giovedì 1 ottobre 2020

La Giovane Roma, simbolo già pronto per le elezioni 2021

Finita un'elezione, si pensa subito alla prossima. Si tratta ovviamente di uno dei capisaldi della formazione di ogni persona #drogatadipolitica che si rispetti. Perché, archiviate le regionali, il referendum costituzionale, le suppletive e buona parte delle amministrative, mentre ancora si attende l'esito di vari ballottaggi (relativi a comuni comunque di una certa importanza) nonché delle amministrative siciliane (previste tra pochi giorni) e sarde (previste più in là), la mente di molti è già al turno elettorale dell'anno prossimo. Anche perché, inutile negarlo, il piatto si presenta decisamente ricco, avendo come ingredienti principali il voto a Torino, Milano, Bologna, Napoli, ma soprattutto a Roma: è inevitabile dunque che l'attenzione dei più si concentri proprio sulla Capitale. E qualcuno, oltre che pensarci, si fa avanti direttamente, con tanto di nome e simbolo.
In effetti, già a giugno a Roma hanno iniziato a circolare manifesti con un logo di associazione trasformato in simbolo di lista (quello di Roma sceglie Roma), ma da alcuni giorni si parla molto di un altro progetto che ha invece anche indicato il nome di un aspirante sindaco, il primo che ufficialmente si dice pronto a puntare al Campidoglio. Il progetto politico-amministrativo si chiama La Giovane Roma e il (potenziale) candidato sindaco è il ventenne Federico Lobuono
studente di Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma, cresciuto in Puglia fino a sedici anni. Dopo aver lanciato nel 2015 BreakingTech, un magazine online sulla tecnologia, ed essersi trasferito a Roma quattro anni fa, nel 2017 ha fondato i Pischelli In Cammino, qualificata come "associazione apartitica di 5000 ragazze e ragazzi under 25 nata con il sogno di far avvicinare i giovani alla politica". Nel frattempo Lobuono stesso - che aveva acquisito una certa visibilità a livello nazionale - ha militato nel Pd di Matteo Renzi e in seguito in Italia viva, mentre un anno e mezzo fa - come si legge sul sito di La Giovane Roma - ha fondato Socially, "una società di comunicazione specializzata nello studio e nella realizzazione di campagne, strategie comunicative e di marketing sul web e sui maggiori social network". di cui sono clienti anche politici e partiti. "Mi sono dato da fare e mi sono divertito" scrive Lobuono e non c'è dubbio che, annunciando la sua candidatura a sindaco di Roma, continuerà a fare entrambe le cose, con in più la possibilità di fare esperienza "sul campo", per vedere come funziona la macchina elettorale da osservatore partecipante, per di più nella piazza elettorale più importante d'Italia.
L'idea è di mettere in piedi un progetto "altro", portato avanti da "giovani romani che studiano, lavorano e che si attivano per amore della città", da "under 25" secondo i quali è arrivato "il momento di incidere sul presente e sul futuro di Roma" e di farlo da giovani, perché "la gioventù è un modo di vivere le cose, una maniera alternativa di vederle, è l’opposto del lasciarsi andare, dell'arrendersi". Spiegano nel loro sito di non poter accettare che Roma si trovi "in una fase di limbo perenne ormai da molti anni", senza un progetto e senza una visione, per di più con una tendenza frequente a incolpare gli altri di questo stato di cose. Lobuono e altre persone (il sito per ora indica come candidati la 19enne Francesca Cazan, studentessa di scienze politiche e relazioni internazionali, e i ventenni Nicol Baudo e Angelica Bawalsah, rispettivamente studenti di scienze politiche e psicologia, ma nella pagina dello staff è indicata una ventina di millennials con varie esperienze) spiegano di volere "una città che torna Capitale, che nulla deve invidiare ai Comuni del Nord; che investe tempo, energie e risorse su cultura e turismo; che metta al centro giovani, università e formazione", nonché una Roma digitale, innovativa, in crescita ma sostenibile, "in cui si possa tornare a parlare di presente e futuro, da cui non si è obbligati a scappare per cercare lavoro e fortuna".
Lobuono e il gruppo di persone intorno a lui si propongono di farlo con un simbolo che ha come centro la Lupa, simbolo di Roma, circondata dal nome tinto dei colori cittadini e da un tricolore a fasce appena un po' mosso. "Quest'anno - si legge ancora nel sito - si festeggiano i 150 anni di Roma Capitale d'Italia. Non molti se confrontati con la sua storia millenaria, ma cruciali perché hanno traghettato la città nel mondo contemporaneo. Abbiamo scelto i colori storici di Roma, giallo oro e rosso sangue, e quelli della bandiera italiana, proprio in onore di questa celebrazione. Oltre alla Lupa capitolina, il logo ha un altro importante riferimento storico politico: La Giovane Roma ricorda la Giovane Italia di Giuseppe Mazzini, protagonista indiscusso insieme a Giuseppe Garibaldi della nascita della Repubblica Romana nel 1849. Durante una delle ultime battaglia combattute sul Gianicolo, poco prima della resa definitiva della Repubblica, morì Goffredo Mameli, l’autore dell’inno nazionale". Altro che Roma-Polo e Roma-Ulivo denunciati da Bossi: qui l'idea è di fare Roma-Italia. Il che dovrebbe essere scontato, essendo Roma la Capitale, ma evidentemente non lo è.
Così, i primi simboli che puntano decisamente a finire sulle schede delle prossime elezioni amministrative, schierano due emblemi della storia romana (inteso come città, ma prima ancora come popolo), il Colosseo (Roma sceglie Roma) e la Lupa (La Giovane Roma), ma anche due elementi del patrimonio culturale italiano, così caro a chi cerca di valorizzare (e vendere) il "prodotto Italia". In questi mesi da qui alle elezioni ci sarà modo di vedere quanta reputazione acquisteranno quei potenziali contrassegni elettorali, se davvero riusciranno a diventarlo. Per ora ci si limita a osservare, senza perdere di vista tutti gli altri appuntamenti elettorali (che per i #drogatidipolitica non sono mai troppi).

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