mercoledì 7 ottobre 2020

Enna, simboli e curiosità sulla scheda

Non ha avuto bisogno nemmeno del ballottaggio Enna per eleggere il proprio sindaco: questa volta ce l'ha fatta al primo turno Maurizio Dipietro, sindaco uscente, mentre nel 2015 aveva avuto bisogno del ballottaggio per battere di misura Vladimiro ("Mirello") Crisafulli. All'epoca, peraltro, la scheda era un po' meno affollata rispetto a questa volta: si erano infatti affrontati quattro candidati, sostenuti da otto liste (tre a testa per coloro che erano andati al ballottaggio). Quest'anno, invece, a contendersi la carica di sindaco erano in cinque, appoggiati da ben 12 liste, 5 delle quali hanno portato Dipietro alla riconferma (con il 58,3% dei voti personali); il secondo classificato, sia pure piuttosto distaccato, è risultato essere Dario Cardaci, che poteva contare sul sostegno di 4 liste. Vale comunque la pena analizzare l'intera offerta elettorale, seguendo ovviamente l'ordine di estrazione di schede e manifesti.
 

Dario Iginio Cardaci

1) Partito democratico

Il sorteggio aveva collocato al primo posto la candidatura di Dario Cardaci, sostenuto da una coalizione di centrosinistra ma con un passato nel centrodestra (il suo primo gruppo di elezione fu il Ccd). Ironia della sorte, però, il primo simbolo estratto per manifesti e schede è stato quello del Partito democratico, che inizialmente si pensava non sarebbe stato impiegato (così come non fu schierato nel 2015, sostituito da Enna democratica). L'emblema era esattamente quello nazionale, senza alcuna aggiunta; la lista è stata la più votata della coalizione di Cardaci, con il 10,65%.
 

2) Enna democratica

Almeno per le prime due posizioni, la sorte sembrava avere anticipato l'esito elettorale all'interno della coalizione di Cardaci. Al secondo posto, infatti, era finita la lista Enna democratica, stesso nome - come si è visto - di quella simil-Pd che appoggiò Crisafulli nel 2015, ma abbinata all'immagine della Trinacria con gambe rosse, verdi e gialle; al posto della testa, c'era il simbolo dei Giovani democratici. Chi fosse stupito di questa scelta (che di fatto raddoppiava le candidature del Pd), ricordi che nel 2015 era successa la stessa cosa, con i Gd presenti nella lista Sinistra democratica - Torre. Stavolta la formazione ha raccolto il 7,14%.
 

3) Unione di centro - Psi

Assai meno bianco dei precedenti, anzi del tutto "pieno" era apparso il simbolo della lista dominata dall'Unione di centro: anche se sullo sfondo - che mostrava una veduta di Enna - la parola più evidente era il nome della città (molto più del riferimento al candidato sindaco, quasi invisibile sulla corona verde interna), in primo piano c'era il simbolo dell'Udc; a fianco, peraltro, non sfuggiva la presenza di un garofano, proprio l'ultimo adottato dal Partito socialista italiano che concorreva alla lista. Alla fine dello spoglio, la lista aveva raccolto il 4,11%, non sufficiente per eleggere consiglieri.

4) Cardaci sindaco - Nuova cittadinanza

L'ultima formazione della coalizione a sostegno di Cardaci poteva essere individuata come la sua lista personale, visto che l'elemento dominante era proprio il riferimento al candidato. Cardaci sindaco - Nuova cittadinanza, infatti, vedeva soprattutto l'evidenza del cognome, mentre il potenziale nome della lista, su nastro rosso pieghettato (collocato su fondo color carta da zucchero) sembrava avere un ruolo ancillare. La formazione, in ogni caso, ha raccolto il 6,3%, riuscendo a centrare l'obiettivo di entrare in consiglio comunale.
 

Cinzia Amato

5) MoVimento 5 Stelle

Non erano previsti accordi tra Partito democratico e MoVimento 5 Stelle a Enna, dunque sulle schede è finita anche la lista del M5S - senza bisogno di firme, così come la legge siciliana consente per la presenza del gruppo all'Assemblea regionale - che candidava alla guida del comune Cinzia Amato. Si trattava della seconda presenza del Movimento alle comunali ennesi, dopo quella del 2015: se allora la lista aveva sfiorato l'8% (quasi dieci punti in meno del candidato sindaco Angelo Solfato), questa volta dalle urne è arrivato solo il 2,91% e il M5S è rimasto fuori dal consiglio.

