Manca circa un anno alle elezioni amministrative per il comune di Roma (il primo turno precedente si era svolto il 5 giugno 2016, anche se era stato necessario ricorrere al ballottaggio), ma per qualcuno la campagna elettorale sembra essere già iniziata, peraltro dopo una marcia di preparazione e avvicinamento cominciata addirittura cinque anni fa. In queste settimane, infatti, lungo le strade di Roma si scorgono vari manifesti che indicano l'appuntamento elettorale dell'anno prossimo e, soprattutto, con il simbolo di Roma sceglie Roma, un movimento civico nato a luglio del 2015, dunque già prima delle elezioni dalle quali era uscita eletta sindaca Virginia Raggi.
Fondatore e presidente del movimento è Raimondo Carlo Maria Grassi, romano, classe 1962, architetto e designer: l'iniziativa, fin dall'inizio, si è configurata come sorta "dall'irrinunciabile esigenza di riportare i cittadini romani ad occuparsi della loro città", per reagire al "totale degrado ed abbandono in cui versa" la Capitale. Obiettivo finale e dichiarato dell'azione del movimento civico è "rendere Roma, di fatto, la Capitale d'Italia valorizzandone in ogni ambito la sua storia e la sua bellezza attraverso un'oculata, attenta e competente gestione amministrativa", migliorando la qualità della vita cittadina con investimento nello sviluppo per creare lavoro e sostenere l’economia delle famiglie.
Tra i mezzi da impiegare per ottenere questo risultato, per Grassi c'è la necessità di lanciare un nuovo piano di sviluppo, con un respiro più ampio rispetto alla singola consiliatura. Per Grassi - che aveva esposto quel progetto già a marzo dello scorso anno in un convegno e pochi mesi prima aveva dato alle stampe un intero libro per presentare le proprie idee - occorre innanzitutto puntare sulla mobilità, con un utilizzo migliore delle ferrovie regionali e dell'anello intorno a Roma (che possa in qualche modo colmare le carenze di un servizio di metropolitana ritenuto non adeguato, poiché offre assai meno km di linea rispetto a Milano o a grandi città europee), così come sarebbe utile pedonalizzare piazzale Flaminio e allo stesso tempo evitare di rendere il centro storico "un fortino inaccessibile, che poi danneggia in primo luogo commercianti e quanti operano in quel settore". Occorre poi un impegno concreto e complessivo per eliminare le barriere architettoniche, per superare definitivamente l'immagine di una "Capitale inaccessibile" di cui Grassi parla.
Anche la gestione amministrativa dovrebbe subire riassetti di assoluto rilievo, a partire dal superamento del modello dei municipi ("hanno esaurito la loro funzione partita dal decentramento amministrativo degli anni '70 e mai completata, in più si tratta di organismi puramente consultivi"): Grassi propone di creare "macro-aree in cui dividere e accorpare zone della città che siano affini per territorio e per quante più criticità possibili, ragionando con un criterio che vada nell'interesse della buona amministrazione della città". Più in generale, per l'aspirante sindaco di Roma era ed è necessario anche che la politica nazionale emani un decreto speciale per Roma per attirare investimenti anche dall'estero, per creare "un canale preferenziale, nella massima trasparenza, per tutti quegli interventi destinati al miglioramento delle infrastrutture e dei servizi per la città", con meno burocrazia, così da creare concrete opportunità di crescita e di lavoro.
Anche la gestione amministrativa dovrebbe subire riassetti di assoluto rilievo, a partire dal superamento del modello dei municipi ("hanno esaurito la loro funzione partita dal decentramento amministrativo degli anni '70 e mai completata, in più si tratta di organismi puramente consultivi"): Grassi propone di creare "macro-aree in cui dividere e accorpare zone della città che siano affini per territorio e per quante più criticità possibili, ragionando con un criterio che vada nell'interesse della buona amministrazione della città". Più in generale, per l'aspirante sindaco di Roma era ed è necessario anche che la politica nazionale emani un decreto speciale per Roma per attirare investimenti anche dall'estero, per creare "un canale preferenziale, nella massima trasparenza, per tutti quegli interventi destinati al miglioramento delle infrastrutture e dei servizi per la città", con meno burocrazia, così da creare concrete opportunità di crescita e di lavoro.
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