martedì 10 novembre 2015

Il Senato si allarga: arriva il Movimento Base Italia

Ognuno ha il passatempo che preferisce: c'è chi fa o ascolta musica, chi scrive, chi dipinge, chi gioca. E c'è chi tiene sotto controllo nome e composizione dei gruppi parlamentari: un'attività semplice, che può dare risultati interessanti. Capita così che un amico ti segnali - mentre tu eri perso a fare altro - che al Senato c'è una sorpresina: il nome completo del gruppo Grandi autonomie e libertà è cambiato di nuovo, esattamente per la sesta volta in due anni e mezzo. La spiegazione è semplice: se si sceglie di dare visibilità alle singole componenti del gruppo (il Regolamento non lo richiede per forza, è una decisione di ogni singolo gruppo), ogni movimento che introduca nuovi partiti nel gruppo o ne faccia venir meno qualcuno si traduce in una modifica del nome. A volte si tratta semplicemente di una scelta di visibilità politica; altre volte questo porta anche a vantaggi concreti, ad esempio se qualche legge elettorale (nazionale o regionale) riconosce alla presenza qualificata in Parlamento l'esenzione dalla raccolta delle firme.
Il ritocco che qui interessa, in ogni caso, è fresco fresco, risalendo al 4 novembre: alle componenti dichiarate di Grande Sud, Popolari per l'Italia, Moderati e Federazione dei Verdi si è aggiunta quella del Movimento Base Italia, al quale ha aderito da pochissimo il senatore Bartolomeo Pepe, eletto con il MoVimento 5 Stelle e da aprile rappresentante dei Verdi al Senato. "Conoscevo già personalmente Pepe - spiega la coordinatrice nazionale del Mib, Emanuela Naso - e avevamo già collaborato con lui nei mesi scorsi per la presentazione di alcuni progetti di legge su temi a noi cari. Non abbiamo mai chiesto a Pepe di rappresentarci, per noi ognuno è liberissimo di determinarsi come crede; è stato lui, un giorno, a chiederci se poteva fare parte della nostra compagine e noi abbiamo accettato. Ci ha fatto molto piacere, probabilmente lui si è accorto che noi le cose non le urliamo in piazza, ma le facciamo". 
Il Movimento Base Italia, in effetti, come partito non è apparso da poco, ma opera già dal 2012, con l'idea di restituire la politica ai cittadini "attraverso una vera azione di pulizia allontanando definitivamente i Politici disonesti dalle istituzioni", come si legge nel sito. La "base" di cui si parla nel nome sarebbe data dalle persone che vogliono aderire al progetto, "mentalmente aperte, ricercatrici e promotrici di una Democrazia Partecipata" e che possono fungere da fondamenta - da "base", appunto - per il futuro. "Siamo l'unico partito ad aver presentato una richiesta di referendum contro l'euro, chiedendo di abrogare le disposizioni di legge o con forza di legge che l'hanno introdotto in Italia (proposta che, per ora, non ha ottenuto abbastanza firme, ndb) - precisa la Naso - siamo stati anche ricevuti dal Presidente della Repubblica nel 2013, dunque non siamo proprio gli ultimi arrivati...".
All'atto della costituzione venne probabilmente naturale mettere in evidenza il concetto di Base e richiamare l'Italia in forma grafica e cromatica: si spiegano così l'uso del tricolore nella resa del nome, il massimo rilievo dato alla parola "Base" e la sagoma del Bel Paese subito sotto, in blu, con la suddivisione regionale a richiamare le peculiarità territoriali; a completare tutto, il fondo azzurrino da partito "pigliatutto", che si rivolge a tutti gli elettori. Poco dopo si è intervenuti per rendere l'emblema più gradevole, aggiungendo un bordino esterno bianco, togliendo rilievo e ombreggiatura alle scritte (Italia viene ingrandita) e allo Stivale e rendendo il fondo un po' più scuro. 
Da circa un anno, poi, si è ulteriormente modificato il segno, mettendo tutto il nome in bianco su uno sfondo ancora più scuro, con sfumatura radiale, mentre il tricolore si sposta in un segmento circolare in basso, ospitando anche la sigla del partito. E' proprio questo simbolo a trovare rappresentanza ora al Senato, per ridare agli interessati alla partecipazione una "base" da cui partire.

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