venerdì 6 novembre 2020

Partite Iva Unite: quando si è nel mirino occorre fare di Più

Si è già ricordato in questo sito che, soprattutto dopo la prima campagna elettorale di Forza Italia e il primo governo guidato da Silvio Berlusconi, le persone titolari di Partita Iva sono diventate una presenza sempre più palpabile della politica: prima essenzialmente come categoria al centro di appelli, misure, critiche, candidature all'interno delle liste più disparate; in un secondo momento, tuttavia, sono diventate anche un "marchio politico", incarnato da almeno due soggetti politici (Popolo Partite Iva e Autonomi e Partite Iva).  
Tra marzo e aprile in rete - in particolare su Facebook - è apparsa anche un'altra sigla, quella delle Partite Iva italiane unite, che nei mesi successivi si è semplificata in Partite Iva unite, così da consentire l'uso dell'acronimo Piu: manca l'accento, ma diventa quasi automatico metterlo, anche per sottolineare le richieste che questo soggetto politico formula. A guardare la pagina Fb dello stesso, in effetti, si intende che in passato questo era legato ad almeno uno degli altri gruppi già citati, ma con il tempo è iniziato un percorso autonomo che ha portato alla costituzione di un vero e proprio partito, che ha come presidente nazionale Maurizio Signorini, odontoiatra, e come presidente nazionale Antonio Gigliotti, direttore di Fiscal Focus (entrambi sono anche fondatori del soggetto politico)
In particolare, dal 22 giugno è stato adottato il simbolo attuale, descritto nello statuto come "composto da più cerchi e semicerchi. Il primo semicerchio è a sinistra e di colore verde, ed inizia con un vertice, per poi allargarsi al centro e concludere con un altro vertice. Unito a questo vi è poi un cerchio di colore bianco, con in alto la scritta PARTITE IVA UNITE, diviso in 4 (quattro) parti uguali da diverse linee rette orizzontali e verticali a formare un mirino, all’intersezione di tali rette c’è un punto di colore grigio. All’interno dello stesso cerchio vi è, sulla destra, un semicerchio di colore rosso, al cui centro è posta, di colore blu, la scritta PIU. Sopra la lettera U, di tale scritta, vi sono numero tre (n.3) figure stilizzate, due uomini ed una donna, a formare un accento. I cerchi ed i semicerchi uniti formano un tricolore verde, bianco e rosso. Un segno di circonferenza di colore blu delimita tutti gli elementi sopra citati".
L'idea del mirino, a dire il vero, era già presente nell'emblema provvisorio, adottato nelle settimane precedenti, quando ancora il nome era Partite Iva italiane unite e il concetto di "Più" stava per essere evocato: in quel caso, il mirino centrava quattro sagome tridimensionali, una delle quali sembrava quasi in posizione di resa, anche se l'idea che si voleva comunicare non era certo questa. Il punto era che, allora come oggi, coloro che hanno dato corpo a questo progetto si sentivano e si sentono nel mirino, oltre che della crisi, di politiche che finiscono per danneggiarli o per non aiutarli a sufficienza. Sono gli stessi esponenti del partito però a precisare che nel simbolo le persone sono "nel loro mirino", nel senso che il Più vuole prendersene cura, ma nello stesso mirino finiscono - e con ben altro esito - "le potenze di fuoco che schiacciano le Partite Iva calpestandone la dignità".
"Partite Iva Unite - si legge nel manifesto ospitato dal sito del partito - è un movimento composto da imprenditori e liberi professionisti che, nell’era Covid 19, caratterizzata dall’incapacità di Governo e opposizione di dare risposte concrete alla crisi economica assolutamente prevedibile a causa del lungo lockdown imposto dall’emergenza sanitaria, si sono dedicati allo studio approfondito dei diversi Dpcm emessi e a costanti confronti incrociati, approdando a soluzioni che, se adottate davvero, potrebbero evitare il fallimento a cui l’Italia è ormai destinata, se non si agisce in fretta a tutela di chi è riuscito a rimanere in attività e delle aziende che nasceranno domani, in un clima di florida visione futura". Più che etichette politiche o ideologiche, coloro che aderiscono a Più puntano a una !politica del fare, attraverso l’uso di capacità, conoscenze e competenze dei singoli, i quali esprimono opinioni concrete in un clima di aperta discussione democratica, in cui la ragione, improntata su ideali di libertà, legalità e eguaglianza possa determinare scelte sagge a beneficio dell’intera società". Una società che si basa, in questa visione, sulla "micro, piccola e media impresa quale motore trainante l’economia del nostro paese, affinché i lavoratori autonomi abbiano gli stessi diritti dei dipendenti": sono le Partite Iva, per chi aderisce al progetto, la vera "spina dorsale dell'Italia", che tuttavia sarebbe stata esclusa dalla progettazione delle strategie per uscire dalla crisi legata alla pandemia. Perché la società sia "giusta", la legge deve essere "realmente uguale per tutti", la tassazione dev'essere "equa, rapportata ai servizi erogati e alla loro qualità" e la politica deve essere "esempio per la società, con medesimo livello di emolumenti e trattamenti pensionistici" e soprattutto con una responsabilità vera per chi la esercita. 
​L'idea è di portare avanti le idee cardine del programma, a partire dall'abrogazione graduale "di tutte le leggi che hanno aggredito e aggrediscono la proprietà privata, il risparmio, il reddito da lavoro e da impresa" o limitino la libera iniziativa economica e dall'eliminazione di istituti come il sostituto d'imposta o la clausola solve et repete; ci sarebbero poi la libertà di scelta in materia previdenziale, la riduzione della spesa pubblica inefficiente e della burocrazia per poi ridurre la pressione fiscale ed elevare le pensioni minime a mille euro, insieme ad altre idee da applicare in materia di giustizia, pubblica amministrazione e "fondo di emergenza" (che ogni Partita Iva costituirebbe per attingere a questo in caso di bisogno). Per fare questo, si potrebbe costruire una rete, uno o più network tra realtà simili (nate soprattutto sotto gli effetti della pandemia, ma lasciando fuori i partiti), aggregandole e sintonizzandosi sulla stessa agenda. ​Ci sarà tempo per farlo, partecipando alle prossime elezioni con il nuovo simbolo, sperando che il mirino inviti qualcuno non a sparare, ma a metterci una croce sopra.

Nessun commento:

Posta un commento