agli striscioni), ma già basato sulle iniziali del nome scelto: nei primi anni non si pensava certo alle elezioni, per cui non c'erano regole particolari da rispettare. Oltre alla sigla e al nome, iniziava già a comparire una coccarda tricolore, con il verde nella corona esterna e il rosso nel cerchio interno (dunque invertita rispetto al consueto): si realizzava così un richiamo tanto a uno dei simboli patrii, quanto a uno dei suoi usi più noti (quello militare, legato alla tradizione e all'ordine); il tutto era collocato ora su fondo nero, ora su fondo blu.
Proprio blu era il colore di sfondo del primo mutamento simbolico forzanovista, coincidente con le prime campagne elettorali solitarie del movimento, tra il 2000 (regionali e amministrative) e il 2001 (politiche, almeno in alcuni tra collegi e regioni). Di fatto, più che di mutamento, si dovrebbe parlare di rielaborazione grafica: la coccarda tricolore come elemento non letterale era sempre lì, ma stavolta si era deciso di inclinarla, come a volerle dare l'illusione della tridimensionalità. Le iniziali del nome, poi, questa volta erano diventate minuscole e - per poter risaltare meglio sopra la stessa coccarda, della cui corona verde avevano il medesimo spessore - si erano tinte di nero. 
Quel simbolo rimase in uso a lungo, anche se nel 2004 - in ossequio al motto "costanti nella strategia, duttili nella tattica" - si tentò un nuovo mutamento grafico, questa volta più significativo. Sparì infatti la coccarda, ma non il tricolore, che tinse direttamente le iniziali: queste, peraltro, furono conformate come due triangoli scaleni posizionati "a specchio" in verticale; subito al di sotto, invece, il nome - presente anche lungo la parte superiore della circonferenza - era stato inserito in una base trapezoidale nera, che richiamava inevitabilmente la fiamma tricolore del Movimento sociale italiano (come del resto facevano le lettere spigolose a triangolo, evocando anche il simbolo geometrico del Fronte nazionale di Adriano Tilgher). Per Fiore era chiara l'idea di ricalcare "le esperienze politiche missine e frontiste", di cui si era voluto cogliere "un patrimonio storico e ideale, un'eredità da attualizzare"; non di rado, tuttavia, gli uffici elettorali chiamati a valutare la legittimità dei contrassegni destinati alle schede ritennero il simbolo troppo somigliante alla fiamma missina ancora presente nell'emblema di Alleanza nazionale - accadde, tra l'altro, alle elezioni europee del 2004, cui Forza nuova partecipava come parte del cartello Alternativa sociale - e si dovette recuperare quello precedente.   
Dopo le elezioni politiche del 2006 - anno in cui Fiore, assieme a Tilgher e altre persone di quell'area, non figurò tra i candidati delle liste nel centrodestra, con cui pure Alternativa sociale era alleata - si avvertì di nuovo l'esigenza di cambiare: graficamente il movimento di Fiore ha guardato all'emblema del Nationaldemokratische Partei Deutschlands (Partito nazionaldemodcratico di Germania) e a quello del partito rumeno Noua Dreaptă (Nuova destra): "Ci siamo ispirati - precisa Fiore - a un modello di nazionalismo radicale che si distingueva dal populismo". Quell'emblema, molto geometrico, letterale ed evidente, funzionava al di fuori di un cerchio ma si prestava anche a essere inscritto in una circonferenza in sede elettorale e così lo si è visto in tutti gli appuntamenti successivi al 2006 (compreso quello del 2018, in cui ha fatto parte della lista Italia agli italiani).
Dopo un uso di quasi quindici anni, il simbolo compie un nuovo passo: "Oggi - conclude Fiore - deve riflettere la necessità di salvare l'Italia e difendere le libertà concrete e naturali messe a rischio dalla tirannide sanitaria, finanziaria, giudiziaria e mass mediatica". Il programma resta lo stesso, cambia solo il modo di presentarlo agli italiani.

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