 

Maurizio Antonello Dipietro

6) Enna viva

Quarta candidatura estratta è risultata quella del sindaco uscente, Maurizio Dipietro, che come si è detto in questo secondo tentativo era sostenuto da ben cinque liste. La prima estratta era anche la più identificabile sul piano politico: Enna viva, infatti, era chiaramente riconducibile a Italia viva, partito cui lo stesso Dipietro aveva aderito dal 2019. Il simbolo in questo caso era stato modificato: il segmento inferiore conservava l'idea della sfumatura ma virava dall'arancione al blu, mentre il fondo bianco diventava rosa per ospitare nome e "spunta alata" (pur rischiando di amplificare un "effetto Vagisil"). La lista, con il 14,39%, è stata la seconda più votata in assoluto del turno.
 

7) Liberamente

La serie delle formazioni più o meno civiche presentate in appoggio a Dipietro era iniziata con LibErameNte (così era scritto il nome nel simbolo, per evidenziare la sigla del capoluogo di provincia, con i colori dominanti del gonfalone comunale). Le tinte utilizzate per questa lista, una delle due ricondotte a Francesco Colianni, farebbero pensare a uno sguardo verso il centrodestra (che in effetti in questo turno sosteneva in buona parte Dipietro). come suggerirebbero il tricolore e il blu del fondo; si segnalava la mano che accoglieva una stilizzazione dei monumenti principali, inclusa la statua di Euno davanti al Castello di Lombardia. La lista alla fine ha ottenuto il 11,86%. 
 

8) Siamo Enna

Altra formazione civica della coalizione di Dipietro era Siamo Enna, evoluzione del Patto per Enna che aveva corso alle elezioni cinque anni fa. Il nome della lista era un aspetto interessante della grafica, insieme alla raffigurazione della statua di Bernini del "Ratto di Proserpina" (inserita come omaggio alla città e per richiamare il rilancio culturale che l'amministrazione uscente avrebbe intrapreso): la "a" di "Siamo" tinta di verde richiamava il gioco di parole "SiAmo" visto spesso alle comunali, ma lì sembrava anche dire "Siamo a Enna", con l'idea legarsi ulteriormente al territorio, mentre "continuiamo insieme" proponeva chiaramente la continuità con l'esperienza precedente. Anche per questo, la lista ha raccolto il risultato migliore, con il suo 15,35%.
 

9) Partito per Enna

L'altra lista ricondotta dai media a Francesco Colianni era Partito per Enna, con l'idea di costruire una sorta di "partito cittadino", con la prevalenza dei colori locali e una spruzzata di tinte siciliane (giallo e rosso). Elemento grafico perfettamente riconoscibile per elettrici ed elettori era una stilizzazione della Torre di Federico II, tra i segni del territorio più noti (nel 2015 era stata schierata, invece, da Crisafulli). A dispetto del nome usato, la lista è risultata la penultima nella coalizione, con il suo 10,54%; si tratta però di un buon esito, considerando che il Pd, prima lista di Cardaci, ha ottenuto poco di più.
 

10) Uniti per Enna

La lista meno fortunata, se così si può dire, della coalizione presentata in appoggio alla ricandidatura di Dipietro è risultata essere Uniti per Enna. Il concetto di unità era reso con due tessere di puzzle - tinte dei colori cittadini - avvicinate con l'idea di unirle; rispetto agli altri contrassegni, in effetti, questo risultava anche quello più semplice e meno elaborato (paradossalmente l'unico tocco di grafica è dato dall'ombra delle tessere...). Alla fine la lista ha comunque ottenuto l'8,78%, un risultato non disprezzabile, all'interno di una coalizione che da sola ha superato il 60% (più di quanto il candidato abbia ottenuto di per sé).
 

Giuseppe Savoca

11) Lega

Per la prima volta - ovviamente salvo errore - alle elezioni amministrative di Enna ha partecipato la Lega con una propria lista: il partito di Alberto da Giussano, peraltro, ha scelto di non accodarsi al resto del centrodestra che aveva deciso di appoggiare Dipietro, decidendo di schierare la candidatura di Giuseppe Savoca. Il simbolo era quello ormai usato in tutta l'Italia, con il riferimento alla Sicilia al posto della parola "premier", sotto al cognome di Matteo Salvini. L'esordio ha portato alla Lega il 4,01%, dignitoso sulla carta come inizio ma insufficiente per accedere alla ripartizione dei seggi.
 

Maurizio Bruno

12) Civiche esperienze - Civ.es

Il sorteggio aveva collocato in ultima posizione la candidatura di Maurizio Bruno, già presidente del consiglio comunale quando sindaco era Paolo Garofalo e consigliere anche nel mandato successivo. Questa volta Bruno è stato appoggiato dal movimento locale Civ.es, che significa "Civiche esperienze" (oltre che richiamare i cittadini in lingua latina); altri valori civici erano la politica solidale e la partecipazione, richiamati nel contrassegno. Il colore dominante era il giallo-arancione, sul quale si stagliavano anche alcune sagome di uccelli in volo; non mancavano anche un tocco rosso e una striscia tricolore sottilissima. A dispetto del 5,95% ottenuto dal candidato, la lista con il 3,96% è rimasta fuori dal consiglio. 

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