La data di nascita, in base a quanto riportato dalla pagina Facebook, è il 25 settembre, i media hanno iniziato a dare ragguagli sulla nuova realtà politica sorta il 27, ma hanno continuato anche nelle prime due settimane di ottobre. Formalmente Base Italia non è un partito, essendo presentata rigorosamente come associazione (anche se in Italia, dal punto di vista del diritto civile, i partiti non sono altro che associazioni) e come network: che si tratti, tuttavia, di una "realtà politica" non è certo negato dai due principali fondatori, Marco Bentivogli (segretario generale della Federazione italiana metalmeccanici - Cisl fino a metà luglio) e Luciano Floridi (ordinario di filosofia ed etica dell'informazione all'Oxford Internet Institute dell'Università di Oxford). Il primo articolo che se n'è occupato - scritto da Massimo Rebotti per il Corriere della Sera - ha spiegato infatti che all'origine di questo nuovo progetto c'è una domanda che ha accomunato quelle due figure: "come dare una mano per alzare il livello della politica?".
Alla pagina "Chi siamo" del sito si legge che Base Italia - come probabilmente è scritto nello statuto - "persegue finalità culturali attraverso la promozione e la realizzazione di iniziative di studio e di ricerca in materie economiche, giuridiche, sociali e ambientali a livello nazionale, in materia di lavoro, assistenza, sicurezza, salute, istruzione e formazione, ambiente, finanza ed economia, al fine di sviluppare e promuovere le varie potenzialità del Paese con l'intento di sviluppare connessioni in una logica di squadra e di sistema". In questo contesto, tra l'altro, si propone di "promuovere, studiare e seguire l'elaborazione normativa, a livello nazionale, comunitario e internazionale; promuovere, favorire e mantenere un costante dialogo con le istituzioni e gli enti (sia pubblici che privati) nonché con le associazioni rappresentative dei lavoratori, consumatori e imprese; promuovere e favorire la formazione e la crescita degli associati, anche mediante specifiche attività di formazione; promuovere ed attuare ricerche e studi [...] al fine di approfondire la conoscenza del settore e la sua collocazione nell’ambito del panorama socio-economico del Paese; promuovere convegni, seminari, manifestazioni ed eventi di studio e promozione culturale; elaborare e diffondere documenti".
Tanto Bentivogli quanto Floridi (rispettivamente coordinatore e presidente dell'associazione) tengono a dire che Base Italia non sarà un partito, ma l'ex sindacalista ha precisato - a Davide Maria De Luca del Domani - che la nuova creatura vuole essere un "network culturale di promozione di partecipazione politica, sociale" e "forza di integrazione tra le energie migliori già oggi in politica", soprattutto in campo riformista e progressista, in chiave antisovranista, antipopulista e in opposizione all'antipolitica. Lo si capisce anche leggendo la "Carta dei valori", presente sempre sul sito: si punta alla crescita e a lasciarsi la crisi alle spalle, non solo in ambito economico e risalente almeno agli anni '70 (quando "la classe dirigente italiana ha abdicato al suo ruolo di modernizzazione del paese"): come antidoto al "declino più generale del paese" e alla paura che questo genera si propone "un lavoro culturale, nel senso più alto e ampio del termine". Per coloro che hanno scritto e sottoscritto il documento occorre "la miglior classe dirigente in grado di esprimere e rappresentare le esigenze della società e di prendere decisioni facendosi carico della complessità": a ciò si può arrivare solo con "un percorso di consapevolezza, che aiuti [...] a perseguire un sentiero di sviluppo (con l’altro)", rifiutando la logica dello "scontro tra società ed élite". Nel "manifesto" si trovano l'attenzione ai territori e all'ambiente (innanzitutto attraverso gli investimenti in tecnologie innovative per ridurre l'impatto ambientale produttivo), la lotta contro le diseguaglianze e per l'inclusione, la costruzione di una visione di lungo periodo in "un rapporto sistematico e articolato con le forze sociali, i corpi intermedi, e tutte le organizzazioni portatrici di valori e di significato sociale", partendo però dal basso senza calare nulla dall'alto (e riconoscendo l'appartenenza "al grande disegno di unificazione europea [...] che nasce con un fine politico, la pace, e lo persegue attraverso uno strumento economico, l'integrazione e il mercato".
"Non esiste crescita economica e civile senza un radicamento umano e sociale. Non esiste una casa comune senza una solida Base" si legge nelle ultime due righe della Carta. Nella casa comune, scorrendo il comitato scientifico, si trovano molte persone "provenienti dal mondo accademico, dall'industria, dalla consulenza, oltre a una nutrita componente del mondo cattolico (mancano invece i sindacalisti)", come scrive sempre De Luca. Tra i nomi che colpiscono di più, si trovano certamente Carlo Cottarelli (che non ha certo bisogno di presentazioni), il sociologo Mauro Magatti, il gesuita ed ex direttore della Civiltà cattolica padre Francesco Ochetta e gli economisti Leonardo Becchetti e Stefano Zamagni: di quest'ultimo è impossibile non ricordare la freschissima partecipazione - come ispiratore e riferimento etico-culturale - al progetto volto a creare un nuovo soggetto politico nell'area cattolico-sociale, cui si è dato il nome di Insieme.
In tutto ciò, peraltro, chi frequenta con una certa costanza queste pagine potrebbe avere una sensazione di déjà vu, soprattutto legata al nome scelto. In effetti non sbaglierebbe: a novembre del 2015, infatti, si apprendeva dell'esistenza di un Movimento Base Italia, dal momento che questo apparve nella denominazione estesa del gruppo Grandi autonomie e libertà (e vi rimase fino alla metà di febbraio del 2016). Il simbolo ovviamente è tutto diverso: se l'associazione di Bentivogli è basata su un "fumetto" stilizzato e gioca con i colori bianco e rosso (fondo rosso se si vuole dare l'impressione del cerchio, fondo bianco se interessa mettere in luce solo il logo), il Mbi usava anche verde, azzurro e blu e una cartina regionale dell'Italia; in entrambi i casi, tuttavia, la parola "Base" ha un'evidenza centrale nell'immagine. Per capire che si tratta di due realtà politiche del tutto diverse è sufficiente fare un giro sulla pagina del Movimento Base Italia, che pure sembra ferma da oltre due anni (non esiste nemmeno più il sito); il partito, tuttavia, opera dal 2012 - e in quell'anno era stato depositato anche il simbolo come marchio, sebbene la domanda risulti ritirata nel 2014 - e non risulta che sia stato sciolto. Senza entrare nel merito delle proposte di Bentivogli e di coloro che hanno fondato Base Italia, dunque, ci si limita a dire che forse era opportuno evitare un nome quasi identico a qualcosa che c'era già. Anche solo per evitare seccature legali.
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